Siria. Mit: L’attacco chimico che stava per scatenare la reazione Usa, «non può essere stato lanciato da Assad»
«NON È STATO ASSAD». Il documento intitolato “Possibili implicazioni dell’intelligence tecnica difettosa degli Stati Uniti” è stato realizzato da Richard Lloyd, ex ispettore Onu, e Theodore Postol, docente al Mit.
I due autori hanno studiato la posizione dell’esercito siriano sul territorio, secondo le informazioni in possesso della Casa Bianca, e la possibile traiettoria del missile contenente gas sarin rinvenuto a Ghouta, concludendo che «non può essere stato lanciato dalle aree controllate dal governo siriano secondo la mappa pubblicata dalla Casa Bianca il 30 agosto 2013».
«Quando ho cominciato questo lavoro pensavo che solo il governo siriano potesse essere dietro a questo attacco. Ma ora non sono più sicuro di niente – ha dichiarato Postol – La storia raccontata dall’amministrazione Obama non si avvicina neanche lontanamente alla realtà. Gli Stati Uniti potevano attaccare un paese basandosi su un errato lavoro di intelligence».
ARMI CHIMICHE. Gli autori affermano anche che «i ribelli siriani avevano l’abilità per costruire queste armi», tesi confermata da più rapporti indipendenti. Ora le armi chimiche in possesso del regime siriano saranno distrutte dagli esperti dell’Onu. Tra le armi dichiarate dal governo non ci sono missili come quello rinvenuto a Ghouta e gli uomini dell’Onu, fino ad ora, non ne hanno trovati di simili.
MOLTI DUBBI. Il rapporto Onu sull’utilizzo di armi chimiche a Ghouta, a pochi chilometri da Damasco, aveva provato l’utilizzo di gas sarin nella zona e ne aveva attribuito la responsabilità, pur senza farlo esplicitamente, ad Assad. Il numero delle vittime non è stato accertato anche se secondo i ribelli sarebbero almeno 1.466.
Secondo diversi membri del Congresso americano le prove raccolte contro Assad sono molto deboli ed è stata anche messa in dubbio l’autenticità dei filmati che mostrerebbero le presunte vittime dell’attentato.
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