Rcs. Elkann contro Della Valle: «È un nano, si preoccupi di Tod’s»

Di Chiara Rizzo
11 Febbraio 2014
Diego Della Valle è pronto a chiedere un'azione di responsabilità per azzerare il cda. Ma il presidente Fiat non ci sta.

Volano i piatti in casa Rcs: il presidente di Fiat John Elkann ha risposto alle indiscrezioni di quotidiani come Repubblica, e lo stesso Corriere, su un Diego Della Valle pronto a a presentare un’azione di responsabilità contro il consiglio di amministrazione di via Solferino. Elkann ha replicato subito usando ironia al vetriolo: «Non posso pensare che Della Valle abbia preoccupazioni su Rcs. Penso che la Tod’s lo preoccupi. La Tod’s va male, è giù del 20 per cento rispetto ai suoi concorrenti da inizio anno. Rispetto a Prada, Armani, Lvmh e Kering è un nano. Un’azienda di dimensioni piccole che non sta andando bene».

LA CAUSA DEL BUCO. Toni tanto acidi persino nell’élites cultural-finanziar-mediatiche del paese lasciano capire quanto male vadano le cose a Rcs. Qualche mese l’ad Pietro Scott Jovane e il board compatto (e Elkann si ricorda che è il primo azionista in via Solferino) hanno approvato e varato un piano di “rilancio” che hanno portato alla vendita degli immobili di via Solferino e via San Marco sedi storiche del Corriere e della Gazzetta (120 milioni di euro al Blackstone Group), all’aumento di capitale e agli esuberi annunciati lo scorso 8 febbraio (640 persone in Italia, altri 160 nel resto del mondo) che hanno però portato ad un calo in borsa (-2,89 per cento). Contro questo piano, fortemente appoggiato dagli azionisti di maggioranza Fiat e Banca IntesaSanPaolo, naturalmente si sono sempre schierati i giornalisti e il comitato di redazione: i quali dal canto loro hanno denunciato come causa del fortissimo passivo (-870 milioni di euro) sia stata l’acquisizione del gruppo spagnolo Recoletos (El Mundo), avviato e voluto quando era ad di Rcs Antonello Perricone (uomo ritenuto del gruppo Fiat, dato che l’incarico che prima ricopriva era ad di La Stampa). L’acquisizione di Recoletos, secondo la denuncia dei giornalisti del Corriere, è poi avvenuta soprattutto grazie agli stretti rapporti tra l’ex presidente Fiat Luca Cordero di Montezemolo e i vertici di Banco Santander (a loro volta imparentati con la proprietà di Recoletos) e con la benedizione di Mediobanca, altro principale azionista di Rcs.

SCONTRI INTERNI. Contro le recenti scelte del board si è schierato da sempre anche Urbano Cairo (titolare di un pacchetto azionario del 2 per cento), contrario alla vendita degli immobili, ma anche Diego Della Valle (8,8 per cento). Il patron di Tod’s già a novembre aveva scritto una missiva al presidente di Rcs in cui ha espresso forti perplessità sul piano e ha chiesto l’azzeramento del board. Ora però le indiscrezioni di Repubblica e Corriere hanno visto Della Valle ancora più agguerrito, e pronto a contrastare nei fatti la gestione attuale del gruppo ritenuta troppo vicina a IntesaSanPaolo. Oltre a Cairo, in questa “fronda critica” lo stesso Corriere della sera rivela potrebbe esserci forse anche la stessa Mediobanca. Ecco dunque spiegata l’alta tensione che scorre nella replica di Elkann, notoriamente molto pacato e che in questa occasione invece è sembrato più teso a sottolineare i rapporti di forza dentro il gruppo. Oggi il presidente Fiat ha anche sottolineato che sull’operato del cda di Rcs si dichiara «molto soddisfatto, come lo sono e dovrebbero essere tutti gli azionisti di Rcs, da quando l’aumento di capitale è avvenuto il titolo è cresciuto del 25 per cento, la società è gestita bene, le azioni del management sono state molto efficaci e il cda è indipendente e prende le decisioni nell’interesse della società».

DELLA VALLE: «ELKANN VENGA A FARE UNO STAGE IN TOD’S». Poche ore dopo è giunta la replica piccatissima e ugualmente al vetriolo di Della Valle, che ha invitato Elkann a venire a visitare la Tod’s e poi «Potrebbe anche rimanere per uno stage, visto che ha molto tempo libero, così potrà imparare cosa vuol dire lavorare per davvero». Dopo Della Valle ha dato un affondo alla Fca (Fiat Chrysler automobile): «Con un paese che vive una situazione drammatica, invece di essere pronta a dare il massimo appoggio, la famiglia Agnelli-Elkann è scappata nella penombra per sistemare al meglio i propri affari personali. Chi si comporta in questo modo non merita nessun rispetto».

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