Se già oggi è vietato ricordare come fanno pipì maschietti e femminucce

Di Alfredo Mantovano
21 Giugno 2015
Oltre i casi Barilla e Dolce: la censura di Huggies. Per capire perché le famiglie italiane sono scese in piazza San Giovanni a Roma

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Pubblichiamo la rubrica di Alfredo Mantovano contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Huggies non è il nome di un corso di teologia né di un trattato di diritto naturale: è un’azienda che produce pannolini per neonati. Come ogni impresa, affronta il mercato innovando i prodotti e pubblicizzando le novità. Ha inventato una linea per i bambini e una per le bambine, e ha diffuso uno spot che descrive il prodotto sottolineando la naturale diversità fra maschio e femmina, e quindi la differente parte del corpo che fa la pipì, di cui il pannolino – azzurro o rosa – tiene conto nella sua conformazione.

La semplice descrizione della distinzione uomo/donna fa scattare la protesta su vari siti, scandalizzati per un richiamo del genere e – previo ricorso – provoca una pronuncia del garante per la pubblicità, l’Istituto per l’autodisciplina pubblicitaria, che ingiunge a Huggies di desistere dal mantenimento in onda dello spot «perché – si legge nel provvedimento – violerebbe gli articoli 10 e 11 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale». L’articolo 10 prescrive di «evitare ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere»; l’articolo 11 impone una cura particolare «nei messaggi che si rivolgono ai bambini».

[pubblicita_articolo]L’Osce e numerosi studiosi – fra tutti, Massimo Introvigne – hanno da tempo insegnato che alle persecuzioni a causa delle proprie convinzioni, anche di ordine etico o religioso, non si arriva dalla sera alla mattina: la persecuzione, che richiama qualcosa di violento e di diretto, è ordinariamente preceduta dall’intolleranza e dalla discriminazione. Applichiamo queste categorie alla famiglia: “famiglia” al singolare, quella dalla quale viene e nella quale è cresciuto ciascuno di noi. L’intolleranza in Italia è iniziata da decenni (l’anno-simbolo è il 1968), e ha fatto prosperare una “cultura” piena di modelli di riferimento a essa alternativi: dalle fiction alla letteratura, fino alla scuola. La vicenda di Huggies conferma che siamo entrati nella fase della discriminazione: il “caso Barilla” non è stato sufficiente, e neanche la demonizzazione di Dolce per una mezza frase sul fatto che nasciamo tutti da un padre e da una madre; qui non ci si trova di fronte a una minaccia di boicottaggio, ma a una formale censura proveniente da un organismo rappresentativo delle realtà che in Italia si occupa di pubblicità: una inibizione che di fatto pone fuori dal recinto dei “corretti”. E perché? Per aver ricordato con garbo che lui e lei fanno pipì in modo diverso, e che questo non è il solo elemento di distinzione fra i due.

L’occasione di esigere libertà
Oggi in Italia tocca a una azienda che produce pannolini; in altre nazioni, dal Regno Unito al Canada, passando per gli Stati Uniti, è colpito il pasticcere che rifiuta di confezionare una torta nuziale alla cui sommità ci sono due lui o due lei, o il fioraio che lavora solo per i matrimoni fra persone di sesso diverso, o il laureato in giurisprudenza nel cui college si ricorda che si chiama matrimonio l’unione fra un uomo e una donna. Domani – non un domani ipotetico – interesserà il genitore che al docente manifesta dubbi sui corsi “di gender” impartiti al figlio; l’insegnante che si sottrae a imposizioni ministeriali che vanno in tale direzione; il catechista o il sacerdote che nella preparazione a un sacramento o in seminario ricordano le differenze antropologiche fra uomo e donna; il giornalista che non sta ai parametri descrittivi del “gendericamente corretto”; il magistrato o l’avvocato o l’assistente sociale che si ostinano a ritenere che un bambino viene su meglio se educato da una mamma e da un papà.

Non è in gioco la religione, è in gioco la libertà: quella di formare una famiglia, di non vedersi osteggiati in questa scelta, di educare i figli secondo la propria cultura e la propria coscienza. Sabato le famiglie italiane sono scese in piazza San Giovanni a Roma per esigere questa libertà, dal cui rispetto dipende il futuro dell’Italia.

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67 commenti

  1. Fabio

    Ma se non bisogna discriminare in base al sesso perche’ si parla ancora di gay e lesbiche termini che sottolineano una differenza sessuale fisica ? Occorre creare un genere neutro anche questa e’ discriminazione

    1. SUSANNA ROLLI

      Arrivi tardi, l’hanno già inventato, in Svezia (mi pare) si dice”hen”. sarebbe il neutro. Scusate, a me vien da ridere piu’ che da piangere!

      1. Fabio

        Ma hen in inglese vuol dire gallina….

        1. SUSANNA ROLLI

          Dammi il tempo di verificare,l’ho letto da qlc parte, ti risponderò. ciao; intanto grazie, mi mancava gallina in inglese.

          1. SUSANNA ROLLI

            Verificato!, non mi sbagliavo: clicca “hen svezia sesso neutro”. Che obbrobrio! il sesso neutro -svista del Padreterno? Niente panico,ci hanno pensato gli uomini a rimediare. Puah!
            E’ svedese, non inglese, hona è gallina in Svedese: così abbiamo trovato due galline con una fava, quella inglese e quella svedese. E’ tardi, sarà per quello. Notte.

