Scuola. Intervista al ministro Giannini: tempi maturi per parità e costo standard

Di Redazione
03 Luglio 2014
Intervistata su Tempi, il ministro dell'Istruzione parla di scuola e costi. «Se si spengono le paritarie, saranno 6 miliardi e spiccioli in più che graveranno sul bilancio del già oneroso bilancio dello Stato»

«A noi Stato italiano cosa conviene? Alla fine ci conviene parità e costo standard». Intervistata dal settimanale Tempi (in edicola da oggi), il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha parlato di scuola, in particolare di quelle statali e paritarie. Nel dialogo col direttore di Tempi, Luigi Amicone, il ministro arriva ad auspicare che si giunga a una effettiva parità anche per le scuole non statali, perché quella attuale è senza «ossigeno, non ci sono le risorse per attuarla concretamente».

Secondo Giannini, «i tempi sembrano maturi perché questo possa avvenire e mi parrebbe curioso che nell’ambito della scuola questa coraggiosa azione di riforma strutturale non avvenisse».
Tuttavia, il ministro vede due importanti ostacoli all’orizzonte: «Primo: i pregiudizi culturali. Pensi alla discussione veramente fuorviante che abbiamo avuto lo scorso anno a proposito del referendum sulle scuole paritarie a Bologna. Mi stupì che anche persone di alto livello culturale sostenessero allora che pubblico è sinonimo di statale. La prima condizione è che la parità scolastica non sia più un tema di parte e, per dirla brutalmente, il tema di una certa sinistra che è contro il paritario perché diventa privato, perché diventa cattolico e perché diventa clericale. Ma è e dev’essere un tema condiviso alla luce di uno schema europeo e di un principio di libertà di scelta educativa che è principio inoppugnabile, qualunque sia la politica alla quale si appartenga».

Il secondo problema è, come detto, quello dei costi. Ma questa potrebbe essere superata con «l’applicazione del “costo standard”». Se ciò non si realizzasse, «tra cinque-sei anni, il sistema delle paritarie si spegnerebbe. Ma se si spengono le paritarie, saranno 6 miliardi e spiccioli in più che graveranno sul bilancio del già oneroso bilancio dello Stato. Dunque, al di là delle considerazioni culturali e di principio fatte sopra, mettiamoci pure la benda della cecità politica: a noi Stato italiano cosa conviene? Alla fine ci conviene parità e costo standard».

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12 commenti

  1. Giovanni Cattivo

    Premetto che non sono informatissimo sulla questione, le mie bimbe frequentano con nostra e loro soddisfazione la scuola pubblica e non ho mai sentito l’esigenza di cambiare.

    Comunque ho letto che la Fondazione Agnelli ha smentito il calcolo del ministro. Intanto bisogna togliere i bambini della scuola dell’infanzia, che è già pagata dal pubblico, anche se non dal Ministero. Poi diceva che se i ragazzi delle private migrassero nelle scuole statali queste dovrebbero nella maggiro parte dei casi aggiungerli a classi che non hanno ancora raggiunto il massimo degli alunni. Quindi il costo sarebbe molto più limitato

    Se ho capito bene il discorso del costo standard (ti do una specie di voucher e tu lo spendi dove vuoi) funzionerebbe se tutte le scuole fossero private, se lo Stato non dovesse comunque garantire un servizio universale. E comunque dovrebbe essere standard anche il contratto degli insegnanti, invece adesso mi pare ce ne siano due.

    Non è che la libertà educativa che la Costituzione garantisce, ma senza oneri, verrebbe a costraci un pò cara? Disposto a cambiare idea se mi dimostra che sbaglio.

