“Fra i «danni collaterali» prodotti dalla schizofrenica politica del centrodestra e dall’assenza di una opposizione riformista di centrosinistra, c’è la metamorfosi del linguaggio della politica, di quello dei media in generale e persino dei fiancheggiatori dell’uno e dell’altro schieramento. E’ passato dalla difesa di alcuni principi liberali. E’ passato dalla difesa di alcuni principi liberali (…) alla sua negazione, all’elogio di forme di propaganda demagogica che rasentano il lessico dei totalitarismi di destra e di sinistra del secolo scorso. Un caso di regressione e di degrado civili, oltre che culturali e politici” (Corriere, p. 1).
“L’Unione Europea ha fornito al Cavaliere un assist formidabile, consigliandolo di fare quelle riforme di struttura che aveva messo nel suo programma del ’94. Il governo non solo non lo ha raccolto ma ha scatenato, con la complicità dei media, una caccia all’«untore», il «ricco», identificato tout court con l’«evasore». (…) Nel giro di qualche settimana, la «comunicazione» governativa ha attribuito la crisi – che è della finanza pubblica nazionale, oberata da uno Stato costoso, sprecone e oppressivo – alla «speculazione internazionale», che ne è invece il sintomo; e, una volta constatato dai sondaggi che gli italiani non la bevevano, la fa risalire, ora, all’evasione fiscale” (Corriere, p. 1).
“Che senso logico e finanziario avrebbe l’aumento dell’Iva quando al Sud l’«evasione collettiva» della stessa imposta raggiunge picchi di quasi il 90 per cento ed è tollerata, se non incoraggiata, dalla politica come stabilizzatore sociale e/o utilizzata come voto di scambio? Quale è la logica politica di un governo, e di un’opposizione, che cercano altrove le ragioni del disastro finanziario pubblico, attribuibile, invece, oltre che alle follie dell’antico consociativismo – ancora riproposto recentemente come «governo di unità nazionale» – alle mancate riforme degli ultimi vent’anni? Che senso comune ha l’invocazione di Confindustria a riforme «strutturali», se una certa imprenditoria privata – barricata dentro un diritto societario ostile alla concorrenza – e la burocrazia pubblica, contraria alla produttività, sono entrambe conservatrici almeno quanto governo e opposizione, chiunque sia al governo e all’opposizione?” (Corriere, p. 1)