La complicata matassa delle nomine Rai, nelle mani dell’amministratore delegato “pentastellato” Fabrizio Salini, vive ore di stallo preoccupante. Messi al timone i quattro direttori di testata (Tg1, Tg2, Tg3 e Gr), che da martedì potranno esercitare a pieno le loro funzioni, la questione resta impantanata sui nomi di chi andrà a guidare Rai1 e Rai2. Due per tutti: Carlo Freccero, tra i sogni proibiti del movimento grillino per Rai2, e Casimiro Lieto, obiettivo della campagna leghista per la direzione di Rai1. Una partita delicata e dal pallino caldissimo, che Salini – nulla eccependo sui curricula di entrambi – ha spostato sul tema dei temi: mai un “esterno” a Viale Mazzini, paventando nei corridoi del palazzo prima il “vulnus” d’incompatibilità da parte della Corte dei Conti, poi i “fantasmi” dell’Anac, inciampando – più o meno volontariamente – in almeno tre imprecisioni.
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La prima, e forse anche la più grossolana, sul “mai più un esterno a Viale Mazzini”, è tutta nel controsenso di partenza, che riguarda proprio Fabrizio Salini, il quale – dopo essere stato nell’ordine vicepresidente e amministratore delegato dei canali italiani di Fox, passando a Sky, La7 e, infine, Stand by me (ad oggi tra i fornitori più al soldo della Rai, con produzioni che vanno da Prima dell’Alba a Dottori in corsia e Ci vediamo in tribunale, tanto per citare quelli attualmente in onda) – solo tre mesi fa era anche lui un “esterno”, insediatosi a palazzo con le stesse procedure che oggi ritiene inapplicabili per gli altri.
GLI “SCAGLIONI DI MANDATO”
Seconda imprecisione, Salini ha affermato un assunto non esatto: un esterno “può”, eccome, diventare “interno” e a permetterglielo è una norma specifica che lo autorizza espressamente: il limite è solo quantitativo. Si può procedere per scaglioni di mandato: in pratica l’azienda è libera di assumere dall’esterno fino al 5 per cento della quota dei dirigenti in funzione, vale a dire può fare 13 nomine dall’esterno.
Terza imprecisione, Salini ha ignorato quanto avevano fatto i suoi due predecessori, Luigi Gubitosi ed Antonio Campo Dall’Orto: il primo firmatario di 13 assunzioni dall’esterno, il secondo di 21.
ILLUSTRI PRECEDENTI: GUBITOSI
Per entrare nel concreto, Gubitosi portò in Rai Camillo Rossotto, ex dirigente Fiat, assunto come direttore finanza e pianificazione Rai; Gianfranco Cariola, assunto come direttore internal auditing Rai; Alessandro Picardi, ex dirigente Wind e Alitalia, assunto come direttore relazioni istituzionali e internazionali; Costanza Esclapon, ex Alitalia e Wind, assunta come direttore comunicazione e relazioni esterne; Adalberto Pellegrino, ex Wind e assunto come vicedirettore generale; Francesco Spadafora, assunto agli affari legali; Caterina Stagno, assunta come responsabile di RaiExpo; Fabio Di Iorio, autore tv, assunto come capostruttura a Rai1; Claudio Fasulo, autore tv, assunto come capostruttura di Rai1; Monica Caccavelli, assunta agli affari legali; Francesco Piscopo, assunto come dg a Rai Pubblicità; Michelangelo Schiano di Cola, ex Alitalia e Eni, assunto all’internal auditing; Ambrogio Michetti, dalla società di consulenza McKinsey allo sviluppo strategico Rai; Antonio Melchionna, ex Unilever Italia, assunto come vicedirettore delle risorse umane.
ILLUSTRI PRECEDENTI: CAMPO DALL’ORTO
Campo Dall’Orto fece lo stesso, portando in Rai Diego Antonelli, ex Ansa, assunto come vicedirettore dell’informazione; Raffaele Agrusti, ex Generali, assunto come direttore finanziario; Roberto Bagatti, ex Discovery, assunto come vicedirettore della creatività Rai; Daria Bignardi, autrice e conduttrice ex Rai, Mediaset, La7, assunta come direttrice di Rai3; Ilaria Dallatana, ex Magnolia tv, assunta come direttrice di Rai2; Francesca Canetta, ex Magnolia e Discovery, assunta come vicedirettore di Rai2; Genséric Cantournet, assunto come direttore della security; Luigi Coldagelli, ex portavoce del ministro della Giustizia Andrea Orlando, assunto come responsabile dell’ufficio stampa; Massimo Coppola, ex Mtv e Isbn, assunto come consulente editoriale per l’elaborazione di strategie e prodotti e per il supporto al posizionamento di brand e reti; Pierpaolo Cotone, avvocato proveniente da Bnl, assunto come capo dell’ufficio legale; Paolo Galletti, ex Accenture, assunto come responsabile delle risorse umane; Rosetta Giuliano, assunta all’audit Rai; Alessandro Lostia, autore ex La7, assunto come vicedirettore di Rai3; Francesco Merlo, ex Corriere della Sera e Repubblica, assunto come vicedirettore dell’informazione; Giovanni Parapini, assunto come capo della comunicazione; Gabriele Romagnoli, ex Repubblica, assunto come direttore di RaiSport; Guido Rossi, ex Mtv, assunto come capo dello staff del direttore generale; Gianluca Semprini, ex Sky, assunto per condurre Ballarò e poi come caporedattore a RaiNews24; Cinzia Squadrone, ex Rti, Mediaset, Medusa, La7 e Discovery Italia, assunta come direttrice marketing; Gian Paolo Tagliavia, ex Mtv, assunto come direttore del digitale Rai; Carlo Verdelli, ex Vanity Fair e Gazzetta dello Sport, assunto come direttore dell’informazione Rai.
FUORI I PARTITI? SUVVIA
Anche Mario Orfeo, nel suo interregno da direttore generale ci mise del suo, assumendo Raffaela Sallustio, ex responsabile intrattenimento di Endemol Italia, come dirigente a Rai1.
Insomma, l’approccio intransigente di Salini non sembra sorretto da argomentazioni fondate. In più, l’idea di una Rai finalmente libera dai partiti e dalla politica – a guardare nello specifico la sua nomina – farebbe acqua da tutte le parti. Anche perché qualcuno sussurra che a fare l’ad della Rai Salini non ci è certo arrivato per concorso.
Foto Ansa