

In Italia sono state riconosciute le nozze fra persone dello stesso sesso? Fa discutere la sentenza di un giudice di Grosseto secondo cui l’unione fra due uomini – che avevano contratto matrimonio a New York nel dicembre 2012 – deve essere ammessa alla trascrizione nei registri del Comune. Così come è stata presentata ieri dai quotidiani, la sentenza è innovativa, non è contraria alla Costituzione perché l’articolo 29 non specifica il sesso dei coniugi, è al passo con le deliberazioni europee, poggia su alcuni articoli del codice civile. Insomma, tutto regolare e a norma di legge. Ma la situazione è ben più complicata da come la si vuole far intendere. Oltre, infatti, a dimenticare l’articolo 29 della Costituzione che parla di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, dimentica l’articolo 143 del Codice Civile che parla di «marito» e «moglie», così come altre norme dell’ordinamento giuridico che fanno riferimento agli stessi termini. Il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, infatti, ha dichiarato che impugnerà la sentenza.
E anche secondo Giancarlo Cerrelli, vicepresidente nazionale dell’Unione giuristi cattolici italiani, essa è «creativa». «Il giudice di Grosseto – spiega Cerrelli a tempi.it -, oltre a non tenere conto del Codice civile, non ha nemmeno tenuto conto della stessa giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che, pur affermando che la nozione di matrimonio si applica anche a quello fra persone dello stesso sesso, non obbliga gli Stati a raggiungere tale risultato e che spetta al legislatore legiferare in materia. Esistono alcuni limiti insuperabili che nemmeno un giudice può valicare».
Cerrelli, cosa intende?
Ho letto il testo del giudice toscano. In esso si fa riferimento alla sentenza del 15 marzo 2012 della Cassazione, la numero 4184, e a quelle della Cedu (Convenzione europea dei diritto dell’uomo). La sentenza della Cassazione dice che coppie dello stesso sesso hanno diritto a un trattamento omogeneo rispetto a quelle eterosessuali. La stessa sentenza, però, afferma che tale trattamento non è «trascrivibile» perché non è presente nel nostro ordinamento giuridico. In altre parole, spiega che non esiste un obbligo per il nostro ordinamento a procedere al riconoscimento di una famiglia non tradizionale che abbia contratto un’unione matrimoniale all’estero.
Diceva che c’è anche un riferimento alla sentenza della Cedu.
Va premesso che la Cedu non è un organo dell’Unione Europea e quindi le sue sentenze non sono immediatamente vincolanti per i giudici degli Stati membri. La Cedu riconosce il matrimonio omosessuale, ma questo non significa che l’Italia debba farlo. E, infatti, sia la Cassazione sia la Corte Costituzionale nell’ordinanza 138 del 15 aprile 2010 dà atto in premessa che la nostra disciplina del matrimonio postula la diversità di sesso tra i coniugi nel quadro di «una consolidata e ultramillenaria nozione di matrimonio».
Ma allora perché si sente dire che è l’Europa a chiederci di introdurre il matrimonio fra persone dello stesso sesso?
Vede, se lei legge l’articolo 12 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo troverà scritto: «Uomini e donne in età adatta hanno diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali regolanti l’esercizio di tale diritto». Si parla quindi di «uomini» e «donne» e «leggi nazionali». Ma, oggi, l’attenzione delle Corti si è spostata da questo articolo agli articoli 8 e 14, i quali vengono interpretati come favorevoli a ogni tipo di unione. Il primo riguarda la vita familiare e privata e viene inteso in maniera molto elastica, cioè per famiglia si considera qualsiasi tipo di unione, anche quella fra omosessuali. L’articolo 14 ci parla, invece, del divieto di discriminazione, non inteso come difesa dei diritti e delle libertà di tutti, ma come diritto per tutti a poter fare tutto. Questo, però, badi bene, è quel che dice la Cedu, che non è organo europeo e i cui pareri non sono vincolanti. Al contrario di quelli della Corte di Giustizia Europea, che ha sede in Lussemburgo, e che in una sentenza del 25 aprile 2013 nella causa C-81/12 (Asociaţia ACCEPT controConsiliul Naţional pentru Combaterea Discriminări) ha affermato che il termine “matrimonio” designa un’unione fra due persone di sesso diverso non assimilabile ad altre forme di unioni e che eventuali disparità di trattamento vanno affrontate e risolte sul piano dei diritti individuali.
