Il Papa e la “medaglia massonica” europea
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Hanno assicurato a Boris che il premio Carlo Magno assegnato a papa Francesco è una medaglia massonica. E che egli avrebbe risposto in perfetta rima accennando a «un nuovo umanesimo europeo», a un «sogno» e all’«utopia» necessari per vivere. Ben diverso l’approccio di (san) Giovanni Paolo II che aveva invocato drammaticamente: «Europa ricordati del tuo battesimo».
Affronto la questione senza paura. Boris respinge il sospetto che peraltro indecentemente colpì anche papa Wojtyla. È vero che il «sogno di un nuovo umanesimo europeo» è appunto lo scopo di tutte le filosofie filantropiche, fin da quando apparve in Guerra e pace, introdotto da Tolstoj, il «gesuita in tonaca corta», «coi capelli bianchi come la neve e gli occhi neri sfavillanti» che voleva convertire gli ortodossi a questo universalismo amorevole. Il fatto è che Francesco sceglie un’altra strada. Non insiste più come i predecessori sul riconoscimento delle «radici cristiane» dell’Europa. Anzi, dice: «L’identità europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multiculturale». Ritiene finito il tempo della dura contrapposizione dialettica. Gli basta rivendicare, davanti ai capi delle istituzioni europee, che si lasci posto ai «testimoni del Vangelo».
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Senza Cristo la civiltà si perde
In sostanza in un’epoca dove l’Europa è assolutamente post-cristiana, come già denunciava Péguy, quel che il Papa chiede è la libertà per la Chiesa di essere se stessa, di poter soccorrere le persone come faceva il Nazareno, con la misericordia. Non per filantropia, ma alla maniera di Madre Teresa. «Portando la presenza forte e semplice di Gesù, la sua misericordia consolante e incoraggiante. Dio desidera abitare tra gli uomini, ma può farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro. Solo una Chiesa ricca di testimoni potrà ridare l’acqua pura del Vangelo alle radici dell’Europa».
È una scelta niente affatto in contraddizione con quella di Giovanni Paolo. Egli fece crollare i muri, invocò la libertà, chiese ai popoli di ricordarsi il battesimo dell’Europa, quello di Pietro, quello di Colombano, quello di Cirillo e Metodio. La risposta a Wojtyla è stata come quella data a Paolo all’Aeropago dai filosofi: «Di questo ci parlerai un’altra volta». Ora Bergoglio ha ripreso il discorso coi filosofi, aprendo sulle ali, si direbbe in termini calcistici, invece che difendere e attaccare centralmente sul piano della diatriba sulle radici, fa presente che senza Cristo l’Europa non più madre si perde, e chiede: lasciateci usare misericordia ai poveri. Consapevole che la negazione di Dio e di Cristo è potentissima, è inutile inseguire la “vana nostalgia” ma bisogna accettare la sfida di una lunga marcia.
I fiori che insidiano le mura della fortezza di Erode
Boris studiò da ragazzo la storia di monache e suore nel Nord Italia tra fine Settecento e primi decenni dell’Ottocento. Napoleone proibì e sciolse tutte le congregazioni religiose, confiscò i beni della Chiesa. Il popolo oppresso da questa violenza anticristiana si ribellò. Una cosa non poté vietare Napoleone: la presenza delle suore negli ospedali, nessuno poteva operare come loro la misericordia. Neanche lui seppe o volle impedirlo. Alcuni potrebbero dire allora che quelle religiose si resero complici dell’assolutismo anticristiano, che le usava come foglie di fico di una barbarie illiberale.
Fecero come Gesù avrebbe fatto. Come poi la prossima grande santa Madre Teresa di Calcutta avrebbe insegnato proponendo una presenza ovunque, anche in regimi totalitari, che però permettevano tra le pietre la crescita di questo fiore, che – se Dio vorrà, e la libertà degli uomini acconsentirà – farà con le sue piccole radici e la sua bellezza crepare le mura della fortezza di Erode.
Non è facile per tanti accettare questo cambiamento di tono di Francesco. Ma è un altro movimento della stessa sinfonia drammatica iniziata dai suoi predecessori dopo il Concilio.