  2. Nino

    Si va sempre a finire sui soliti discorsi tra sordi, eppure basterebbe leggere l’ancor valido (dopo oltre 40 anni) saggio di Elena Guarini Belotti ” Dalla parte delle bambine” per capire l’origine delle critiche alla pubblicità dei pannolini

    1. To.ni

      Bisognerebbe avere invece chiara l’idea che nessuno può essere obbligato ad essere buono per forza. Che non puoi entrare nelle case ed imporgli la tua concezione del giusto. Che non puoi licenziarlo, censurarlo, educarlo con corsi obbligatori, perseguitarlo per legge se non si adegua alla tua edulcorata, sterile, omologante, artificiale concezione della realtà (confezionata e comprovata da “autorevoli studi”.

      1. Nino

        Non capisco il senso del tuo commento come risposta al mio

        1. To.ni

          Non sei Nino il “Padre di famiglia” ? Colui che è tanto padre da desiderare che ogni bimbo abbia tre padri … (meglio se gay)?
          Forse non sei tu…lui avrebbe capito al volo il senso del mio post.

          1. To.ni

            Il mio Nino (Il padre di famiglia”) il 13 marzo di quest’anno ha pubblicato il seguente post:

            “Elena Gianini Belotti pubblicò nel 1973 il saggio Dalla parte delle bambine, dedicato al condizionamento precoce della donna. Dopo più di 40 anni mi pare che questo testo sia ancora attuale”

            (Susanna Tamaro e l’educazione gender aTrieste)

            Non sei tu? (In effetti lui ha per immagine a sinistra il personaggio di un cartone animato di un finto cuoco che è guidato da sotto il cappello da un topo)

  3. Cisco

    Dal Corrierone:

    Martina Rosucci, torinese come l’idolo Del Piero, 23 anni, centrocampista dell’ACF Brescia e n.10 dell’Italia di Cabrini, ha il piede bollente e il look che non ti aspetti. «All’estero, dove il calcio femminile è cosa seria, il match è un evento: le giocatrici vanno dal parrucchiere, si truccano, entrano in campo depilate, con la fascetta vezzosa per i capelli e la manicure fresca. Io pure. Quando gioco in azzurro, poi, rappresento l’Italia. E voglio essere bella».

    Commento: ahi ahi Martina, non dirlo troppo forte, che vuoi essere bella, i genderisti potrebbero arrabbiarsi. Anche alle donne piace far goal, e va bene, ma restano diverse anche in questo!

    Ancora:
    «Ce n’è (di lesbiche nel mondo del calcio)… Ma è vero com’è vero che il calcio maschile è pieno di gay. Solo che gli uomini sono più protetti e meno disposti ad ammetterlo. Non riusciremo mai ad uscire da questo moralismo bigotto. Rispetto all’Europa, siamo una società molto indietro. Le calciatrici straniere si sentono libere di twittare foto con la fidanzata, baci lesbici… Sai che casino scoppierebbe da noi?».

    Non penso che scoppierebbe alcun casino, perché la nostra Martina nazionale non lo suggerisce alle sue colleghe lesbiche? In ogni caso stia anche qui attenta, la nostra Martina, che i genderisti rischiano di fargliela pagare…. le lesbiche nel calcio sono uno “stereotipo” …

    1. To.ni

      Cisco
      Riflettendo su quello che i nostri amati eroi anti stereotipi hanno scritto in questa discussione nasce spontaneo chiedersi, data l’avversione contro quelle donne che continuano ad amare il curare i loro capelli, indossare capi d’abbigliamento che li rende ancor più affascinati ed avere quel inconfondibile elegante modo di camminare …. atteggiamenti fatti in parte per piacersi, ma anche per piacere a chi li vede, se non sono parimenti da stigmatizzare tutte quelle persone che sentendosi prigionieri in un corpo maschile aspirano ad … amare il curare i loro capelli, indossare capi d’abbigliamento che li rende ancor più affascinati ed avere quel inconfondibile elegante modo di camminare. Allora ha ragione Elinor Burkett (mi pare tu lo hai giustamente accennato) ad accusare i transgender di un riduzionismo ( “alle nostre mammelle e alle nostre vagine”) e occorrerebbe un sano vademecum per un corretto transgender che stabilisca se devono o no usare il rossetto, tacchi a spillo, ingrossarsi le tette …. . Dovrebbero fare una petizione.
      Credo che i nostri eroi antidiscriminatori – anti stereotipi – anti famiglia (“all in one “prendi un difetto poi li prendi tutti) dicono idiozie con furore fanatico .

  4. Menelik

    Ho fatto un atto di volontà e ho letto tutti i commenti di questo articolo.
    Sono rimasto esterrefatto di quante pugnette mentali si facciano i genderisti.
    Ma come si fa ad essere così?

    1. giovanna

      E ti è anche andata bene, Menelik, che gli interventi della paolab, la stanchissima ed esausta paolab, sono prolissi e tremendamente auto-referenziali, ma pochi , uno , massimo due : poi, fatta la sua bella propaganda, con tanto di predicozzo ( lei , si sa. è moooolto superiore ! ) s’invola.
      Alla faccia della sua immensa bontà e immensa propensione al dialogo !

