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Il caso Consip è finito in nulla. Proprio per questo non va dimenticato

Di Maurizio Tortorella
13 Marzo 2024
L’ennesima bolla giudiziaria è scoppiata (almeno in primo grado) quando ormai l’opinione pubblica ricordava a stento l’inchiesta. Per chi è stato coinvolto, dopo un decennio di gogna, è impossibile tornare indietro
Il leader di Italia viva Matteo Renzi nello studio della trasmissione di La7 “L’aria che tira”. Sullo sfondo, un titolo di prima pagina del “Fatto quotidiano” sul caso Consip, 12 marzo 2024
Il leader di Italia viva Matteo Renzi nello studio della trasmissione di La7 L’aria che tira. Sullo sfondo, un titolo di prima pagina del Fatto quotidiano sul caso Consip, 12 marzo 2024 (foto Ansa)

Ci sono bolle di sapone che, quando scoppiano, lasciano macchie. La bolla nera di questo pazzo marzo 2024 è quella dell’inchiesta Consip, un procedimento penale aperto a Napoli una decina d’anni fa, poi esploso sui giornali con grande fragore, e infine diviso in più rivoli a seconda degli imputati e della geografia dei loro presunti reati.

Il filone centrale dell’inchiesta Consip, che quattro anni fa s’era trasformato in un processo basato a Roma, s’è appena chiuso con una sonora sconfitta dell’accusa: cioè con una raffica di assoluzioni, che riscrive completamente la storia giudiziaria e politica degli ultimi anni. Il tribunale ha riconosciuto la piena innocenza del padre di Matteo Renzi, Tiziano, e dell’ex sottosegretario renziano alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Altre assoluzioni, sempre perché il fatto non sussiste o perché il fatto non costituisce reato, hanno riconosciuto la piena innocenza degli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo, dell’ex parlamentare Italo Boc...

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