Perché i domiciliari per Formigoni sono una bella notizia
Per gente come noi, gente che non ha mai fatto mistero dell’amicizia con lui, la concessione dei domiciliari a Roberto Formigoni è una bella notizia. Innanzitutto per lui, che ha dovuto trascorrere cinque mesi in carcere, e tutti possiamo immaginare cosa significhi, anche se Bollate è un penitenziario “a cinque stelle” (amara ironia). Ma è una bella notizia anche per noi, che nella sua storia ci riconosciamo, che siamo legati a lui, che non abbiamo una concezione della giustizia come vendetta.
Anche per noi è una bella notizia, e lo scriviamo nella consapevolezza che i domiciliari sono comunque una forma pesante di privazione della libertà. Resta il fatto che, per fortuna, dei giudici abbiano riconosciuto essere disumano e sbagliato continuare a tenere Formigoni in cella, sebbene la spazzacorrotti, questa legge figlia del giustizialismo grillino, sostenesse il contrario.
Quando il 22 febbraio scorso, anniversario della scomparsa di don Luigi Giussani, per l’ex governatore lombardo si aprirono le porte del carcere, scrivemmo che c’era un compito per tutti gli amici ed era quello di non rinnegare una storia, e di dirlo pubblicamente, senza vanto ma anche senza paura.
Le oltre 2.000 lettere che in questi mesi abbiamo pubblicato su Tempi sono una piccola grande testimonianza di questo. Il tempo suggerirà a noi e a Formigoni come affrontare questa nuova prova. Oggi lasciateci festeggiare questa piccola notizia (i domiciliari) assieme a quell’altra, quella grande: l’amicizia non è reato.
Foto Ansa
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