Pierre-Henri, un cuoco down all’Eliseo. «Ha cambiato tutto, non eravamo molto abituati agli abbracci»
Le cucine del Palazzo presidenziale francese sono più grandi di un appartamento. Cinquecento metri quadrati di piani di lavoro, preziose pentole e padelle in rame (dei tempi della monarchia) dove lavorano ogni giorno 22 cuochi e pasticceri. Cucinano per il presidente della Repubblica francese, François Hollande, ovviamente, ma anche per i suoi ospiti e per tutto il personale dell’Eliseo. In tutto, 70 mila coperti all’anno.
PIERRE-HENRI. Per tre giorni, guidato dallo chef Guillaume Gomez, i piatti più raffinati della Francia sono stati preparati da Pierre-Henri Masson, cuoco di 23 anni, affetto dalla Sindrome di Down. Pierre-Henri è potuto entrare all’Eliseo dalla porta principale perché ha vinto il primo premio a “Gourm’hand”, concorso di cucina per portatori di handicap.
UNA RIVOLUZIONE. «Quando è venuto a conoscenza del concorso, è venuto da me, determinatissimo, e mi ha detto: “Voglio partecipare”», racconta Stéphane Le Goff, maestro di Pierre-Henri al ristorante Les Pifaudais, specializzato nell’assunzione e formazioni di ragazzi con la trisomia 21. «Ero motivato, ho lavorato duro con Stéphane», aggiunge Pierre-Henri, che con il suo atteggiamento ha rivoluzionato l’atmosfera nella cucina presidenziale: «Ha cambiato tutto, non eravamo molto abituati agli abbracci», ha commentato lo chef di Hollande.
«GRAZIE A NOSTRO FIGLIO». Pierre-Henri ha cucinato martedì per Hollande una faraona: «Sto vivendo un sogno», ha dichiarato ai giornalisti il giovane. «Mio nonno era cuoco nella Marina. È per lui che sto facendo tutto questo: se mi vede da lassù, sarà fiero di me». Il presidente della République si palesa nel salone Murat alla fine del Consiglio dei Ministri e oltre a Pierre-Henri, accoglie all’Eliseo la sua famiglia. «Ma vi rendete conto? Siamo stati invitati all’Eliseo grazie a nostro figlio. Siamo così fieri di lui», si entusiasma la madre Sergine Masson.
«TUTTO È POSSIBILE». Alla cerimonia Pierre-Henri abbraccia tutti: il suo mentore Stéphane, lo chef Gomez e poi anche Hollande. Il presidente commenta, visibilmente commosso: «Questo concorso dimostra che tutto è aperto, tutto è possibile. Questo è un messaggio stupendo che mandiamo a tutto il paese». Chissà se, dopo questo incontro, Hollande non decida di rivedere la politica della Francia, che è «il paese leader nell’eliminazione dei bambini con trisomia 21 prima della loro nascita (96%)». Ad agosto, addirittura, l’autorità televisiva francese aveva definito «inappropriata» la diffusione di uno spot (“Cara futura mamma”), colpevole di mostrare che la vita di un ragazzo down può essere bella, come quella di Pierre-Henri: «Questo [spot] era suscettibile di causare problemi alla coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte di vita differenti».
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4 commenti
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Dall’articolo non si riesce a capire se Pierre è in grado di cucinare autonomamente un piatto senza l’aiuto di qualcuno. Se così fosse è veramente una persona eccezionale ma se invece non fosse in grado di farlo diventa lavoro assistito per handicappati e relativo sfruttamento mediatico da parte di Hollande, la solita fuffa buonista di sinistra.
Ma perché ti sei lasciato sfuggire l’occasione di stare zitto e apprezzare una bella iniziativa che ha arricchito la vita di molte persone, tra cui il presidente Hollande e ha magari lasciato un segno anche in lui che potrà portare frutto? Caro Alberto, dovresti liberarti dal pregiudizio e dagli scheletri ideologici.
caro – e tenero – giacomo. si , siamo degli incorreggibili cattivoni. non ne lasciamo passare una che sia una. come quella della ragazza rom – vedi il Giornale – alla quale hanno regalato un lavoro e per documentare l’evento hanno scritto pure un libretto ….. finiamola una buona volta.
Caro Giacomo,
se mi dici di stare zitto non sei libero dal pregiudizio.
Rispetto grandemente Pierre per quello che ha fatto ma non rispetto coloro che lo sfruttano per illudere i buonisti come te che non vedono come il male si insinua nelle nostre vite mascherato da buone intenzioni.
La vigilanza deve essere assoluta e non dobbiamo lasciarci commuovere da situazioni che sono chiaramente strumentalizzate.
Caro amico mio oggi come cristiani siamo in guerra, siamo assediati e ogni giorno fratelli muoiono non posso lasciare passare nulla perchè il nemico è potente.