Repubblica contro la catechista che parla di omosessualità. Lei: «Ho solo spiegato quello che dice la Bibbia»
“Bufera sulla catechista”. Domenica nella pagine milanesi del quotidiano Repubblica è comparso un breve articolo in cui si narrava di una catechista di Segrate (Mi) che si sarebbe permessa di dire che «l’omosessualità è una malattia». La signora, scrive Repubblica, avrebbe pronunciato la frase durante un corso di catechismo «per cresimandi» all’oratorio San Felice. Dopo che un genitori ha riportato l’accaduto su Facebook, è partito il dibattito e, scrive il quotidiano, due ragazzi su dieci avrebbero deciso di abbandonare le lezioni.
SESSO SENZA SENSO. Il Giornale si è preso la briga di cercare la signora – a cui, nell’articolo di Repubblica non era concesso il diritto di replica – per spiegare l’accaduto. Si chiama Marilù De Pinto, ha 63 anni, e al Giornale ha spiegato che «il mio compito è insegnare ai ragazzi quello che dice la Chiesa. I testi sacri ci dicono che l’omosessualità è una perversione, ma ci avvertono che può esserci perversione anche in un rapporto eterosessuale. Ho solo spiegato quello che dice la Bibbia».
Perché ha introdotto l’argomento durante un’ora di catechesi? La signora risponde così: «Alcuni ragazzi continuavano a ripetere che la Chiesa è corrotta, omofoba e razzista. Io cercavo di far capire loro che la Chiesa non odia gli omosessuali. Tutt’altro. La Chiesa porta avanti un discorso sull’umanità e la dignità della persona. Io devo educare i ragazzi all’amore e volevo fargli capire che il sesso, svuotato di ogni significato, sminuisce la nostra umanità». La vicenda ha però travalicato le quattro mura dell’ora di catechismo e la signora se ne dice dispiaciuta, «soprattutto per i ragazzi e la Chiesa».
L’articolo di Repubblica è stato messo on line e poi rimosso, ma spiega De Pinto, «ormai il danno è fatto. Quel pezzo è stato condiviso in rete da seimila persone. Era un articolo che conteneva diversi errori. Chi l’ha scritto non si è nemmeno preoccupato di venire a sentire la mia versione dei fatti. Hanno scritto che i ragazzi erano cresimandi ma la cresima si fa in prima media. E nonostante tutto pretendono di spiegarci cosa la Chiesa può o non può dire».
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34 commenti
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@ Q.B.
Hai dimostrato che dietro la Tua avversione verso l’omosessualità non v’è nulla di razionale e, dunque, estensibile all’intera collettività, ma soltanto l’obbedienza ad un dogma,
Marameo.
A. Diciamo che, nella mia scarsa conoscenza del mondo, ho visto soltanto omosessuali scambiarsi effusioni con persone dello stesso sesso. La questione, comunque, è irrilevante perché, a mio avviso, le relazioni dovrebbero essere tutte liberi, con il limite inderogabile della violenza.
B. Io non sto parlando di matrimonio gay, ma di libertà di vivere una relazione omosessuale alla luce del sole, cioé con la stessa visibilità delle coppie etero: è su questo che sarei curioso di sapere se Lei sia d’accordo o vi si opponga.
C. Perché non è possibile? Poi, se effettivamente l’omosessualità non è una scelta, ma una tendenza, allora è ancor più evidente che, reprimerla, significa discriminare e pregiudicare il diritto al benessere individuale.
Caro cornacchia, o ti sei perso gli ultimi sviluppi della vicenda o sei in malafede: l’esercito del male ha superato le bischerate che scrivi tu, ed è passato direttamente a matrimonio e adozione o generazione surrogata di bambini, con conseguente repressione di ogni opinione difforme (come referenza sfogliati qualche paginata di questo sito).
Perciò alla luce della piega che la cosa ha preso, mi sembra evidente che stai pettinando bambole.
Comunque per non lasciar dubbi: Levitico 18:22: “ Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna. E’ abominio”. Punto.
@ Q.B.