Quindi la sentenza di Grosseto non introduce il matrimonio gay in Italia.
No. Quello, al massimo, è compito del legislatore. D’altronde, come può una pronuncia di primo grado aprire alle nozze omosessuali? Il pubblico ministero, infatti, ha già annunciato che impugnerà la sentenza.
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Immaginiamo che lo Sceicco Mohammed lì Ben Yusuf alMansuri, principe regnante in un piccolo Stato Arabo il MUKTAB , decida di venire in Italia e stabilirsi a Sgurgola Marsicana per godere dell’aria salubre per una lunga vacanza , portandosi dietro le sue QUATTRO mogli legittime previste dal Corano e le sue altre TRENTASEI concubine numero di conviventi che sono previste LEGALMENTE nel suo Paese. Nel suo Stato il MUKTAB scoppia una ‘primavera araba’ che lo spodesta. Egli chiede naturalmente asilo politico da noi e dopo cinque anni decide di prendere la cittadinanza italiana. Va quindi a registrare la sua situazione al Comune di Sgurgola marsicana presentando i certificati di matrimonio e concubinaggio all’Anagrafe. Cosa devono fare il povero impiegato comunale ed il Sindaco? Accettare i certificati e registrare i QUARANTA matrimoni come LEGALI in quanto nel MUKTAB sono legali? Ma come diceva Totò: MA MI FACCIA IL PIACERE”!!!!!
«Uomini e donne in età adatta hanno diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali regolanti l’esercizio di tale diritto».
Dove lo trova scritto il signore vicepresidente dei giuristi cattolici (ma guarda un po’) in questa frase l’esclusione delle famiglie omosessuali?
Deve è scritto che il matrimonio è solo tra due persone di sesso diverso?
No perché va bene l’ideologia religiosa che di sproloqui ne crea e ne ha sempre creati però non siamo tutti così fuori….
Se si volevano comprendere gli omosessuali si metteva “gli esseri umani”, invece si è messo “uomini e donne”.
I soliti sofismi da asilo mariuccia.
E’ proprio questo che da fastidio. Non tanto che gli omosessuali facciano quello che vogliono fare di nascosto (ivi compresi i moltissimi prelati che lo fanno mentendo a se’ ed agli altri) ma che si ammetta che fanno parte della societa’ e che le istituzioni dello stato (laico, perche’ il cattolicesimo non e’ che una religione tra tante, e coloro che lo praticano assiduamente sono assai pochi – basta vedere quanta gente va in chiesa regolarmente o, ancor meglio, a confessarsi) siano anche alla loro portata. I tempi della teocrazia sono passati.
Mi farebbe proprio piacere che i commentatori contro i diritti LGBT rivelassero la propria eta’. Si scoprirebbe allora che la vastissima parte rimpiangono gli anni cinquanta della loro giovinezza, quando l’indice ancora esisteva. Le nuove generazioni hanno in generale un rispetto assai piu’ grande per la pluralita’, per fortuna.
I tempi della teocrazia a queste latitudini son finiti grazie al cristianesimo e se tu avessi studiato un po’, invece che di rimpinzarti di propaganda e pregiudizi, lo sapresti bene.
In compenso i tempi dei somari continuano imperterriti.
