Papa Francesco: «I nonni sono la memoria di un popolo. Non dimentichiamoli nelle case di riposo»
Papa Francesco ha incontrato in piazza San Pietro 40 mila nonni, in occasione dell’evento intitolato “La benedizione della lunga vita” promosso dal Pontificio consiglio per la famiglia. «Non c’è futuro per il popolo» senza l’incontro tra le generazioni, ha detto il Santo Padre, e se i giovani che «vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori» non «recuperano l’incontro» con loro. E ha aggiunto: «Se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo».
MEMORIA DI UN POPOLO. Prima della messa Papa Francesco ha ascoltato la testimonianza di Mubarak, profugo dal Kurdistan iracheno, in piazza con la moglie Aneesa, con cui è sposato da 51 anni e insieme hanno 10 figli e 12 nipoti. Sono «scappati da una violenta persecuzione», ha detto il papa, sottolineando che «è molto bello che siate venuti qui oggi: è un dono per la Chiesa. E noi vi offriamo la nostra vicinanza, la nostra preghiera e l’aiuto concreto». Perché «la violenza sugli anziani è disumana», ha detto Francesco, «come quella sui bambini. Ma Dio non vi abbandona, è con voi! Con il suo aiuto voi siete e continuerete ad essere memoria per il vostro popolo; e anche per noi, per la grande famiglia della Chiesa».
ALBERI CHE PORTANO FRUTTO. «Grazie!», ha proseguito il Santo Padre, ricordando ai fedeli che «questi fratelli ci testimoniano che anche nelle prove più difficili, gli anziani che hanno fede sono come alberi che continuano a portare frutto. E questo vale anche nelle situazioni più ordinarie, dove però ci possono essere altre tentazioni, e altre forme di discriminazione». «In quei Paesi – ha aggiunto – dove la persecuzione religiosa è stata crudele (penso, per esempio, all’Albania, dove mi sono recato domenica scorsa) in quei Paesi sono stati i nonni a portare i bambini a battezzare di nascosto, a dare loro la fede. Bravi! Sono stati bravi nella persecuzione e hanno salvato la fede in quei Paesi!».
LA CULTURA DELLO SCARTO. Papa Francesco, che ha concelebrato messa insieme a cento sacerdoti anziani, è tornate a condannare la «cultura dello scarto». «Non sempre – ha ricordato – l’anziano, il nonno, la nonna, ha una famiglia che può accoglierlo. E allora ben vengano le case per gli anziani… purché siano veramente case, e non prigioni! E siano per gli anziani, e non per gli interessi di qualcuno altro!». Prigioni dove «gli anziani vivono dimenticati, come nascosti, trascurati». Queste «case per anziani – ha proseguito Francesco – dovrebbero essere dei polmoni di umanità in un paese, in un quartiere, in una parrocchia; dovrebbero essere dei santuari di umanità dove chi è vecchio e debole viene curato e custodito come un fratello o una sorella maggiore. Fa tanto bene andare a trovare un anziano! Guardate i nostri ragazzi: a volte li vediamo svogliati e tristi; vanno a trovare un anziano, e diventano gioiosi!». Per questo motivo «siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto, i cristiani con tutti gli uomini di buona volontà chiamati a costruire una società più umana, paziente e inclusiva».
L’ABBRACCIO CON BENEDETTO XVI. L’incontro con gli anziani ha anche visto il ritorno in piazza san Pietro di Benedetto XVI, accolto con gran calore dai presenti e salutato affettuosamente da papa Francesco. «Ho detto tante volte che mi piaceva tanto che lui abitasse qui in Vaticano», ha detto il Papa, «perché è come avere il nonno saggio a casa. Grazie!».
Infine, dopo l’omelia, all’Angelus, il Papa ha affidato il Sinodo sulla famiglia che si aprirà domenica prossima alla Madonna: «Invito tutti, singoli e comunità, a pregare per questo importante evento e affido questa intenzione all’intercessione di Maria Salus Populi Romani».
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Ma se si sostengono politicamente governi i cui rappresentanti massoni chiamano “bamboccioni” i giovani precari che si affidano alla famiglia, diffondendo il messaggio che ognuno si deve arrangiare da solo, quale sorte ci aspettiamo per i nonni?