  5. paolab

    Il testo che accompagna lo spot è il seguente “Lei penserà a farsi bella, lui a fare goal. Lei cercherà tenerezza, lui avventure. Lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà. Così piccoli e già così diversi.” POI segue la spiegazione dei diversi pannolini per diverse anatomie.
    Il testo della petizione contro questa campagna è invece il seguente: “Noi NON riteniamo che la Vostra sia un’azienda da condannare. Noi NON riteniamo che il Vostro non sia un prodotto valido. Noi NON riteniamo che sia ingiusta l’idea di proporre un pannolino diverso per bambini e bambine. Noi riteniamo che sia errato proporre questo concetto cavalcando stereotipi di genere. Siamo indignati soltanto dal sessismo, dalle aspettative che vengono inculcate a bimbi e bimbe di tenera età: le bambine devono essere belle e passive, i bambini devono essere avventurosi e attivi. Ciò è fuorviante per tutti.”
    pongo all’articolista le seguenti domande: tenuto conto delle informazioni da me fornite e che erano sicuramente in suo possesso, non trova di avere fatto disinformazione? non trova che il suo articolo deformi la realtà dei fatti per surrogare l’idea che chi promuove la parità tra i generi sia un cretino che nemmeno ammette che i bambini e le bambine sono fisicamente diversi? il suo articolo afferma che questa campagna è stata contestata perché basata sulle diversità fisiche dei sessi. la realtà è che questa pubblicità è stata contesta perché strumentalizza la diversità fisica dei sessi per riproporre gli stereotipi culturali (e non organici!) che voglio le future donne vezzose e passive…
    ai lettori di tempi invece chiedo: siede d’accordo su questa coercizione dei bambini fin da piccoli in questi modelli di costruzione di identità? (la femmina che si fa correre dietro e il maschio intraprendente conquistatore?)

    1. Edo

      Da lettore e soprattutto da realista ti rispondo senza nessuna esitazione: sono assolutamente d’accordo con le parole della pubblicità. “La coercizione dei bambini fin da piccoli in questi modelli di costruzione di identità” la vedi solo tu, e penso che tu non sappia neanche che cosa vuol dire quello che hai scritto.
      Ora, invece, rispondi tu, bellezza, sempre che tu sia una donna: quante volte hai cercato di fare goal? Quante volte non hai desiderato tenerezza? Quante volte non hai desiderato che un uomo ti corresse dietro?
      Te lo dico io: mai, se sei una donna! Ergo, “La coercizione dei bambini fin da piccoli in questi modelli di costruzione di identità” la vedi solo tu!

      1. giovanna

        Innanzitutto, quello che dice Edo è giustissimo : io non ho mai tentato di fare goal, anche se da piccola seguivo il campionato, ho sempre desiderato tenerezza, certo più di mio fratello, soprattutto crescendo , e sempre desiderato che un uomo mi corresse dietro, e non che gli dovessi correre dietro io, fino a che non mi è corso dietro quello che sarebbe diventato mio marito !

        Cara Paolab, forse è molto tempo che non frequenti un asilo, ma ti assicuro che i maschietti e le femminucce sono diversi e vogliono con tutto loro stessi essere diversi.
        Ciò non toglie che una mia figlia, una decina d’anni fa , mi disegnasse mostri giapponesi dappertutto e che i suoi amichetti maschi giocassero con le bambole con lei.
        Ma non c’era occasione in cui maschi e femmine avessero la necessità di distinguersi tra loro, anche quando si scambiavano i giochi, sapevano, come lo sapevo io da piccola, che giocavo ad indiani e cow-boy, che maschio e femmina sono differenti.
        E così, tanto per curiosità, cosa avrebbero dovuto dire i pubblicitari, che volevano evidenziare la differenza tra maschio e femmina ?
        Anche se una femmina e un maschio sono diversi nel fare pipì, sono identici nei sentimenti, nelle azioni, nelle scelte e sono interscambiabili in tutto ??
        Qualcosa del genere :”Lei penserà a fare rugby, lui a fare goal. Lei cercherà tenerezza, lui coccole.. Lei si farà correre dietro, lui pure.. Così piccoli e già così uguali.”
        Per favore, siamo seri.
        Che poi, la protesta è propedeutica all’ideologia gender, anzi strettamente connessa, non facciamo i finti tonti: siamo nel 2015, una donna può facilmente diventare ingegnere, ma un uomo non può fare un bambino da solo, partorire e allattare.
        Infine, l’autore dell’articolo è stato correttissimo , ha parlato di descrizione di differenze tra maschio e femmina e poi di pannolini : magari, proponiti come suggeritrice di cosa esattamente, parola parola, devono scrivere tutti i giornalisti del mondo, allineati e compatti come soldatini.
        Che bel mondo sarebbe per te : i figli si fanno in laboratorio, li si affida a chi ha più potere, non ci distinguiamo più in maschi e femmine…brrrrrr
        Basta mistificare e imbrogliare : se c’è una petizione contro un’azienda, è ovvio che la si voglia condannare e infatti l’azienda è stata condannata !
        E io che credevo che l’untuoso Nino fosse più unico che raro e invece il mondo è pieno di untuosi ! 🙂

        1. Giannino Stoppani

          Aggiungiamo che il target di questi spot non sono certo i neonati le cui deiezioni i pannolini incriminati si ripropongono di assorbire, ma gli adulti, essendo loro quelli che decidono quale pannolino comprare.
          E sono gli adulti quelli che i fanatici del gender vogliono intimidire con queste iniziative prevaricanti.