Foto Ansa/Ap
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15 commenti
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è di queste ultime ore una noterella di Francesco , A BRACCIO, sul fatto che ANCHE LA CONCLUSIONE DEL VANGELO SECONDO MATTEO ” andate e fate discepole tutte le genti” POTREBBE ESSERE INTERPRETATO IN CHIAVE ESPANSIONISTICA DEL CRISTIANESIMO. frase detta per BILANCIARE una timidissima critica all’islam. con subitanea precisazione che per islam PERICOLOSO si intende solo DAESH o ISIS. e parallelamente paolo mieli fa le pulci storiche alla STRAGE DI OTRANTO dicendo che i cristiani non furono uccisi perchè non volevano convertirsi, ma PERCHE’ NON SI ERANO ARRESI IMMEDIATAMENTE. QUISQUILIE, direbbe un grande pensatore del secolo scorso………
Infatti il Cristianesimo fa missione, non proselitismo stile islamico. Questo, se lo ha detto per davvero, voleva dire il Papa. I tradizionalisti ormai se le inventano, pur di dare addosso al Papa.
Se voleva dire così poteva anche spiegarsi meglio, però! Dare sempre il destro a cattive interpretazioni mi sembra molto pericoloso, soprattutto di questi tempi.
Senza il testo Beppe potrebbe esserselo inventato lui.
Grazie Lucia, anch’io concordo con te. Il disagio è fortissimo e ogni giorno aumenta. Negarlo o sminuirlo non aiuta di certo.
In questa opzione benedettina vedo un rischio: che il potere ci tolga anche il nostro tentativo di essere misericordiosi. Pensiamo a quanti ostacoli, adesso che pure abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce, ci mettano tra le ruote quando si parla di scuola paritaria, quanti ostacoli agli oratori e alle formazioni sociali…alla fine ci toglieranno anche la possibilità di fare il bene, dopo averci tolto quella di dire la verità.
Basta vedere nei paesi islamici (come sarà l’Italia tra 30 anni), piuttosto che quello che inizia ad accadere negli USA. Non puoi fare il pasticciere, il messo comunale, devi chiudere gli orfonotrofi (UK), non puoi fare impresa senza pagare ai dipendenti gli aborti (USA), non puo fare l’università (Canada)…non puoi vivere la tua fede.
L’impegno deve essere a tuttotondo: dalla politica (in primis, grazie Formiga per il buono scuola, altrimenti dovrei mandare i bambini a sentirsi l’arcigay a scuola, un paio di volte l’anno e sentirsi parlare tutti i giorni del cristianesimo come di una superstizione da bigotti ignoranti) agli ospedali, senza rinunciare ad alcun aspetto della società e ricordando finchè si ha voce che senza Cristo si muore.
Non so se l’evanvelizzazione e la Grazia dipendano più dal “tono” dell’annuncio dispetto alla sua sincerità e verità, ma certo un gesuita come questo Papa deve saperla lunga. Resta il problema di come affrontare i propri persecutori oltre che pregando per la loro conversione (Napoleone alla fine si convertì, ma era oggettivamente difficile resistere alla sua forza militare). Anche oggi è difficile resistere alla forza persuasiva del potere, ma almeno in Occidente i cristiani avrebbero ancora ampio spazio per una testimonianza pubblica ben più convinta: eppure tutto tace…
…introdusse il codice di famiglia moderno?
Ma stai prendendo per i fondelli?
Diciamo che introdusse il codice di morte moderno.
Fai il conto delle perdite nelle guerre napoleoniche, da ambo le parti: assommi a MILIONI di morti di soli militari, a cui devi aggiungere un milione e mezzo di civili.
E’ stato come una guerra mondiale, se non peggio.
E i Francesi stessi l’hanno pagata la sua politica espansionistica con una valanga di morti.
Sulla schiavitù, poi, sei proprio fuori strada.
La schiavitù sparisce con l’avvento del Cristianesimo.
