Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Mentre da Napoli suona la campana per D’Alema, il ministro della Giustizia rassicura il circo mediatico-giudiziario. «Sulle intercettazioni non ci sarà bavaglio». Dall’“avanti tutta” al “tutta indietro” dopo che un ministro non indagato ha dovuto dimettersi per proteggere i suoi figli dallo stillicidio di origliamenti, “penalmente irrilevanti”, ma dai quali si sarebbe dovuto difendere sine die. Perché il governo si rimangia il rimedio a una pratica da regime di colonelli? D’altra parte quando il circo vuole mettersi il bavaglio, il bavaglio se lo mette. Eccome. Tant’è che, eliminato un ministro, fa calare il silenzio (per adesso) sull’inchiesta (la terza) che annunciava la rivelazione di «uno scenario devastante di corruzione sistemica».
Eppure nelle redazioni dei giornali ce ne sono a iosa di intercettazioni. Il “testimone attendibile”, Giulio Burchi, è uomo Pd. E di uomini Pd (lato minoranza) le carte sono piene di chiacchiere. Non solo. Nelle migliaia di informative e intercettazioni, ci sono cose pesanti. C’è odore di mafia e di massoneria. Altro che le parole di Lupi e duemila euro dietro una libreria, ad oggi unico “riscontro” alle presunte mazzette versate dalla coppia Incalza-Perotti (in cambio di ben 25 miliardi di lavori pubblici!?).
Non saremo noi che, per dispetto, suggeriremo polveroni politicamente orientati. Però, siccome sappiamo che lo sfascismo fondato sul ciclo dei rifiuti si nutre della raccolta differenziata delle intercettazioni. Siccome abbiamo precisa contezza del lavaggio del cervello operato su un’opinione pubblica ormai istruita a pensare di risolvere i problemi con un “sono tutti corrotti, tutti in galera”, a Renzi e al suo ministro consigliamo vivamente di non accontentarsi che passi ’a nuttata. Sono cose molto semplici a farsi e non occorrono grandi rivoluzioni. Si può perfino soprassedere su una inutile (vedete che anche noi abbiamo ripensamenti?) legge di responsabilità civile che nella sostanza nulla cambia della legge precedente.
Mentre è indispensabile ripristinare lo Stato di diritto e il diritto a un processo giusto. La pubblicazione delle intercettazioni – tutte le intercettazioni – va vietata fino a che le carte processuali siano in tavola e accusa e difesa si trovino davanti a una corte. Allo stesso modo occorre separare le carriere dei pm, sia da quelle dei giudici sia da quelle dei giornalisti. Terzo, stanno infilando una dietro l’altra leggi che favoriscono i corrotti e la corruzione della giustizia: dalla Severino alla riforma della prescrizione, tutto sembra concepito per mettere sotto minaccia il buon senso e all’ingrasso la propaganda. Lo ha detto Nordio, procuratore che ha fatto pulizia al Mose, «è dal tempo di Tacito che più una Repubblica è corrotta più moltiplica le leggi contro la corruzione». Ora, finché avrà le ambasciate americana e tedesca che gli offrono affetto ed empatia, Renzi starà sereno. Ma è solo questione di tempo. Perché o cambia il sistema della democrazia manomessa, oppure, giocoforza, ce n’è per tutti, il sistema si mangerà anche Renzi e i suoi.
Foto Ansa