        2. SUSANNA ROLLI

          GRAZIE!

      2. paolab

        bene, edo. lei piacerà alle donne a cui piace sentirsi appellare bellezza con aggressività. prendo atto, come è giusto e bello, che lei cerchi o abbia trovato una donna con le caratteristiche che mi ha enumerato. quello che forse non le è chiaro è che non tutte le donne sono così e non tutte devono essere così. il punto è proprio questo. troppi uomini (e troppe donne se è per questo) ritengono che il modello femminile sia solo quello e che debba essere propugnato e introiettato da tutti. quello che penso io e credo molti come me è che ci sono tante modi differenti di essere donna (e uomo, naturalmente) e che è molto presuntuoso pensare di conoscere l’unico giusto. a ciò, poi, si aggiunge che quel modello che ha in mente lei (e che viene suggerito dalla pubblicità in questione) è lo stesso modello che ha tenuto e in parte tiene la donna in condizioni più o meno svantaggiate in quasi tutte le società.
        tuttavia la cosa che mi interessa di più in questo articolo non è tanto l’adesione al modello maschio/femmina proposto. mi pare singolarmente plateale la scorrettezza deontologica dell’articolo che fa credere una cosa (= c’è chi vuole impedire di dire che maschi e femmine sono fisicamente diversi) quando il fatto da riferire è un altro (= c’è chi dice che è scorretto usare l’oggettiva diversità fisica tra maschio e femmina per ricavarne come necessità che esiste un solo modo di tradurre nella personalità maschile e femminile questa diversità).
        p.s. non ho desiderato tenerezza tutte le volte che era usata per mettermi a tacere. ho desiderato che non mi si corresse dietro quando a farlo erano persone che non mi interessavano. non gioco a calcio, ma arrampico in montagna e a casa mia io sono la più brava a cambiare lampadine, aggiustare prese della corrente e piantare chiodi. mio marito invece è super a cucinare e a fare la spesa al mercato. per quanto riguarda le pulizie di casa invece mi sa che siamo un po’ troppo tradizionali 😉 che dice, sarò una vera donna?

        1. To.ni

          Non poi andarti a comprare i pannolini (tanto per dire) dove la pubblicità proietta la donna che cambia le lampadine e pianta chiodi e ti astieni di andarle a comprare dove si proietta un immagine diversa? Invece di pretendere il tuo di modello e con esso la pubblicità pedagogica che per forza lo deve proiettare? Poi, da quando il mondo e mondo, se una pubblicità non piace , non empatizza con il consumatore a cui è rivolto, viene cambiata. Ma se ci sono persone che non amano come sei fatta tu ed amano nel sentirsi diametralmente opposti a te, chi sei tu….per dirgli come devono essere e la pubblicità che gli deve piacere.
          Questa, poi , è una abitudine che state “imponendo” da tempo: una donna che sceglie la famiglia , che ama i suoi figli e suo marito, non ha desiderio di lavorare fuori casa…. è una fallita. mente la donna riuscita sarebbe la psicotica multinick sopra … con i gemellini.

          1. Cisco

            @Toni

            Esatto, lo stereotipo (anzi, gli stereotipi) sono quelli propagandati dai sostenitori del Genere, che lungi dal volere “diversi modi per essere uomo/donna”, hanno una precisa teoria (femminista) in cui la donna non può affatto essere in un certo modo, ritenuto arbitrariamente sessista. Una donna può essere Astrosamantha (e ci mancherebbe), ma guai a lei se prova a fare la casalinga!

        2. giovanna

          Paolab, da uno stereotipo all’altro, complimenti !
          E ancora co sta storia dell’articolo scorretto : hai proprio una fissa !
          L’articolo è correttissimo , solo che l’articolista non è d’accordo col gender !
          Tu non potrai mai essere d’accordo con nessun articolo di Tempi sull’argomento, dato che per te comprare e vendere un bambino è una cosa accettabile e il gender sta alla base della compravendita dei bambini.

          Tanto per riscrivere quello che c’è scritto sopra e che si capisce benissimo, dunque lo dovrebbero capire anche i super-intelligenti e i super acculturati, benché indolenti e stanchissimi :

          “Ha inventato una linea per i bambini e una per le bambine, e ha diffuso uno spot che descrive il prodotto sottolineando la NATURALE DIVERSITA’ TRA MASCHIO E FEMMINA , e quindi la differente parte del corpo che fa la pipì, di cui il pannolino – azzurro o rosa – tiene conto nella sua conformazione.”

          “La semplice descrizione della DISTINZIONE UOMO -DONNA fa scattare la protesta su vari siti,
          Per aver ricordato con garbo che lui e lei fanno pipì in modo diverso, E CHE QUESTO NON E’ IL SOLO ELEMENTO DI DISTINZIONE TRA I DUE.”