La servitù della gleba è un legame molto vincolante, ma di fatto non è schiavitù, e si diffonde non da Cristiani, ma da popoli invasori che niente avevano a che vedere col Cristianesimo, anche se in seguito furono cristianizzati. Ma restavano padroni “laici” che avevano fondato le loro fortune sulle guerre.
La schiavitù, invece, ha una lunghissima tradizione nel mondo islamico.
I saraceni battevano le coste italiane per fare razzie di bottino. Il bottino erano anche le donne e i bambini.
A fine 600, all’epoca dell’assedio di Vienna, nel mercato di Costantinopoli, ribattezzata Istambul, il prezzo degli schiavi crollò per eccesso di merce, cioè europei razziati dalle milizie islamiche in risalita verso Vienna, salvata da un re cristiano polacco, Sobiesky era il suo nome, e da un monaco veneto, Marco da Aviano.
Squartamento delle donne per battezzare i feti……….sei ridicolo.
Sarà che ti confondi col parto cesareo?
Napoleone ha assicurato diritti, certo, in primis quello di crepare in una delle sue guerre espansionistiche.
E ha massacrato il suo popolo prima ancora degli altri.
Infatti i Francesi lo considerano un dittatore.
Uno che si è lanciato in campagne militari, alcune delle quali disastrose e fallimentari (vedi Campagna di Russia).
Ecco, ovunque arrivava Napoleone i cimiteri si gonfiavano.
Paolo poncina
Grazie Renato
Mi ha consolato il tono , soprattutto, di questo articolo.
Ne avevo bisogno.
Grazie
Pretendono di essere letti -è il loro scopo- e non si sanno nemmeno spiegare bene; pazienza……
Grazie a Renato Farina per l’interessante articolo.
Caro Boris, non mi interessano i retroscena più o meno massonici, faccio solo alcune osservazioni consapevole che questo dibattito che sta spaccando il mondo cattolico è ahimè un dialogo tra sordi e quindi quasi puramente accademico:
1) papa Wojtyla non ha solo invocato “Europa ricordati del tuo battesimo”, ma è stato anche un grande testimone, della carità e della verità. Non era forse già “assolutamente non cristiana” la Polonia comunista e l’Europa in cui Wojtyla ha operato e parlato da vescovo e da papa?
2) la libertà per la chiesa di essere se stessa non coincide solo con la possibilità di “soccorrere le persone”(questo il potere lo permetterà sempre, è così comodo che lo faccia qualcun altro a costo zero…), ma anche con il diritto di proclamare la verità, e questo il potere non è molto disposto a farlo, ma perché autocensurarsi prima ancora di essere del tutto imbavagliati? I vescovi e il papa possono ancora parlare, mi sembra: è debole l’obiezione “tanto non mi ascoltano”, anche Gesù non è stato ascoltato dai potenti, e potremmo fare miriadi di esempi di grandi testimoni nella storia della chiesa che non hanno taciuto pur non essendo ascoltati dai potenti di turno, ma testimoniare la verità fa parte della missione della chiesa, tanto quanto esercitare la carità e la misericordia.
3) è vero quanto dici di madre Teresa, ma ho ricordi personali, per averla sentita più volte, del fatto che non c’era un incontro pubblico in cui non denunciasse la piaga dell’aborto (lo fece anche quando ricevette il Nobel, cosa politicamente scorrettissima!), cosa che adesso ben pochi sono disposti a fare, per non arrivare a una “dura contrapposizione dialettica”
3) tanti poveri cristiani come me, che non hanno MAI contrapposto la verità e la misericordia, seguendo l’insegnamento millenario della chiesa, si trovano ora continuamente rinfacciata questa contrapposizione da coloro che credono che la “testimonianza”” della carità senza la “testimonianza” della verità potrà fare finalmente breccia in questo mondo post cristiano. E perché mai?
Grazie,
sono esattamente d’accorto con te.
Vivo la stessa fatica e disagio.
Volevo ringraziare anch’io Lucia. Sono perplesso quanto lei, e penso che a questo punto siamo in tanti. Non di solo pane vive l’uomo, non l’ho detto io né Lucia, eppure la Chiesa di oggi sembra essersene dimenticata.