Aspettando giustizia. Cronaca dell’incontro: “Non gliela daremo vinta”

Di Leone Grotti
22 Settembre 2012
Cronaca dell'incontro Aspettando giustizia, organizzato da Tempi, che si è svolto ieri sera a Milano.

Non è stata la riunione di «un comitato delle vittime» ma «una serata civile e di testimonianza, dedicata al nostro caro amico Antonio Simone che stasera non può essere qui tra noi, per chiedere non l’impunità ma una vera giustizia degna di uno Stato civile». Così lo scrittore e giornalista Lodovico Festa ha introdotto “Aspettando giustizia”, l’incontro promosso da Tempiche si è svolto ieri sera a Milano davanti a una platea di 500 persone e alcune personalità politiche come Roberto Formigoni, presidente di Regione Lombardia, Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, e Bruno Dapei, a rappresentare il Consiglio provinciale di Milano che ha patrocinato l’incontro.

«IL GRANDE ERRORE DELLA MIA VITA». «Io ha fatto tanti errori nella mia vita» ha detto durante il suo intervento il generale Mario Mori, «ma quello più grande l’ho commesso quando un giorno i militari da me diretti hanno arrestato Totò Riina. E questo non mi è mai stato perdonato perché è dal 1994 che io sono sotto processo, mediatico e giudiziario». Non è un’ammissione di colpevolezza per un ruolo giocato in qualche ramo della trattativa Stato-Mafia, ma la fredda ironia di uno tra i migliori servitori dello Stato che da allora, come ha raccontato nei dettagli, ha già affrontato due processi e sta per essere sottoposto al terzo.  «Scatenando l’ira dei miei avvocati ho rifiutato la prescrizione», racconta, «perché io non mi voglio difendere dal processo ma nel processo e come uomo delle istituzioni non voglio rifiutare questa giustizia, anche se a volte è malagiustizia».

«DOVE SONO LE PROVE SCHIACCIANTI?». Anche Ottaviano del Turco, sindacalista e politico (Pd), ex presidente della Regione Abruzzo, non chiede di meglio che difendersi nel processo, peccato che quello che lo vede accusato «duri da quattro anni e tre mesi e ancora non si veda neanche l’ombra della “montagna di prove schiaccianti” che i pm avevano annunciato alla stampa di avere contro di me. Rimandano di sei mesi in sei mesi il processo per trovare delle prove che non ci sono. E se tutto va bene, ma deve andare davvero molto bene, spero che si arriverà a una sentenza prima dell’estate dell’anno prossimo». Del Turco racconta dei suoi 28 giorni di carcerazione preventiva, di come la sua giunta «dal 2005 al 2008 sia riuscita a riequilibrare i conti della disastrata sanità abruzzese», dello svolgimento del suo abnorme processo, dove si riscontra solo un grande assente: «Le prove, appunto».

PRENDERLA CON IRONIA. I relatori, come anche il politico della Lega Nord Matteo Brigandì, raccontano le proprie disavventure giudiziarie, ma non in modo triste, bensì con ironia, così il pidiellino Renato Farina dice di «essere appena arrivato da una visita al carcere di Vicenza, da dove non mi volevano lasciare uscire. Io come deputato mi dedico alla visita delle carceri, per dire a chi sta dentro, spesso in custodia cautelare, visto che sono il 40 per cento della popolazione carceraria, che loro fanno parte del nostro mondo e questo, in parte, allevia la loro tortura».

LA LETTERA DI SIMONE. La parola è usata a proposito, «tortura». È lo stesso termine scelto per descrivere la custodia cautelare da Antonio Simone, detenuto da aprile a San Vittore in carcerazione preventiva, in una lunga lettera letta dal direttore di Tempi Luigi Amicone, che sul finale si è commosso tra gli applausi del pubblico. Ma il degno riassunto dell’incontr è l’espressione del generale Mori: «Io ho speranza che si possa aprire una nuova era»; perché come ha detto Del Turco «c’è un segnale di novità, si è aperta una discussione positiva e di grande rilievo politico nella magistratura»; perché «non bisogna dargliela vinta e non gliela daremo vinta». Almeno finché ci sono persone, come ha ricordato Festa, «disposte a combattere contro l’illegalità e la giustizia politicizzata per uno Stato di diritto». Fuori e dentro dal carcere.

@LeoneGrotti

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12 commenti

  1. Silvana

    Il male si accanisce dove il bene abbonda! Quindi bravi, avete imboccato la strada giusta! Adesso occorre andare avanti e non fermarsi… Forza e coraggio che la vita è solo di passaggio!