          Certo , per una che fa fatica a mettere le maiuscole ( oggi ne hai messe due e hai fatto un sudata !,e andare a capo ? mi sento mancare al solo pensarci ! )
          leggere dev’essere faticosissimo, e tutta la poca energia la si riserva per dire ai giornalisti cosa devono scrivere.
          Comunque, non giochi a calcio e fai le pulizie….. sei una sessista !
          O forse è sessista tuo marito !
          Siete degli sporchi sessisti !

    2. Mappo

      Paolab, stereotipi culturali? Coercizione? Il vostro ideale è quello di far crescere maschi e femmine (o dovevo dire femmine e maschi? o meglio ancora bambin*?) come tanti deficienti, repressi e frustrati perché solo a questo può condurre il vostro progetto ideologico del gender: creare una generazione di bambin* lobotomizzat*. A quale scopo si vuole renderli soggetti passivi, utili idioti proni a qualunque potere autoritario? Togliere ai bambini, maschi e femmine, la precisa coscienza della propria mascolinità e della propria femminilità è un crimine ributtante.

    3. To.ni

      Sono assolutamente d’accordo con Edo. Credo che il resto, la posizione che esprimi, è una manipolazione, un sovvertire un orientamento in nome di una presunta coercizione atavica che non ha riscontro nella realtà. Le cose sono andate come dovevano andare, sono cambiate per come dovevano cambiare, e se muteranno in futuro lo faranno nei modi e nei tempi che il libero confronto nella società in uno stato non morale ma arbitro per un giusto rispetto delle regole . Almeno così dovrebbe essere e non invece con imposizioni scolastiche, censure pubblicitarie, travestimenti di bambini o porcherie simili che sono solo il frutto di una nuova gnosi, di presunti nuovi sapienti che hanno stabilito sul loro taglio umano la misura di come sono e devono andare le cose.

    4. Cisco

      @Paolab

      Proprio qui sta il punto: voi genderisti pensate che differenze e atteggiamenti scientificamente supportati siano “modelli di costruzione di identità”. Impara a fare la pipì controvento e poi ci risentiamo.

    5. Jadexxx

      Io per nulla, approvo la petizione però non penso vi sia coercizioe nei confronto dei bimbi, perché la pubblicità non è rivolta a loro ma ai genitori. Basterebbe non comprare il prodotto,come faccio io… a propos, un buon patello unisex va benissimo.

      1. To.ni

        Comprati il patello per te. Contenta tu
        A me la pubblicità piace, pure a mia moglie e mi dispiace che ho i figli cresciuti perché comprerei proprio quella marca di pannolini … anche grazie a te a Michele L e la Filomeno/a .

  6. MicheleL

    La pubblicità recita “Lei penserà a farsi bella, lui a fare goal. Lei cercherà tenerezza, lui avventure. Lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà. Così piccoli e già così diversi.”.
    Abile trovata commerciale, messaggio chiaramente sessista. Le pubblicità che evidenziavano differenze anatomiche ci sono sempre state e nessuno ha mai avuto nulla da ridire. Questa pubblicità invece è nociva come le veline in vetrina e i calciatori in arena.

    1. ftax

      La sentenza è bella e ragionevole. Come un cavallo di Troia.

    2. Assunta

      Non è indottrinamento sessista, è semplicemente una constatazione di un fatto in essere. Bisogna essere onesti per ammetterlo.

    3. Orieste

      Peraltro, è almeno un decennio che fanno pannolini a zone assorbenti differenziate per maschio e femmina.

    4. To.ni

      “Lei penserà a farsi bella, lui a fare goal. Lei cercherà tenerezza, lui avventure. Lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà. Così piccoli e già così diversi.”.

      Cosa è la realtà la dovette per forza dettare voi?

      Lei penserà a farsi metalmeccanico, lui a fare l’uncinetto. Lei cercherà dotati, lui mignotte. Lei correre dietro, lui invece si santità un poco mamma. Così piccoli e già così diversi.”.

      Preferisci questa pubblicità? Ossequia meglio la tua realtà e quella dell’imbrogliona necrofila sopra? oppure, alternativa … non è il caso che la smettete di rompere i c.?

      1. To.ni

        scusa il piccolo tablet …era … “sentirà un poco mamma” ma tu sai di sicuro cosa intendo.

      2. xyzwk

        Tanto per usare le tue parole, chi dovrebbe smetterla di romperle i c…. siete voi che volete imporre agli altri la società che piace a voi. Se si tratta semplicemente di prendere atto di una realtà anche se è di fatto discriminante, allora cominciate voi col prendere atto delle leggi che non vi piacciano. Questa è anche realtà

        1. To.ni

          Allora ti piace la mia proposta di pubblicità? Imbrogliona necrofila! 🙂

          Tanto per essere chiaro, chi fa pubblicità si rivolge ad un target do persone che vedono la “realtà” con i loro occhi. Non per forza si devono vedere obbligati che i loro figli se sono maschi devono portare i tacchi a spillo secondo le direttive di “esperti”, con relativi “autorevoli studi”, nei cui confronti tutti si devono genuflettere. Non per forza chi fa pubblicità deve moralizzarsi secondo le “tue” compulsioni . Non per forza un società cambia secondo direttive di esperti…anzi…a ben pensare …. non è mai cambiata in questo modo (non ci sono riusciti neanche nei paesi con il socialismo scientifico)

          Ma, parliamo seriamente, imbrogliona …. ed irresponsabile, che netta “tua” realtà hai i gemellini…. a chi li hai lasciati? A SHIVA101? … ma ti si dovrebbe togliere la patria potestà se lo hai fatto…. (è favorevole ai matrimoni con i gatti….ed è pure questa “una realtà”).

