
Scuola. Prove di convergenza sulla libertà educativa. Sarà Renzi il cavaliere che farà l’impresa?
«Di fronte alla crisi economica non si può non partire dalla scuola». Parole pronunciate da Matteo Renzi nel discorso del suo insediamento. Dall’intervista rilasciata a Tempi dal ministro dell’Istruzione, apprendiamo che il premier si è riservato un tempo di riflessione per arrivare «a fine luglio, inizi di agosto» a varare provvedimenti in materia scolastica. Stefania Giannini ha idee molto chiare in proposito. «È fondamentale garantire la libertà di scelta educativa». Come? Sostanzialmente dando piena attuazione alla legge sull’autonomia. E introducendo il “costo standard” per allievo. In tempo reale arrivano anche dall’opposizione segnali di adesione. La responsabile scuola di Forza Italia, onorevole Elena Centemero, dice: «Il “costo standard” è un modo per razionalizzare i finanziamenti e migliorare i servizi offerti».
Lo stesso Luigi Berlinguer, padre della legge 62/2000 sulla parità scolastica, a un recente convegno dell’associazione Treelle, ha dichiarato: «Istituire una scuola paritaria in Italia è un diritto e non una facoltà, né tantomeno una concessione statale, come vorrebbe qualche magistrato. Lo Stato deve assicurare a queste scuole la piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quelli delle statali». Nel nostro paese, ha proseguito lo storico esponente Pci-Pds-Ds-Pd «“pubblico” è ancora inteso come sinonimo di “statale”. Occorre una revisione culturale profonda. Lo dice un figlio dello stalinismo». Insomma, in tema di scuola libera e plurale, da garantire con risorse equipollenti e adeguate, sia essa statale o paritaria non statale, si è delineata un’ampia convergenza di forze laiche di diversa estrazione politica e culturale. Spetta ora al presidente del Consiglio Matteo Renzi condurre in porto la grande impresa di realizzare anche Italia un sistema educativo finalmente europeo. Cioè a misura del mondo libero.
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