    1. Poppi Pippo

      a perchè adesso chi vuole applicare le leggi è il male ?? andiamo bene…

      1. malta

        Pippo sei troppo corto per capire

  2. david

    Caro Leone Grotti,
    perchè gli organizzatori non hanno invitato anche Vito Bonsignore (un “sant’uomo” secondo i ciellini che fecero una assidua campagna elettorale per lui; un disonesto secondo il resto dell’umanità e secondo il buon senso: si fregò un sacco di denari. Ma i ciellini gli fecero compagnia mentre era ai domiciliari fin quando lo presentarono a Berlusconi e… voilà, importante incarico europeo nelle fila del Pdl) ?
    perchè gli organizzatori non hanno invitato anche Mambro e Fioravanti (“santi personaggi” secondo i ciellini che li applaudirono in un convegno durante il Meeting di Rimini; disgraziati brigatisti secondo il resto dell’umanità che preferisce stare dalla parte delle vittime delle br) ?
    Del Turco, Simone, Farina, Mori e Brigandì hanno avuto tutti problemi di giustizia. Ma non spetta a Tempi, non a C.L., non alla Cdo, santificarli o condannarli o dargli gli spazi per le loro proteste!!!!!!!!! Si paghino gli avvocati o si tengano i legali d’ufficio. Queste che Tempi appoggia assomigliano alle rivolte dei detenuti nelle carceri. Ma X FORTUNA, CON TUTTI I DIFETTI CHE HA, IL NOSTRO STATO HA UNA MAGISTRATURA CHE FARA’ IL SUO CORSO e NESSUNO LO IMPEDIRA’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    1. viccrep

      quell’incontro ha testimoniato che in italia c’è una mala giustizia che usa il carcere preventivo come tortura per estorcere confessioni e i carcerati in queste condizioni sono il 40% dei residenti.
      manbro e fior avanti hanno scontato la loro pena mentre molti BR (usciti in anticipo dal carcere) oggi occupano funzioni pubbliche volute dalla sinistra vanno nelle scuole e nelle università a predicare la loro ideologia e i parenti delle loro vittime protestano, altro che dalla parte delle vittime delle BR.
      No stanno con i brigatisti

      1. david

        Se penso che per i ciellini l’importante è l’esperienza… mi viene in mente come si difesero in CL dopo il Meeting che ospitò i 2 terroristi: «Abbiamo invitato al Meeting Francesca Mambro e Nadia Mantovani sulla base di un’indicazione offertaci l’anno scorso dal presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, perché riteniamo che abbiano un’esperienza umana da raccontare», dichiara Robi Ronza, portavoce del Meeting. Ma io me ne fotto di questa esperienza “educativa” raccontata da quei 2 che non si sono mai, DICO MAI, pentiti. E me ne fotto di quelli come Simone che non sono capaci di raccontare semplicemente come sono andate le cose: che lavoro faceva concretamente? i soldi come li guadagnava e per cosa? No, Simone scrive che lo dirà (chissà quando), per ora preferisce fare la vittima perseguitata e martirizzata dalla magistratura e preferisce giudicare lui i giudici. BASTA!!!!!!!!

        1. viccrep

          e’ vero per te l’esperienza non conta la realtà non conta hai il paraocchi e vedi ciò che vuoi credere non ciò che è reale e di solito a tipi così la realtà gli fa gridare basta, infatti delle br ignori alla grande

          1. david

            Sì, hai ragione te Viccrep. Con il nome che hai si vede che per te contano le sigle. Allora mi correggo: Mambro e Fioravanti non erano br ma nar. Non delinquenti di sinistra ma delinquenti di destra.
            Per me comunque sono tutti br: brigatisti rossi nel senso che le loro mani sono macchiate indissolubilmente dal rosso sangue dei morti che hanno sulla loro coscienza.
            Continua caro Viccrep ad amare oltre alle sigle, le frasi a effetto in stile giussaniano, frasi che sono solo ASTRATTE. Ma con parole tue, o con parole terra terra, sai spiegare cosa hai scritto prima??? e sai scrivermi dove hai partorito l’idea che per me l’esperienza non conta???
            Per me conta eccome, ma la giudico IO con la mia testa e non seguo come le pecore i giudizi di Vittadini, Cesana, Amicone, Giussani, Carron e Tempi. Ci sono già troppe pecore in Cl che non sanno parlare, nè scrivere con parole DIVERSE dai testi ciellini!!!!!

          2. michele

            Non è un invenzione di qualche giornalista di CL che ci sono numerose persone che in seguito pienamente assolte hanno però precedentemente subito una ingiusta punizione, scontando mesi di carcere preventivo sottoposti alla gogna mediatica, e nemmeno che il 40% per cento dei carcerati è in custodia cautelare. Tutto questo ovviamente senza che nessuno dei PM responsabili abbia mai dovuto risponderne, nel nostro paese permettiamo a gente che per leggerezza o per interesse o peggio ancora per ideologia politica ha rovinato definitivamente la vita di innocenti cittadini italiani di continuare a farlo in tutta tranquillità.
            A mio avviso queste son cose che dovrebbero fare riflettere tutti perchè ci coinvolge tutti.

          3. michele

            preciso meglio i numeri per amore di verità:
            in Italia il 42% della popolazione carceraria totale non è stata condannata in via definitiva e il 20 per cento della popolazione carceraria, quindi circa 14.000 persone, è ancora in attesa di giudizio e, di quest’ultima categoria, il 50 per cento circa, 7.000, risulterà assolta al termine del processo (statistica tratta da lunga serie storica).

  3. Giuliano

    i PM di sinistra dovrebbero essere tutti indagati da una corte europea per crimini contro l’umanità. Ma purtroppo la corte europea è composta da magistrati di sinistra, e il cerchio si chiude

    1. Poppi Pippo

      Cosa ci vuoi fare tutto il mondo è dei mancini, come ti compatisco….

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