Non è vero.
a) Non credo che due uomini o due donne che si scambiano effusioni siano semplici amici. Almeno a me (eterosessuale) non verrebbe da farlo con gli amici. Fermo restando che, se uno vuole, lo può fare.
b) Si può praticare l’omosessualità anche senza provare questa tendenza, come, al contrario, ci si può astenere dalla pratica omosessuale pur avendo questa tendenza. Quindi, si tratta di mera correlazione e non di vera e propria causalità efficiente.
a.1 il mondo non finisce in corrispodenza della punta del tuo naso: ci sono ancora oggi luoghi del mondo dove gesti di affettuosità anche tra uomini hanno significato di amicizia, non altro. Nel passato questi comportamenti erano diffusi anche in italia (scopri il lessico degli epistolari di alcuni letterati).
a.3 ripeto la domanda: anche ammettendo un rapporto di affettuosità (!) come può questo essere una buona ragione per garantire la discriminazione positiva che l’ordinamento riserva al fertile matrimonio di diritto naturale? E’ stato ripetuto ad nauseam: se l’affetto è il criterio, perchè non due fratelli o cinque persone? Se invece è necessaria la congiunzione carnale per definire valido il matrimonio (conosci il rato non consummato come ragione di annullamento?) può una pratica che nulla ha a che fare con la sessualità (scusa a crudezza ma l’ano non è per definizione un organo sessuale) giustificare il privilegium?
b. Si può praticare l’omosessualità senza avere tendenze omosessuali?! Ma di cosa stai parlando ?!?
Notevole lo zelo dei piccoli delatori e genitori-minkia che si sono premurati di diffondere la “notizia”. Verrebbe da dire : chiudiamo gli oratori e i vostri figli parcheggiateli altrove, magari presso educatori gay.
Perchè non vanno da un imam, o dal rabbino capo di Milano a fare domande capziose sull’omosessualità?
Che gente di m……!
“Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.”
“Pacs e porcherie varie hanno come base l’arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei culattoni”
Roberto Calderoli
Novantadue minuti di applausi!
Sempre con riferimento alla distinzione fra diritto alla salute e moralità, riporto il mio commento all’articolo relativo al ragazzo gay che ha tentato il suicidio. Mi piacerebbe ascoltare le vostre risposte, purché, anche se caustiche, non trascendano nell’aggressione verbale.
Ma se, per pura ipotesi, fosse stato vessato perché viveva apertamente una relazione omosessuale, che cosa avreste detto? Se avreste condannato severamente le vessazioni e difeso strenuamente la libertà omosessuale, allora l’articolo lo condivido in pieno.
Io condanno severissamente le vessazioni e altrettanto chiaramente il comportamento omossesuale (fai bene attenzione, IL COMPORTAMENTO, non colui che si comporta in tal modo; il giudizio su di lui lo lascio completamente a Dio ricordandomi bene che alla fine dovrà giudicare anche me. Ma sarò giudicato anche sulla testimonianza e la correzione fraterna che avrò dato a lui).
@ Q.B.
Lei conosce la differenza fra tendenza omosessuale e pratica omosessuale?
La prima può essere perfettamente sana, anche se la seconda può veicolare delle malattie. Si consideri, peraltro, che l’omosessualità può essere vissuta anche in maniera casta, cioé con atti di tenerezza e di affetti, che non trascendono nella genitalità.
a. Il termine “sessualità” della parola composta omo-sessualità farebbe riferimento a tenerezza e affetti? in questo caso sarebbe allora omoaffettività che se contestualizzata in altre epoche o anche in altre culture a noi contemporanee corrisponde a semplice e nobile amicizia tra due persone. E questa dovrebbe essere una buona ragione per garantire la discriminazione positiva che l’ordinamento riserva al matrimonio di diritto naturale? Ma non scherziamo.
b. quì non so se scherzi o dici sul serio: la conosci la differenza tra tendenza a drogarsi e l’effettiva assuzione di droghe? Senza la prima non c’è la seconda? Causa-effetto?
@ Gmtubini
Ciao.
Io, in tutti i siti Internet in cui si è parlato della notizia, ho letto che la Signora avrebbe detto che l’omosessualità è una malattia. Poi, se tutte le agenzie di informazioni mentono, allora non so cosa farci. Da questo punto di vista, però, posso anche ipotizzare che la stessa catechista non esista e sia soltanto un’invenzione di Repubblica.
Quanto ad Ippocrate, un conto è dire che la professione medica deve essere ispirata all’etica ed alla morale, altro è affermare che, sotto il profilo diagnostico, una condizione può essere considerata malata perché induce all’immoralità. Mi sembra evidente e non capisco perché dovrebbe essere diverso nel campo dell’orientamento sessuale.
1. Per “tutti i siti internet in cui si è parlato della notizia” intendi forse dire tutti i luoghi su internet dove la NOTIZIA FORNITA DA REPUBBLICA è stata ripresa???
