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«La società di massa non vuole cultura, ma svago», diceva Hannah Arendt. E la droga di questo svago è l’informazione: politica per indignarsi, economica per angosciarsi, nera per spaventarsi, rosa e sportiva per rilassarsi. Un continuo ripetersi di notizie per creare stati d’animo istantanei, far respirare l’animo appena un palmo sopra il pelo dell’acqua, distrarre, convincere che è il pensiero primo – quello più epidermico e istintivo – l’unica chiave di lettura per interpretare il mondo.
Chi, al contrario, ci aiuta a formarci un giudizio e non solo un’opinione sulle cose, a tenere in giusta considerazione ideale e reale, a distinguere il peccato dal peccatore, a dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare? La Chiesa che, infatti, quale segno di contraddizione, è odiata e denigrata. T.S. Eliot l’aveva capito benissimo: «Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Essa ricorda loro la vita e la morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare… Essi cercano sempre d’evadere...
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