          PS: Per essere chiari: io non rompo niente a nessuno, tu folle furiosa vuoi entrare nelle case delle persone per dirgli come devono vivere. Accontentati del tuo libero copulare … tanto quello solo ti interessa. Per il resto il mondo, per te, potrebbe morire domani.

          1. giovanna

            Scusa toni, ma il “libero copulare ” di Xyzwkfilomenalenaelenagennaroasia carolinacubistainpensioneartista ecreativaeccecc,… è puramente teorico !
            Dubito fortemente che le sia mai accaduto, che abbia mai avuto un uomo accanto, data la sua totale freddezza e il suo totale grigiore !

            In queste cose un minimo, ma minimo minimo, di trasporto ci vuole !
            La sua è solo ideologia, aggravata parecchio dalla patologia: ha preso di mira la famiglia e la Chiesa, si sarebbe potuta fissare su qualsiasi altra cosa. Di sicuro, una che scrive migliaia e migliaia di post , con decine e decine di nick diversi, non ha certo tempo di intrattenere relazioni reali con chicchessia.
            Pensa, già perdo un sacco di tempo io, con una sola identità e intervenendo poche volte al giorno e non arrivo a niente : figurati che vita è quella di una horror-squilibrata-imbrogliona che posta decine e decine di post, con identità differenti ! Relazioni zero virgola zero, tantomeno sentimentali. E mi dispiace, si perde tanto, forse il meglio della vita.
            Anche se, a dire il vero, toglierle anche l’aggancio di questo sito per non precipitare nel baratro, forse non è bello. Per quello che qualche volta continuo a parlarle, di certo MAI più nel merito dell’inquisizione, le famiglie, la chiesa, il cilicio, i dogmi , l’aborto e tutto l’armamentario horror di cui dispone !

          2. Giannino Stoppani

            La cosa che fa scompisciare dalle risate (mi ci vuole un pannolino!) è che i trollonzi vari dimostrano di non aver la minima idea di cosa si possa o non si possa “inculcare” ad infante che porta il pannolino non essendo ancora in grado di gestire i propri bisogni corporali, nonostante che nelle loro varie identità si siano proclamati felicissimi e appagatissimi genitori di felicissima e appagatissima prole.
            Infatti, come ho scritto pure sotto, non sono certo i paffutelli fanciulli il target della pubblicità, ma i loro più smaliziati genitori, i quali sanno bene chi impiegherà i soldi della paghetta per comprarsi una borsetta e chi invece li spenderà per una marmitta a espansione.

        2. To.ni

          No redazione….no…. non mi moderate ….. l’imbrogliona necrofila si è rivolta a me….

      3. SUSANNA ROLLI

        Aiuto!

    5. Mappo

      E allora MicheleL quale sarebbe il problema in tutto ciò, cosa ci sarebbe di così perverso in questo messaggio pubblicitario? Se questo è sessismo sia benedetto il sessismo

    6. Cisco

      @Michele

      In effetti mi sembra evidente che le donne pensano a farsi brutte e, più che tenerezza, cerchino il femminicidio! Che dire: così adulto e così rincretinito dal Pensiero Unico.

    7. Jadexxx

      Giusto, è davvero sesista. Dicono un falsità pur di vendere pannolini scadenti. la differenza fondamentae tra uomo e donna non sta nel fare cose diverse, ma nel fare le stesse cose in modo dverso. Io sono madre e lo vedo tutti i giorni, sia tra i bimbi che tra i grandi. Che le donne erchino prtezione è un’idiozia, anmche gli uomini amano sentirsi al sicuro, e e donne fanno goal eccome, magari non su un campo di calcio ma nella vita. lLa pubbliità è offensiva e deve ssere censurata.

      1. To.ni

        Conosci gli uomini sbagliati, parla per te. e non tirare regole generali partendo dalla tua esperienza. La pubblicità non deve essere censurata perché si rivolge a gente diversa da te. Tu sei censurata qui con il tuo mondo alternativo? no! Ed allora lascia stare in pace gli altri.

  7. Daniperri

    Chiunque abbia avuto dei neonati sa benissimo che la pipì si posiziona sul pannolino in modo differente a seconda del sesso. Vogliamo dire una buona volta che bisogna essere come minimo tremendamente ottusi per difendere a tutti costi l’indifendibile: maschio e femmina sono diversi, ancorché complementari. Tutto il resto è fuffa. E se il mondo vuole andare da un’altra parte buon per lui, ci vada pure. Io però non dirò mai che due più due fa cinque, anche senza suggerimenti ecclesiali.