Non tiene conto della giurisprudenza europea? Lo so che Tempi non l’ha riportato e all’interno di CL vige l’obbligo dell’obbedienza assoluta ai superiori che inibisce il libero ragionamento ed assunzione di notizie, ma e’ di pochi giorni la notizia che una ennesima nazione europea, il Regno Unito, ha passato in applicazione la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso (Marriage act (same sex)). Ora, il Regno Unito e’ in Europa, la legge e’ passata come parte della giurisproudenza del Regno Unito, ergo il matrimonio tra persone dello stesso sesso e’ parte della giurisprudenza di ancora un’ altra nazione europea. Il Regno Unito e’ in Europa. L’Uganda, no. Quindi il matrimonio tra persone dello stesso sesso fa perte della tradizione giuristica europea. O no?
E Croazia e Ungheria che hanno detto NO alle nozze gay non sono in Europa?
Beh, gli stati europei all’avanguardia nella protezione dei diritti della persona, quelli in cui gli italiani emigrano per il lavoro che manca in Italia, che hanno una maggiore produttivita’, una migliore qualita’ della vita e meglio tutelano i propri cittadini hanno ampia legislazione in proposito. Cosa facciamo, ignoriamo l’esempio di quelli che sono meglio organizzati dell’Italia e piu’ rispettosi dei propri cittadini (vedi il caso di un boss mafioso siciliano che ha ottenuto di rimanere in Inghilterra a causa dell’indecente stato delle carceri italiane) e prendiamo spunto da quelli che trattano peggio la propria popolazione? A questo punto perche’ non prendere spunto dall’Uganda, Iran, Russia, Corea del Nord?
E a proposito di Ungeria, Jobbik, il partito di estrema destra che ha appena avuto il 20% dei voti in Ungeria sarebbe un bell’esempio del primato ungerese in materia di diritti umani? Complimenti!
Dai, il pinzimonio ve lo possiamo dare
Forse Jobbik no, ma Orban che ha messo nella costituzione (confermata democraticamente, cosa che le vostre lobbies non sono nemmeno cosa sono) che il matrimonio e’ solo tra uomo e donna ha preso il 49%… e in Ungheria le unioni omosessuali sono tutelate.
Informati meglio! Hanno patti civili simili al matrimonio!
Ennesimo… quale grande esempio di democrazia e civilta’.. forse queste belle frottole le potete vendere ai giornaletti italiani politicamente corretti… sappiamo bene come sono state approvate. Nessuno dei tre partiti l’ha messo nel programma, l’elettorato e’ stato spodestato del diritto a decidere su una cosa cosi importante… piu’ di duemila anni di nozione di matrimonio buttati per i miliardi che le vostre lobbies hanno versato ai partiti per far approvare la legge. Bel pezzo di democrazia, quando il business is business.
Massimo, ma in che paese vivi? Forse non nella stessa Inghilterra dove vivo anch’io. L’ex ministro dell’Equality MariaMiller dopo lo scandalo rimborsi, e’ stata mandata a casa anche per il modo in cui ha forzato le nozze gay per il parlamento. Forse hai la memoria cortissima ma quando il premier ha presentato le nozze gay, non ha avuto nemmeno il sostegno del suo stesso partito. Roba che in Italia si sarebbe dovuto dimettere. Magari potreste fare una bella colletta e pagare i debiti di Miller… d’altronde i favori si pagano…
Allora, signor Csillag, io non so che informazione legge in Inghilterra, ma io leggo tutto dall’Independent, Guardian, Daily Mail, Sun, Mirror, Times, Telegraph e Private Eye. La Miller e’ stata defenestrata non per i matrimoni gay (come aveva detto Norman Tebbit, che non e’ il vangelo ed ha immediatamente ritrattato) ma per i rimborsi. Quanto al sostegno di Cameron dal suo partito, la invito ad andare su youtube ed a cercare il video del dibattito sul matrimonio gay. Trovera’ un altissimo numero di conservatori, oltre a quasi tutti i laburisti e ai liberal democratici che hanno parlato completamente a favore. Perfino il Telegraph ed il Sun, che erano inizialmente opposti, si sono poi schierati con la maggioranza a favore. E’ vero che ci sono stati degli oppositori, soprattutto a livello di constituency – principalmente piu’ anziani – ma non hanno avuto alcun