Nomine Rai. Le scuse (farlocche) accampate dal “grillino” Salini per stoppare l'”esterno” Lieto

Di Rachele Schirle
07 Novembre 2018
Non avendo nulla da eccepire sul curriculum dell'autore tv proposto dalla Lega per Rai1, l'ad in quota M5s dice: "Mai più esterni a Viale Mazzini". Senti chi parla

La complicata matassa delle nomine Rai, nelle mani dell’amministratore delegato “pentastellato” Fabrizio Salini, vive ore di stallo preoccupante. Messi al timone i quattro direttori di testata (Tg1, Tg2, Tg3 e Gr), che da martedì potranno esercitare a pieno le loro funzioni, la questione resta impantanata sui nomi di chi andrà a guidare Rai1 e Rai2. Due per tutti: Carlo Freccero, tra i sogni proibiti del movimento grillino per Rai2, e Casimiro Lieto, obiettivo della campagna leghista per la direzione di Rai1. Una partita delicata e dal pallino caldissimo, che Salini – nulla eccependo sui curricula di entrambi – ha spostato sul tema dei temi: mai un “esterno” a Viale Mazzini, paventando nei corridoi del palazzo prima il “vulnus” d’incompatibilità da parte della Corte dei Conti, poi i “fantasmi” dell’Anac, inciampando – più o meno volontariamente – in almeno tre imprecisioni.

SENTI CHI PARLA

La prima, e forse anche la più grossolana, sul “mai più un esterno a Viale Mazzini”, è tutta nel controsenso di partenza, che riguarda proprio Fabrizio Salini, il quale – dopo essere stato nell’ordine vicepresidente e amministratore delegato dei canali italiani di Fox, passando a Sky, La7 e, infine, Stand by me (ad oggi tra i fornitori più al soldo della Rai, con produzioni che vanno da Prima dell’Alba a Dottori in corsia e Ci vediamo in tribunale, tanto per citare quelli attualmente in onda) – solo tre mesi fa era anche lui un “esterno”, insediatosi a palazzo con le stesse procedure che oggi ritiene inapplicabili per gli altri.

GLI “SCAGLIONI DI MANDATO”

Seconda imprecisione, Salini ha affermato un assunto non esatto: un esterno “può”, eccome, diventare “interno” e a permetterglielo è una norma specifica che lo autorizza espressamente: il limite è solo quantitativo. Si può procedere per scaglioni di mandato: in pratica l’azienda è libera di assumere dall’esterno fino al 5 per cento della quota dei dirigenti in funzione, vale a dire può fare 13 nomine dall’esterno.

Terza imprecisione, Salini ha ignorato quanto avevano fatto i suoi due predecessori, Luigi Gubitosi ed Antonio Campo Dall’Orto: il primo firmatario di 13 assunzioni dall’esterno, il secondo di 21.

ILLUSTRI PRECEDENTI: GUBITOSI

Per entrare nel concreto, Gubitosi portò in Rai Camillo Rossotto, ex dirigente Fiat, assunto come direttore finanza e pianificazione Rai; Gianfranco Cariola, assunto come direttore internal auditing Rai; Alessandro Picardi, ex dirigente Wind e Alitalia, assunto come direttore relazioni istituzionali e internazionali; Costanza Esclapon, ex Alitalia e Wind, assunta come direttore comunicazione e relazioni esterne; Adalberto Pellegrino, ex Wind e assunto come vicedirettore generale; Francesco Spadafora, assunto agli affari legali; Caterina Stagno, assunta come responsabile di RaiExpo; Fabio Di Iorio, autore tv, assunto come capostruttura a Rai1; Claudio Fasulo, autore tv, assunto come capostruttura di Rai1; Monica Caccavelli, assunta agli affari legali; Francesco Piscopo, assunto come dg a Rai Pubblicità; Michelangelo Schiano di Cola, ex Alitalia e Eni, assunto all’internal auditing; Ambrogio Michetti, dalla società di consulenza McKinsey allo sviluppo strategico Rai; Antonio Melchionna, ex Unilever Italia, assunto come vicedirettore delle risorse umane.

ILLUSTRI PRECEDENTI: CAMPO DALL’ORTO

Campo Dall’Orto fece lo stesso, portando in Rai Diego Antonelli, ex Ansa, assunto come vicedirettore dell’informazione; Raffaele Agrusti, ex Generali, assunto come direttore finanziario; Roberto Bagatti, ex Discovery, assunto come vicedirettore della creatività Rai; Daria Bignardi, autrice e conduttrice ex Rai, Mediaset, La7, assunta come direttrice di Rai3; Ilaria Dallatana, ex Magnolia tv, assunta come direttrice di Rai2; Francesca Canetta, ex Magnolia e Discovery, assunta come vicedirettore di Rai2; Genséric Cantournet, assunto come direttore della security; Luigi Coldagelli, ex portavoce del ministro della Giustizia Andrea Orlando, assunto come responsabile dell’ufficio stampa; Massimo Coppola, ex Mtv e Isbn, assunto come consulente editoriale per l’elaborazione di strategie e prodotti e per il supporto al posizionamento di brand e reti; Pierpaolo Cotone, avvocato proveniente da Bnl, assunto come capo dell’ufficio legale; Paolo Galletti, ex Accenture, assunto come responsabile delle risorse umane; Rosetta Giuliano, assunta all’audit Rai; Alessandro Lostia, autore ex La7, assunto come vicedirettore di Rai3; Francesco Merlo, ex Corriere della Sera e Repubblica, assunto come vicedirettore dell’informazione; Giovanni Parapini, assunto come capo della comunicazione; Gabriele Romagnoli, ex Repubblica, assunto come direttore di RaiSport; Guido Rossi, ex Mtv, assunto come capo dello staff del direttore generale; Gianluca Semprini, ex Sky, assunto per condurre Ballarò e poi come caporedattore a RaiNews24; Cinzia Squadrone, ex Rti, Mediaset, Medusa, La7 e Discovery Italia, assunta come direttrice marketing; Gian Paolo Tagliavia, ex Mtv, assunto come direttore del digitale Rai; Carlo Verdelli, ex Vanity Fair e Gazzetta dello Sport, assunto come direttore dell’informazione Rai.

FUORI I PARTITI? SUVVIA

Anche Mario Orfeo, nel suo interregno da direttore generale ci mise del suo, assumendo Raffaela Sallustio, ex responsabile intrattenimento di Endemol Italia, come dirigente a Rai1.

Insomma, l’approccio intransigente di Salini non sembra sorretto da argomentazioni fondate. In più, l’idea di una Rai finalmente libera dai partiti e dalla politica – a guardare nello specifico la sua nomina – farebbe acqua da tutte le parti. Anche perché qualcuno sussurra che a fare l’ad della Rai Salini non ci è certo arrivato per concorso.

Foto Ansa

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