Abusi. L’Alta corte ascolterà nel 2020 le ragioni della difesa di Pell
L’Alta corte di Canberra, ultimo grado di giudizio nel diritto australiano, ha annunciato martedì che i legali del cardinale George Pell potranno esporre le motivazioni per le quali intendono ricorrere in appello in ultima istanza. L’ex tesoriere del Vaticano è stato condannato per abusi sessuali a sei anni di carcere in primo e secondo grado e la possibilità di ricorrere all’Alta corte non è ancora scontata. Come riportato dal Guardian dalla Bbc, infatti, il caso verrà esaminato l’anno prossimo in via straordinaria da tutti e sette i giudici, che nella stessa udienza ascolteranno le ragioni della difesa e decideranno se concedere il ricorso.
PELL IN ISOLAMENTO NON PUÒ DIRE MESSA
La Procura di Victoria si era opposto a permettere a Pell di ricorrere all’Alta corte. In favore del cardinale e delle ragioni della difesa ha sicuramente giocato la lunga opinione dissenziente scritta da uno dei tre magistrati del processo d’appello, Mark Weinberg. Secondo il giudice, il verdetto non soddisfa il principio in base al quale una persona può essere condannata solo se le prove ne dimostrano la colpevolezza «oltre ogni ragionevole dubbio».
Il 78enne Pell, che si trova in carcere in isolamento senza la possibilità di dire Messa da quasi un anno, si è sempre dichiarato innocente. È accusato di aver compiuto abusi sessuali nel 1996 su due giovani membri del coro dopo una Messa nella sacristia della cattedrale di San Patrick. Uno dei due giovani è morto, dopo aver confessato alla madre di non essere mai stato abusato. Durante il processo di primo grado decine di testimoni hanno scagionato Pell, evidenziando come fosse impossibile che l’abuso sia avvenuto nelle circostanze descritte dal querelante. I magistrati, nonostante questo, si sono sempre dichiarati certi dell’attendibilità del querelante.
UN PROCESSO PIENO DI FALLE
Media locali e internazionali hanno più volte evidenziato le stranezze e le falle del processo, mentre in una approfondita analisi della sentenza scritta da John Finnis, filosofo del Diritto dell’università cattolica di Notre Dame, sono stati delineati tutti gli errori logici e giuridici del verdetto di colpevolezza.
L’ultima parola sul più importante caso di abusi sessuali al mondo, per l’alta carica ricoperta dall’imputato, spetta ora all’Alta Corte. Il Vaticano, che ha rimosso Pell dal cerchio ristretto dei collaboratori del Papa ma non l’hai mai privato della carica cardinalizia, ha ribadito che aspetterà la sentenza definitiva nel rispetto della giustizia australiana.
Foto Ansa
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