influsso. Infatti, una volta passata la legge non se ne e’ parlato piu’ e molti che erano contrari (per esempio il ministro della difesa) hanno poi ritrattato dicendo che erano stati contrari ai tempi dell’approvazione NON alla approvazione della legge. Rimangono pochi sparuti personaggi come Ann Widdecombe (la quale scrive su un giornalaccio di destra che non legge nessuno, e che tra l’altro e’ di proprieta’ di un tizio che possiede vari canali cable di contenuto altamente pornografico – se legge Private Eye, lo sapra’ – un bel conflitto etico per una come la Widdecombe che a momenti veniva nominata ambasciatrice presso il Vaticano, ma lei prende i soldi della sua colonna di commento e non commenta su questo particolare) ma la quasi totalita’ dei commentatori come Matthew Parris (ex conservative MP sotto Margaret Thatcher) per esempio sono universalmente a favore. E, non si preoccupi, non fu la Miller, come se fosse onnipotente, l’unica sostenitrice della legge, e se non fosse passata sotto il suo tenure, sarebbe passata comunque. Se vuole ulteriori riferimenti bibliografici, glieLi posso indicare, ma perfavore, basta disinformazione. Oltretutto, anche il Italia si parla inglese, si vede la BBC, si leggono i giornali.
Se fa fatica a trovare il video sull’approvazione del matrimonio gay in parlamento eccolo qui. Questi sono i parlamentari gay del Regno Unito che portano la loro testimonianza personale al dibattito. Noti che molti sono conservative:
http://www.youtube.com/watch?v=GqWDoLilzW8
Per essere precisi, 128 parlamentari conservatori hanno votato contro la legge,
117 a favore. La legge e’ passata con 366 voti contro 161. Rimane il fatto che e’ passata con abbondantissimo margine e che la comunita’ LGBT e’ orgogliosa e fiera di un risultato cosi’ bello, democratico, egalitario e libero. Fatevene una ragione.
E per puntualizzare su una possibile caduta del governo perche’ molti della destra conservatrice (anagraficamente i piu’ attempati, in generale, o quelli che temevano di piu’ per i propri seggi in constituencies a maggioranza di anziani contrari, le cosi’ dette old biddies) il governo non sarebbe caduto affatto perche’ e’ un governo di coalizione, come Lei sa, e la stragrande maggioranza dei lib-dem erano completamente in favore della legge. Una volta che il Sun, il Telegraph e perfino il Daily Mail hanno capito che la stragrande maggioranza della popolazione e’ a favore della legge, gli si sono schierati dietro, e guarda caso, voci altamente critiche come Melanie Phillips – nota come ‘Mad Mel’ ai lettori di Private Eye – mancano da un pezzo dal Daily Mail, il quotidiano di destra, perche’ tutti i giornali si sono resi conto che tale agenda sociale ultraconservatrice non e’ supportata dall’opinione pubblica, e i giornali hanno bisogno del favore dei propri lettori.
Infatti io non ho detto che Miller sia stata cacciata per la legge, ma fondamentalmente i suoi amici Tories non l’hanno difesa. Poi farsene una ragione? Come dire ad un vegetariano, qui si mangia solo carne. Egualitario, liberale e democratico… bravi bravi…ah ah questa e’ bella!!! io leggo il Telegraph, l’indipendent e abbiamo gli occhi aperti e le cose ce le ricordiamo bene, mio caro. Ne andate fieri che tanti vostri compagni porteranno i dissidenti in tribunale?!? E le 500.000 firme che sono state raccolte della Coaltion for Marriage? E la consultazione on-line? se questo fosse un paese democratico avremmo fatto un referendum. Gliene posso dare io quante ne vuole di riferimenti.. stia tranquillo, non mi deve convincere. Io sono fiero di affermare e di credere che il matrimonio e’ solo tra un uomo e una donna. E tanti silenziosi come me. E non sarete voi ne i vostri politicanti da quattro soldi a farmi cambiare idea. Quando vedremo tra molto breve i primi gay che divorzieranno rideremo, in quanto purtroppo nella legislazione inglese non si puo’ dimostrare cosa sia l’adulterio. Almeno che il compagno vada con un’altra donna. Godetevi la festa e la vostra “vittoria democratica” tanto tra non molto arriveranno gli avvocati.
