«Olocausto, pulizia etnica, genocidio del popolo cristiano in Nigeria»

Di Leone Grotti
30 Giugno 2018
L'attacco dei pastori musulmani fulani contro dieci comunità cristiane il 23 giugno non ha fatto 86 vittime, ma più di 200: chiese bruciate, interi villaggi rasi al suolo e nessun arresto
epa02399270 YEARENDER 2010 JANUARY Nigerian men carry a corpse in Kuru Jantar village following days of religious violence in Jos and surrounding villages in the central Plateau district, Nigeria, 22 January 2010. Fighting between gangs of Christian and Muslim youths has claimed more than 300 lives with millions of Naira worth of properties destroyed and hundreds of people displaced. EPA/STR

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Il governo nigeriano aveva parlato di 86 vittime, alcuni testimoni oculari di oltre 100, ma sarebbero invece più di 200 le vittime dell’assalto coordinato da parte dei pastori musulmani fulani contro 10 villaggi prevalentemente cristiani vicino a Jos. «Hanno massacrato più di 70 persone solo nel mio villaggio», dichiara a Morning Star News Dogo Nvou, del villaggio di Nghar. «Tra le vittime ci sono anche mio zio, mia moglie e tanti altri miei parenti. Solo Dio può confortarci in questo momento».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”] ALMENO 216 VITTIME. L’attacco è avvenuto il 23 giugno e in alcuni villaggi gli scontri si sono prolungati fino al 24. I pastori fulani sono arrivati armati di machete, fucili e kalashnikov facendo una strage. «Il villaggio di Nghar è stato completamente raso al suolo, al momento abbiamo trovato i corpi di 70 vittime, tutti cristiani», spiega un residente dell’area, Thomas Chuwang. Negli obitori di due importanti ospedali di Jos sono stati trasportati 216 cadaveri provenienti dalle aree dell’attentato, come confermato anche dal governatore dello stato di Plateau, Simon Lalong.

BRUCIATE LE CHIESE. «Le immagini terribili delle donne e dei bambini uccisi continuano a tormentare i nostri cuori», ha dichiarato il governatore. «Dobbiamo fare qualcosa di drastico per fermare la minaccia degli attacchi, che hanno provocato un’ondata di crimini impuniti in tutta la regione». Nei villaggi di Xland e Gindin Akwati sono stati uccisi 60 cristiani, in quello di Kakuruk è stata bruciata la chiesa e la casa del pastore locale, insieme a molte altre. Il deputato Istifanus Gyang ha parlato di «olocausto doloroso, pulizia etnica e genocidio del mio popolo sotto lo sguardo inerte del governo, che ha abdicato alla sua primaria responsabilità di garantire la sicurezza dei cittadini».

«È STATA UNA RITORSIONE». Secondo il responsabile dell’associazione degli allevatori nigeriani, «è giusto condannare l’uccisione di esseri umani, ma bisogna anche dire la verità e cioè che si è trattata di una ritorsione» per il furto nelle ultime settimane di oltre 500 vacche nell’area interessata dalle stragi. I cristiani della zona negano di essere anche solo capaci di rubare un numero così elevato di bestie ma resta il fatto, come affermato da un avvocato difensore dei diritti umani nel paese, Agbo Madaki, «che in Nigeria la vita degli animali vale più di quella degli uomini. Il governo deve agire e proteggere le persone».

«IL CRISTIANESIMO SCOMPARIRÀ PRESTO». L’esecutivo del presidente musulmano Muhammadu Buhari è accusato da anni di non proteggere volontariamente i cristiani della fascia centrale della Nigeria per favorire i pastori fulani. A oltre una settimana dall’attacco nessuno è stato ancora arrestato e nessuna responsabilità è stata individuata. Secondo il National Christian Elders Forum, «il cristianesimo in Nigeria è vicino all’estinzione. Realisticamente parlando, possiamo dire che i cristiani rischiano di sparire nei prossimi 25 anni, da qui al 2048. Potremmo essere noi l’ultima generazione di cristiani del paese se non cambieranno le cose. Centinaia di persone vengono uccise ogni giorno, mentre la sharia cresce sempre di più». Molti vescovi cattolici hanno parlato negli ultimi mesi di un tentativo di «islamizzare la Middle Belt nigeriana», mentre gli attacchi non sembrano diminuire.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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