2. Non perchè induce all’immoralità ma perchè induce malattie, con buona pace delle vostre mistificazioni
Ciao Cornacchia, scusa il ritardo di queste risposte alle tue obiezioni
1) Le agenzie mentono eccome, non te ne eri accorto finora? Se poi hanno feisbuc come fonte delle notizie senza verificarle adeguatamente…
2) la catechista in questione esiste eccome, ma probabilmente non ha detto quello che le viene attribuito, e fa specie anche venire a sapere che nessuno si sia ricordato di domandare a lei quale fosse la sua versione dell’accaduto: una volta si chiamava dovere di cronaca…
3) sul punto di cosa sia o non sia una malattia non saprei cosa dire, e a quanto pare nel caso in oggetto non lo sanno di preciso nemmeno gli psichiatri stessi, visto che per depennare l’omosessualità dall’elenco dei disturbi mentali hanno deciso per votazione… Non so quanto c’entri questa cosa, ma io ho una gatta con tre zampe affettuosissima e dolcissima, la quale se la cava alla grande e non pare affatto dispiaciuta della sua condizione (al contrario di noi umani che siamo sempre a lagnarsi) e noi le vogliamo bene così com’è, tuttavia razionalmente non posso non riconoscere che con quattro zampe lei sarebbe stata meglio.
Salve,
sono sconvolto dai commenti letti. Soprattutto per le basi scorrette su cui si basano. In primis nel Vecchio testamento è vero che c’è scritto che un uomo che commette atti sessuali con un altro uomo commette abominio, ma lo stesso fa chi si taglia la barba o chi mangia carne di maiale o chi sfiora una donna mestruata. Forse dovremmo concentrarci sulla felicità delle persone e non su ciò che è scritto su un testo, che tra l’altro si contraddice in più parti. Secondo: il virus dell’HIV è diffuso parimenti tra gay ed etero e non è relazionato alla propria tendenza sessuale bensì ai comportamenti a rischio. Ultima cosa, nel Nuovo testamento Gesù accoglieva tutti, il suo messaggio è basato sull’amore. Se due persone dello stesso sesso si amano non credo facciano qualcosa di male. Cosa confermata da molti preti che grazie al cielo stanno uscendo dal dogmatismo e venendo incontro alla gente. Siete più conservatori della stessa chiesa cattolica, e spargete odio.
Guarda ti do fiducia: voglio credere che tu qui sia nuovo e che non sei il solito troll pseudo-biblista esperto in tutto che appare con nomi diversi e che le spara come fuochi d’artificio. Leggendo gli abstract dal manuale compatto arcigay che hai scritto sopra ne ho il forte sospetto ma, ti ripeto, voglio darti fiducia.
Allora ti invito a leggere altri commenti, anche postati sotto altri articoli e troverai tutte le riposte a quelle che in un moto di misericordia fraterna definirò “obiezioni”. Poi potrai argomentare sulla base di quanto già discusso altrove. Saranno naturalmente apprezzati pensieri originali.
Grazie per la tua misericordiosa fratellanza, devo però dire che sono nuovo di questo sito, stavo navigando e mi sono imbattuto in questi commenti. Devo dire che avevo deciso di non rispondere ma quando ho letto bestialità atroci, da clinico (sessuologo), credente e soprattutto essere umano ho deciso di dare una risposta, cercavo di buttare qualche seme ma scioccamente avevo dimenticato che nel terreno infertile non cresce nulla. Il godere dell’aids come flagello contro i gay non solo non è cristiano ma parte da presupposti ignoranti e pericolosi, dobbiamo tutti usare il profilattico, sia gay che etero, perché l’hiv colpisce tutti indistintamente. Da omosessuale probabilmente commetto abominio, ma ripeto che lo stesso livello di gravità comportamentale è dato dalla Bibbia a chi si fa la barba, a chi tocca (anche solo sfiorandola con un dito) una donna mestruata, a chi mangia carne di maiale. Credo che la differenza tra noi occidentali e i talebani sia che viviamo in uno stato laico in cui i testi sacri e quelli civili sono ben separati. Siamo tutti uguali davanti alla legge per cui se un uomo può, se vuole, sposare una donna che ama, deve poter fare lo stesso con l’uomo che ama e con cui vuole dividere la vita. Se siamo felici dio e felice. Rispondi a questo se hai argomenti nuovi, senza odio e senza rancore un saluto
Adesso ti chiami Salvo\a\(non so cosa mettere per il neutro)…….??