    1. MicheleL

      Ecco uno che ha abboccato all’esca avvelenata del gender, abilmente celata dietro al terrorismo sessuale. Si informi meglio sui veri (e ragionevoli) motivi della pronuncia del garante. Si chiede solo di non diffondere pubblicità che inculcano ai bambini idee come quella che le donne devono essere vanesie e passive e gli uomini pruriginosi imprudenti: “Lei penserà a farsi bella, lui a fare goal. Lei cercherà tenerezza, lui avventure. Lei si farà correre dietro, lui invece ti cercherà. Così piccoli e già così diversi.”

      1. Giannino Stoppani

        “Si chiede solo di non diffondere pubblicità che inculcano ai bambini idee come quella che le donne devono essere vanesie e passive e gli uomini pruriginosi imprudenti”
        E infatti tutte le altre pubblicità fanno leva su impulsi di tutt’altro genere e inculcano messaggi di ben altro spessore!
        Uah! Uah! Uah!
        Che ipocrisia del Kaiser!
        Uah! Uah! Uah!

      2. Cisco

        @Michele

        E’ vero, in effetti sono frasi pericolosissime, addirittura si dice che lei cercherà tenerezza (e cosa dovrebbe cercare, sei forse a favore del femminicidio?), mentre invece dire che i quattro gatti che hanno manifestato all’ultima gay parade hanno una probabilità 19 volte superiore di contrarre il virus HIV rispetto agli etero e’ una forma di omofobia: il fatto è che non c’è nulla di più ridicolo di una scomunica arcobaleno.

  8. xyzwk

    Non è in gioco la religione, è in gioco la libertà: quella di formare una famiglia, di non vedersi osteggiati in questa scelta, di educare i figli secondo la propria cultura e la propria coscienza.

    Leggi di Più: Vietato dire come fanno pipì maschi e femmine? | Tempi.it
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    Assolutamente condivisibile da QUALSIASI famiglia! Se questo è il principio su cui basare la famiglia va bene per tutti: belli e brutti.

    1. Giannino Stoppani

      Di famiglia ce n’è una sola. Prima te ne farai una ragione meglio sarà.

      1. xyzwk

        Questo lo dici tu che chiudi gli occhi sulla realtà. Ma è un problema tuo, il mondo va da un’altra parte e sempre piû chi dovrà farsene una ragione sei tu, volente o nolente. Ti consiglio di trasferirti su una isola deserta, così puoi tra l’altro continuare a fare indisturbato il cavernicolo. Al massimo puoi portarti dietro un paio di amici preti che possano dire messa.

        1. Giannino Stoppani

          E’ proprio perché rispetto la realtà che constato il fatto che di famiglia ce n’è una sola.
          A meno che non si voglia far passare per famiglia quelli che di fatto ne sono solo penosi e spesso perversi surrogati.
          Dove va immancabilmente il “mondo” i cristiani lo sanno bene da duemila anni, quindi stai sereno Shiva.
          Ah, dimenticavo.
          Per seguire il tuo consiglio dovrò trovare un’isola deserta molto spaziosa, perché di cavernicoli come me, ieri a in piazza, ce n’erano tantini.

          1. Pepito

            dopo ieri credo che l’isola se la dovranno cercare loro perchè è chiaro che tutti i numerini e numeretti visti sui media in questi ultimi mesi erano “fuffa”. Il popolo, come sottolineato alla grande dall’avv.Amato si è capito bene come la pensa a riguardo.
            Ah, ho goduto parecchio a stare in quella “marea di cavernicoli”.

          2. xyzwk

            Per quanto mi riguarda puoi trovare l’isola che più ti aggrada, sono affari tuoi.
            Ah dimenticavo
            Anche ad essere molto generosi, un milione (in realtà 400 mila, bambini compresi), sono nulla in confronto ai 60 milioni di italiani. Vedi tu…

          3. giovanna

            Certo, xyzwkannaluzzimariarossicarlolenatriestinavalentinaeugeniagianni…..è facile riempire un sito centuplicando i nick, spargendo menzogna e falsità !
            Tanto è vero che l’unico che ha solidarizzato con te, a parte i tuoi nick che fai interagire tra di loro, è stato l’untuoso Nino e in passato lo strupr atore Giovanni cattivo !

            Comunque di gente ce n’era tantissima, tanta veramente, non solo la piazza, enorme, ma le vie limitrofe straboccavano !
            Mi ha fatto tenerezza un attivista gay che intimava al corriere.it di pubblicare foto in cui si vedesse almeno qualche spazio vuoto. Come se il Corriere, se ci fosse stato mezzo metro quadrato vuoto, non ci si sarebbe gettato a pesce !

