Pell trasferito nel carcere di massima sicurezza che ospita i mafiosi

Di Redazione
15 Gennaio 2020
Il trasferimento nella prigione di Barwon del cardinale australiano condannato in primo e secondo grado per abusi sessuali, sarebbe stato motivato dal tentativo dei media di fotografarlo con un drone mentre svolgeva mansioni di giardinaggio
Il cardinale George Pell in manette durante il processo

Il cardinale George Pell è stato trasferito dalla prigione di Melbourne dove è rinchiuso da oltre un anno al carcere di massima sicurezza di Barwon, famoso per ospitare efferati boss mafiosi. La decisione, secondo quanto riportato dall’Herald Sun, è stata presa dopo che un drone ha illegalmente sorvolato il carcere di Melbourne, forse per cercare di riprendere Pell mentre svolgeva mansioni di giardinaggio.

UDIENZA FINALE ATTESA VERSO MARZO

Pell, 78 anni, condannato per abusi sessuali in primo e secondo grado a sei anni di carcere, è ricorso in ultimo grado all’Alta corte di Canberra, che ha accettato nonostante l’opposizione della Procura di ascoltare il caso. Secondo l’agenzia Reuters l’udienza è attesa a marzo, al più presto.

Fino ad ora Pell è sempre stato tenuto in isolamento, senza poter recitare la Messa o leggere il breviario, in teoria per tutelare la sua sicurezza. Alla vigilia di Natale, un gruppo di giovani cattolici vietnamiti di Melbourne aveva condotto una processione lungo tutto il perimetro esterno del carcere recitando il rosario per Pell, «per la sua rapida liberazione», per lo staff della prigione, per i carcerati e per le vittime di abusi sessuali.

L’INTERVISTA DI TEMPI AD ANDREW BOLT

Il processo al cardinale George Pell è pieno di falle e punti oscuri, e sempre più giuristi e giornalisti prendono apertamente le difese dell’ex tesoriere del Vaticano. Tra questi, il più famoso e influente in Australia è sicuramente Andrew Bolt, agnostico, autore del blog politico più letto di tutto il paese, editorialista di alcuni dei principali quotidiani e volto televisivo di Sky. Bolt ha rilasciato un’intervista a Tempi, pubblicata nell’ultimo numero di gennaio: «Pell è un capro espiatorio. Sta pagando sulla sua pelle l’odio sempre più diffuso in questo paese verso il cristianesimo e i conservatori in generale. È incredibile che questo processo sia arrivato all’Alta corte perché non è solo improbabile che il cardinale abbia commesso gli abusi dei quali viene accusato, è letteralmente impossibile», ha dichiarato in un passaggio alla nostra rivista.

Foto Ansa

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