Guarda se le tue argomentazioni si fermano a come declinare il mio nome (evidentemente non ne possiedi altre) chiamamii soltanto Salve, che è un saluto di pace
Mi sono shoccato del rumori che si fa su questo evento. La catechista non ha sbagliata, però un avvenimento come questa ci chiama a pensare sulla nostra fede. Come mai ci sono coloro che parlano del campo medicale come la signora ha detto le cose in un convegno dei scienziati, lei ha parlato nel oratorio, un ambiente della Chiesa e di educazione religioso! Anche se la Chiesa ama gli omosessuali, non dice che l’omosessualità non è una malattia, almeno spiritualmente. Uno che è nato cieco, ha un difetto e siamo tutti chiamati ad aiutarlo a vivere meglio. È una soppressa che una cosa come questa si può contestare qua. L’Europa sta perdendo la sua anima!
Che la pratica omosessualità possa diffondere malattie non significa che la tendenza sia malata. Poi, nel campo della medicina, l’etica e la morale sono assolutamente irrilevanti.
La signora non ha parlato di malattia, lo ha fatto Repubblica, hai scritto a loro le tue rimostranze?.
Quasi quasi mi sfuggiva: “l’etica e la morale sono irrilevanti nel campo della medicina”?
Vabbè, va… Mettiamola così: già che sei a scrivere rimostranze, scrivine una anche al povero Ippocrate.
spero che chi deve intervenire lo faccia subito e con autorevolezza, e non come i conigli della curia di venezia. stiamo già entrando in un clima degno delle peggiori dittature, dove i bambini sono spie e le autorita lasciano soli i loro collaboratori. sono avvilito.
Ecco affacciarsi sulle pagine di questo sito un altro costituzionalista di chiara fama: er cornacchia.
Dunque riepilogando, prima parla di informazioni “inveritiere” (boh) sulla morbilità della sodomia blaterando di compromissione del diritto costituzionale alla salute (ka-boom). Poi, resosi conto della trombonata, ripiega e con logica cristallina sostiene che si, l’omosessualità può diffondere malattie, però questo non è sufficiente a suggerire, anche solo suggerire, che vi sia qualcosa di non salutare in detta pratica.
Un po’ come dire che l’eroina fa male, è vero, ma ciò non basta a dire che l’assuzione di droghe non sia una pratica poco sana.
Come chiosa, in una sola riga cassa dal panorama culturale secoli di dibattito intorno ai rapporti tra etica e scienza.
Indubbiamente siamo di fronte a un fuoriclasse.
Caro Cornacchia, tenga le sue ridicole affermazioni per se. Sono davvero assurde e patetiche. A partire dalla idiozia secondo cui, l’etica e la morale, nella medicina, siano irrilevanti. Forse sono irrilevanti per un immorale o un cinico, non per un essere umano, che notoriamente è dotato anche di intelletto, coscienza, etica e morale. Ed un medico, notoriamente è un essere umano, non una macchina o un robot. Si faccia curare Sig. Cornacchia, ma da uno davvero bravo, ne ha davvero tanto ma tanto bisogno!
Da http://www.culturaattolica.it
Domenica 2 giugno 2013
Pensavo che fosse finito il tempo in cui i figli erano invitati a denunciare i genitori, e gli alunni i maestri! Anche il comunismo avrebbe dovuto fare il suo tempo, e la delazione affidata ai più piccoli dovrebbe essere oramai un lontano ricordo. Purtroppo però non è così: me ne sono accorto leggendo in internet l’articolo di Repubblica che dà notizia di quanto accaduto a Segrate (Mi) qualche giorno fa.
Si dà il caso che, nella Parrocchia citata, io ci sia stato come sacerdote per più di dieci anni, e quindi che conosca ciò di cui si parla.
Ma non è su quello che intendo esprimermi. Lì si racconta di una catechista che avrebbe espresso ai ragazzi che si preparano alla Cresima (ragazzi – sia ben chiaro – di terza media) un giudizio sui comportamenti omosessuali, secondo quanto indicato dalla Chiesa (basterebbe un’occhiata a San Paolo e al catechismo della Chiesa cattolica, oltre ai recenti pronunciamenti del magistero, per capire come non si tratti di “opinioni personali” ma di “dottrina”). Conoscendo la catechista (che stimo per la sua umanità e per il bene che so che vuole ai ragazzi) le ho telefonato per capire che cosa fosse successo realmente. Non vi dico il mio stupore quando ho appreso che lei, della notizia apparsa sui giornali, non ne sapeva nulla.
