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Un recente documento/volantino dell’Associazione culturale Esserci, di cui faccio parte, ha riportato le difficoltà ad andare a votare il prossimo 25 settembre.
Il paese è in lenta ma inarrestabile discesa dalla fine degli anni Settanta, a seguito del prevalere di un’ideologia socialista e di un iper-sindacalismo che ha scardinato il mondo del lavoro con la riduzione dell’età pensionabile – a volte in termini radicali, vedi baby pensioni (1974) – e la diffusione di una mentalità burocratica e assistenzialista. Siamo un paese con una delle percentuali più basse di occupazione, nel Sud addirittura inferiore al 50 per cento. Questo dato, insieme alla bassa natalità, fa prevedere che si potrebbe arrivare a una persona non occupata per ogni persona che lavora, con conseguente insostenibilità del nostro sistema di welfare. Il debito pubblico è uno dei più alti tra le nazioni sviluppate. Siamo fortemente dipendenti dall’aiuto europeo, il Pnrr, che non sarà senza costi. Oltre alla cr...
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