    1. Anna Monia Alfieri

      Molto interessante il suo intervento pacato e La ringrazio.
      Credo che qui non è questione di scuola migliore o peggiore ma siamo nel campo dello iruis e cioè che la famiglia sia lasciata libera di esercitare il suo diritto di scelta educativa…. quanto costerebbe? Individuato il costo standard — una operazione simile sarebbe un grosso risparmio per lo stato Italiano…
      gli oneri per lo stato ci sono oggi e salatissimi causa questo diritto non garantito seppur riconosciuto.
      Ciò si deduce da una scienza laica e cioè oggettiva e non viziata dunque da pregiudizi e poi Europa docet. Sarà mai che un principio cosi semplice di economia abbia funzionato ovunque tranne in Italia? ricordiamo che siamo l’unica eccezione in europa…se desidera qui maggiori approfondimenti
      http://www.nonprofitonline.it/default.asp?id=466&ricerca=Anna+Monia+Alfieri&id_n=5753
      http://www.fidaelombardia.it/Objects/Pagina.asp?ID=453
      Grazie

  2. giovanni

    Non credo che chi minaccia di boicottare l’expo e l’economia lombarda solo perchè la regione difende la famiglia “tradizionale”, sia disposto ad accettare provocazioni e scendere a patti ben sapendo che può ottenere tutto senza concedere nulla

  3. beppe

    caro tossani, devono tirare avanti ancora un po’, cercando di stremare el scuole libere e i genitori che pagano DUE VOLTE. le assimileranno piano piano. e quanto al costo in più per lo stato lo diluiranno e truccheranno i conti . e poi diranno che non era vero che ai privati costavano di meno, diranno che gli rubavano le merendine…giuseppe, che ha pagato per 5 anni la retta per la scuola libera per una cara nipotina.

  4. Annamaria Genito

    E’giustissimo,ed e’validissimo istituire anche una graduatoria basata sulle competenze a chiamata diretta,altrimenti i giovani bravi non entreranno mai.In una società come e’quella di oggi,e’interessantissimo tenere la scuola aperta il pomeriggio.Invece però di far arrivare fondi attraverso i canali non chiari dei progetti,dove si disperdono molti soldi,sarebbe auspicabile assumere i precari,che potrebbero fornire chiarimenti sempre ai ragazzi,invece delle 10-15 ore dei corsi di recupero,che spesso sono preda di insegnanti sempre pronti ad accaparrarsi tutto …attraverso i fantomatici progetti. p

  5. ftax

    Bene il ministro Giannini.
    A questo punto sarei curioso di sentire i suoi commenti, assieme a quelli di suor Anna Monia Alfieri cha ha commentato nel merito proprio ieri, a proposito di quanto affermato dalla Fondazione Agnelli qualche giorno fa: «Per accomodare i circa 400 mila studenti in più delle primarie e delle secondarie basterebbe aggiungere una sedia e un banco per classe» (cfr. http://www.corriere.it/scuola/primaria/14_giugno_27/fondazione-agnelli-giannini-paritari-6-miliardi-1f6ddb2e-fe12-11e3-8c6c-322f702c0f79).

    1. Anna Monia Alfieri

      Carissimo Ftax domanda cosa ne penso e mi onora questa sua richiesta. L’ideologia accieca e tradisce la scienza, quando si sostituisce alla libertà e alla responsabilità dell’individuo. Che le scuole paritarie rappresentino una gamba importante accanto alle scuole pubbliche statali del sistema scolastico integrato, che garantiscano fra sacrifici enormi il pluralismo educativo, che rappresentino un risparmio per lo stato, che svolgano un servizio pubblico di qualità, lo conferma la realtà, lo iuris. Solo in Italia siamo ancora fermi disquisire con nessuna utilità per i cittadini, per la societas, per la Nazione. Dunque credo che “Garantire” il diritto alla “libertà di scelta educativa della famiglia, “riconosciuto” sin dal 1948 sia doveroso per uno Stato di diritto, e ogni cittadino dovrebbe auspicarlo. Poi se tutto ciò rappresenta anche un vantaggio in politica di spending rew perchè bloccare simile azione di civiltà?
      Se lo iuris, l’economia, la storia, il buon senso auspicano quanto dichiarato dal Ministro a Tempi e non solo, Allora la domanda che dovremmo rivolgere a chi … è: perchè ci fa cosi paura che il cittadino, l’individuo possa esercitare la propria libertà di scelta educativa? A chi fa paura e perchè? Direi che questa libertà non ha prezzo…

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