Ho pensato a quanto accaduto, e ho capito alcune cose.
Ho capito che il giornalista non sa fare bene il suo mestiere: ha intervistato il sindaco, il sacerdote dell’oratorio, ha cercato su Facebook… ma non ha parlato con la diretta interessata.
Ho capito che notizie vanno di moda ora. A favore di chi e contro chi.
Ho capito che i ragazzi sono diventati e usati come spie, come delatori, e che il rapporto educativo ha perso di significato.
Ho capito che i sacerdoti (almeno alcuni – stando all’articolista) non hanno il coraggio di difendere i propri collaboratori, né la dottrina.
Ho capito che si vorrebbe come misura della ortodossia il politically correct, il sentire comune (o meglio, quello imposto da certi mass-media) e non la tradizione della Chiesa (N.B.: rigorosamente della Chiesa cattolica, perché se un buddista o un mussulmano insegnasse ai suoi adepti le proprie convinzioni, guai a chi si permettesse di criticarlo).
Ho capito che tra gli uomini è inutile parlare e confrontarsi. Basta postare su Facebook, così gli “amici” sapranno…
Scusate, ma ho capito anche che chi vuole vivere in un mondo dove ci si stima, ci si rispetta, ci si ascolta e ci si può anche correggere avrà molti ostacoli e rischierà di essere lasciato solo!
E allora diamoci da fare per combattere una buona battaglia. Ce n’é un gran bisogno. E fuori dai piedi questi uomini che invece che comunicare indottrinano la gente, accusando chi gratuitamente si mette a disposizione dei giovani, di faziosità e di strumentalizzazione!
D.Mangiarotti
A mio avviso, se la Chiesa intendesse davvero difendere la propria onorabilità, prenderebbe le distanze da questa insegnante. In nessun passo del catechismo v’è scritto che l’omosessualità sia una malattia, non essendo la Chiesa competente in materia medica, ma soltanto nella sfera etico-morale. Inoltre, diffondere informazioni inveritiere in materia medica rischia di compromettere il diritto costituzionale dell’individuo alla salute.
ma leggere per intero l’articolo no!?
La signora risponde così: «Alcuni ragazzi continuavano a ripetere che la Chiesa è corrotta, omofoba e razzista. Io cercavo di far capire loro che la Chiesa non odia gli omosessuali. Tutt’altro. La Chiesa porta avanti un discorso sull’umanità e la dignità della persona. Io devo educare i ragazzi all’amore e volevo fargli capire che il sesso, svuotato di ogni significato, sminuisce la nostra umanità»
Se gli uomini di Chiesa della Diocesi milanese avessero veramente intenzione di difendere la loro onorabilità e di conseguenza quella della signora, dovrebbero sostenerla a spada tratta.
La signora ha detto tutte sacrosante verità.
Le origini dell’AIDS furono negli USA, quando un gruppo di omosessuali abitanti nelle grandi metropoli furono colpiti per la prima volta dal virus dell’HIV.
Poi la malattia si diffuse anche tra gli eterosessuali, per via della promiscuità dei rapporti.
I rischi di ammalarsi oggi sono ancora più diffusi tra i gay.
Quindi la signora merita di essere lodata sia per aver espresso benissimo la posizione etico-morale della Chiesa, sia per aver detto la verità su una questione anche di interesse medico.
Trovo onestamente ridicolo, da un punto di vista culturale, che l’obiezione comune sia “da nessuna parte della Bibbia si trova scritto”. Evito di riportare gli innumerevoli passaggi in cui, in modo esplicito, o attraverso la rappresentazione di vicende umane, la Bibbia descrive quei comportamenti che sono deviati, corrotti, contrari alla Grazia. Tra questi sono ben descritte le devianze di carattere sessuale, che investono tanto l’eterosessualita’ quanto l’omosessualita’. Evitando di spostare il discorso in ambito teologico e morale, mi chiedo: come si puo’ discutere di un argomento senza averne la minima coscienza? Sarebbe come parlare di fisica senza sapere chi e’ Newton. A chiunque crede che “la Bibbia non ha mai detto che”, suggerisco di approfondire l’argomento.
Si, una delle prime preoccupazioni della Chiesa e difendere la propria “onorabilità” agli occhi di er cornacchia.