Cito testualmente: ‘L’ex ministro dell’Equality MariaMiller dopo lo scandalo rimborsi, e’ stata mandata a casa anche per il modo in cui ha forzato le nozze gay per il parlamento.’ Se fosse stata cacciata per aver spinto il matrimonio gay, ne sarebbero stati cacciati tanti altri prima di lei, a partire da Cameron, che ha descritto il suo supporto per il matrimonio gay ‘because I am a conservative’. Vado fiero del fatto che in Inghilterra il parlamento ha finalmente decretato che tutti hanno accesso all’istituzione del matrimonio. Quanto al voler convincere chiunque, non mi interessa, ma sono intervenuto solo per dare un poco di prospettiva ad un argomento che conosco, per lettura dei giornali, per conoscenza di operatori della politica, e per essere residente in questo paese da un quarto di secolo. Quanto alla questione dei divorzi, il divorzio e’ un evento triste in ogni caso, non si capisce perche’ lo dovrebbe essere di piu’ (o forse piu’ eclatante?) nel caso di una coppia gay. La ricerca fin qui ha mostrato che coppie lesbiche divorziano piu’ di coppie gay formate da due uomini, ma che il tasso di divorzio e’ assai inferiore a quello delle coppie etero. Per finire, la legge non istituisce affatto un reato di opinione. Non ci sono martiri dissenzienti, ma la discriminazione non e’ accettabile.
La legge non impone il matrimonio gay. Nessuno, a quanto mi risulta, e’ obbligato a sposare una persona dello stesso sesso. La legge semplicemente estende la possibilita’ di avvalersi dell’istituzione ‘matrimonio’ alle coppie omosessuali, non obbliga nessuno ad avvalersene, tantoche’ giornalmente si celebrano matrimoni eterosessuali senza il minimo detrimento.
Sempre la solita minestra riscaldata.
Ma non ti viene a noia a scrivere sempre le stesse cose?
Non mi viene noia a dire la mia per cercare di combattere il pregiudizio e la discriminazione.
Lo faccio anche in memoria di chi ho conosciuto e si e’ lasciato soccombere dal pregiudizio dilagante.
Se vuoi combattere il pregiudizio ti conviene cominciare con te stesso, visto che ne nutri una tonnellata a dir poco.
E comunque le tue tiritere sono pallose.
Di grazia, di quale pregiudizio sarei colpevole?
Se hai bisogno che qualcuno ti spieghi “di grazia” di quali pregiudizi sei vittima, allora di tonnellate sul groppone ne hai due invece di una.
‘Chi ragione non ha,
cerca pretesti.’
(Giovanni Francesco Busenello, La Coronatione di Poppea)
Chi non ha niente da dire cita a sproposito.
(Giannino Stoppani)
Cerelli scrive «Il giudice di Grosseto, oltre a non tenere conto del Codice civile, non ha nemmeno tenuto conto della stessa giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che, pur affermando che la nozione di matrimonio si applica anche a quello fra persone dello stesso sesso, non obbliga gli Stati a raggiungere tale risultato e che spetta al legislatore legiferare in materia.” Allora cosa consegue dal fatto che non ci sia questo obbligo di applicare il termine “matrimonio” a quello fra persone dello stesso sesso? Non ne consegue, certo, che esiste un obbligo: che esiste l’obbligo di NON applicare il termiine “matrimonio” a quello fra persone dello stesso sesso! Ma Cerelli presumabilmente vuole sostenere che ci sia l’obbligo di non applicare il termine “matrimonio” in questo caso!