            In confronto al significato enorme di questa manifestazione per difendere i nostri figli per la società , è una cosa minuscola, ma vuoi mettere la soddisfazione di aver lasciato la squilibrata multinick a bocca aperta, dopo che in questi mesi, con tutte le decine di nick,-fanta-horror mi ripeteva che ero l’unica, o poco più, in Italia, a pensarla così !
            Il fatto è che se uno si rimbambisce a furia di copia e incolla da il fatto quotidiano e repubblica, se vive in solitudine davanti ad un computer, se non ha nemmeno un cane vicino, non ha la percezione che in Italia , ancora, vogliamo resistere agli obbrobri gay-gender.
            Certo, solo una poveraccia squilibrata, davanti ad una manifestazione tanto imponente, può continuare a ripetere il mantra , ma questo credo faccia parte della sua problematica psichica ( autismo? forse, in particolare, asperger ? ) e in ogni caso, lo sconcerto della squilibrata è palpabile.
            Sempre che esistono malati di autismo che non sono cattivi, maleducati e menzogneri al cubo, ma credo che questa patologia non aiuti la multi-nick horror a rapportarsi con la realtà di quello che succede. Diciamo che le concedo un’attenuante. Diciamo che mi fa pena, veramente. Ma non voglio infierire, non oggi ! 🙂

          4. Giannino Stoppani

            Se quelli di ieri erano solo quattrocentomila, il gheipraid dell’altro giorno è stata una trasferta del Borgorosso F.C.
            Vai a letto, vai.

          5. Già il fatto che non ti firmi fa capire che statura morale hai e poi guarda che fai solo parte di una minoranza che si atteggia a maggioranza spalleggiata dai media che sono tutti vostri amici e lo hanno dimostrato con il silenzio che hanno riservato alla manifestazione di Roma fino a Sabato mattina.

          6. SUSANNA ROLLI

            …che la pensano tutti come te, ovvio.

          7. Paolo

            Ma a quale manifestazione era sig. Stoppani? No perchè se si riferisce alla manifestazionicina religiosetta di sabato non c’era, a considerare le cifre ufficiali, un gran affollamento…se poi togliamo i bambini trascinati lì da devoti genitori il numero scende ulteriormente. Questo poi con buona pace del sig. Pepito, a suo godimento o meno…ahhhh a proposito un’altra cosina: le ricordo che non è un suo diritto definire le unioni e le famiglie formate da due persone dello stesso sesso come “penosi e spesso perversi surrogati”.
            Anche se la sua ideologia religiosa glielo fa credere (tra le tante altre cose)”…così non è!

          8. To.ni

            Paoletto
            Tu che a forza di menzogne ti sei convinto che volendo puoi essere una bella moglie ed una mamma deliziosa non trovi certo difficoltà a chiamare quel sonoro ceffone una “manifestazionicina religiosetta “.

          9. Pepito

            “non è un suo diritto definire le unioni e le famiglie formate da due persone dello stesso sesso come “penosi e spesso perversi surrogati”.

            sig.Paolo, noto che lei e il suo guru Scalfarotto avete la stessa idea di democrazia, e cioè
            che ognuno è assolutamente libero di pensarla come dite voi.

            p.s.adesso invece godo nel leggere i commenti isterici di chi è rimasto spiazzato da quella oceanica, maestosa e gioiosa piazza di sabato 20 giugno.

        2. To.ni

          Ma che di realtà parli, imbrogliona spudorata, che per mesi hai scritto con 100 nomi diversi. Ti rendi conto che il fatto che tu, con questo “curriculum” che parli di “realtà” è “comico” ,anzi “ridicolo”‘?
          Hai trovato per i gemellini i pannolini arcobaleno?
          Nino, il padre di famiglia, ti sta aiutando a crescerli? hiva ti fa da cane da guardia in casa?
          Conosci Paoletto “fatina dei denti” che canta paraponziponzipò?

          PS. Sei senza vergogna.

        3. Stefano

          Caro signor XyzwK(o signora, visto che non si capisce dal nick),
          non solo non me ne andrò come lei dice su un isola deserta, ma alcontrario resterò qui a dire la mia idea, e aspetterò semplicemente che venga lei (o chi per lei), per farmi tacere, più o meno definitivamente (perché tanto alla repressione violenta ci arriveremo prima o poi), con buona pace della tanto millantata libertà. Nel frattempo continuerò a fare pipì in piedi, anche se a lei e ai suoi non sta bene non sta bene (a proposito, se tanto mi da tanto, perchè nella pubblicità dei tampax ci sono solo ragazze, come del resto in quelle degli assorbenti in generale: Discriminaziooooneee!!)

    2. Raider

      Di fronte a forze organizzate che la fanno fuori dal vaso scendendo in campo per accusare di discriminazione omofoba i bambini che fanno la pipì senza nulla sapere del gender, non c’è alcun dubbio che si comprende come il genderismo sia uno strumento di oppressione con cui il Pensiero Unico minaccia la libertà di tutti, a cominciare dai bambini.
      NO AL GENDER!
      NO A MATRIMONI E ADOZIONI GAY!
      W LA FAMIGLIA TRADIZIONALE!

      1. Giannino Stoppani

        Raider, non ti far abbindolare dalla neolingua: non esiste la “famiglia tradizionale”, esiste la “famiglia”.

        1. Raider

          Non mi facco abbindolare proprio per niente, caro Giannino: nella guerra delle parole, hanno scelto di perdere così: famiglia è tutto dire, per noi e quindi, troppo poco per i militanti gay e per i supporter del Pensiero Unico: natura non è un termine connotato in maniera abbastanza univoca: mentre Tradizione compendia tutto ciò che il Pensiero Unico rifiuta, combatte e bandisce. Quindi, a loro scorno, “famiglia tradizionale”: giusto perché non sorgano sono possibili equivoci.

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