Nigeria. Musulmani Fulani massacrano 17 cristiani a un battesimo

Di Redazione
18 Aprile 2019
I pastori islamisti hanno fatto irruzione durante una festa, uccidendo bambini e donne indifesi, compresa la madre del neonato battezzato. «Il governo deve fermarli»
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«È un massacro barbarico, senza senso». Così è stata definita la strage compiuta domenica in Nigeria da pastori musulmani Fulani nel villaggio di Numa (Stato di Nasarawa), durante la quale sono stati uccisi 17 cristiani durante una festa di battesimo.

Il 14 aprile la comunità cristiana locale, dopo aver celebrato il battesimo di un neonato al mattino, si era riunita la sera per festeggiare. Alle sette un commando di pastori Fulani ha fatto irruzione durante la festa, massacrando i convenuti. Tra le vittime, come riportano testimoni intervistati dal Punch, ci sono anche bambini, un uomo ultracentenario, una giovane «stuprata a morte», una donna incinta e la madre del bambino battezzato. Il padre, invece, è gravemente ferito e in fin di vita.

«LI HANNO UCCISI A SANGUE FREDDO»

Nessuno di loro aveva armi e «non hanno potuto difendersi: li hanno uccisi a sangue freddo». Samson Gamu-Yare, leader dell’etnia Mada, alla quale appartenevano le persone uccise, ha dichiarato: «È un evento devastante. Questa comunità è pacifica e rispetta la legge, non abbiamo mai avuto problemi con nessuno e ora i pastori Fulani sono venuti ad attaccarci mentre stavamo festeggiando».

Giovedì 17 aprile si sono svolti i funerali: una lunga fila di bare bianche sono state disposte in strada tra le grida e i pianti dei cristiani. «Il governo deve fare qualcosa», ha dichiarato Samson, «deve fermare gli omicidi dei Fulani».

«FERMATE IL GENOCIDIO»

Nel 2018 in Nigeria gli attacchi dei pastori musulmani Fulani hanno causato più vittime di quelli di Boko Haram. Secondo un rapporto di Acled, una delle migliori Ong al mondo nel raccogliere i dati sulla violenza politica, solo l’anno scorso i Fulani hanno massacrato 1.930 persone contro le circa 1.600 attribuite ai terroristi islamici affiliati all’Isis.

Come dichiarato dal vescovo di Gboko, monsignor Amove Avenya, la situazione è gravissima, «una bomba a orologeria che rischia di distruggere il paese. I Fulani sono armati fino ai denti e massacrano donne incinte, bambini, distruggono le nostre campagne. La comunità internazionale non può aspettare che abbia luogo un genocidio per intervenire. Abbiamo bisogno di aiuto».

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