Nigeria, ancora cristiani rapiti e bambini uccisi nel sonno
Kaduna, nord della Nigeria: è il 30 settembre quando un gruppo di uomini armati assalta il villaggio di Angwan Waku. I terroristi uccidono un cristiano e ne rapiscono altri 19, tra loro donne e bambini piccoli. Il giorno prima, nello stato di Ondo, lo stesso del massacro di Pentecoste (50 persone trucidate il 5 giugno 2022 durante l’assalto della chiesa di San Francesco Saverio, nella città di Owo), a sud-ovest del paese, i cristiani rapiti sono 25. Fanno tutti parte del coro di una chiesa pentecostale di Akure e stanno viaggiando su un pullmino diretti al funerale del padre di uno di loro quando un gruppo di uomini armati blocca il mezzo, li costringe a scendere e li scorta con le armi puntate per ore nella boscaglia. In otto, sette donne e un uomo, riescono a fuggire.
Qualche ora dopo il sovrintendente della Christ Apostolic Church riceve due telefonate: la prima è di qualcuno che segnala il pullmino della chiesa abbandonato sul ciglio di una strada, la seconda proviene dal telefono di uno dei rapiti. Gli aguzzini chiedono un riscatto pari a 50 milioni di naira (circa 65 mila dollari) per rilasciare il gruppo di cristiani.
I fulani sparano ai bambini cristiani addormentati
Ancora a nord: è il 1 ottobre quando, nello stato di Plateau, un gruppo di pastori fulani e terroristi attacca il villaggio di Du. L’incursione è violenta, raccontano i testimoni, «le milizie fulani hanno preso d’assalto la comunità alla sera e hanno sparato proiettili sui corpi dei cristiani innocenti che dormivano. A dimostrazione della malvagità dei terroristi, tra le vittime figurano anche bambini di 9 e 11 anni». «I terroristi sono noti al governo nigeriano e non sono fantasmi né invisibili», ha denunciato Davidson Malison, portavoce dell’Irigwe Development Association (Ida): «Ultimamente avevano rilasciato dichiarazioni minacciose dirette alle nostre comunità».
Il bilancio è di otto morti, diversi feriti, ancora una volta tutti cristiani Irigwe, una tribù di minoranza in Nigeria che abita negli stati di Plateau e Kaduna: «I fulani vogliono cacciarci dalla nostra terra per occuparla. Lo Stato deve garantire lo stato di diritto e proteggere la popolazione. Non accettiamo di essere uccisi come bestie: non siamo nella giungla», aveva dichiarato a Tempi Prince Robert Ashi Dodo, presidente Ida, nel nostro numero dedicato alla persecuzione dei cristiani nella Middle Belt della Nigeria dopo gli attacchi dei pastori musulmani che avevano bruciato vivi decine di bambini e decapitato un piccolo di soli cinque anni. Sempre a Plateau, il 27 settembre, sono stati uccisi tre contadini cristiani nelle loro fattorie.
Il massacro senza fine dei cristiani in Nigeria
«Quello che sta accadendo va oltre ogni umana comprensione», aveva spiegato al nostro inviato Leone Grotti il reverendo Gideon Para-Mallam, presidente della Gideon & Funmi Para-Mallam Peace Foundation, con sede a Jos, capitale dello stato di Plateau, denunciando l’aggravarsi della sicurezza nella regione. A luglio si contavano 346 persone uccise in soli tre mesi, 315 cristiani e 31 musulmani. Le foto condivise con Tempi confermavano le sue parole: giovani uomini e donne fatti a pezzi, dilaniati dai machete, talvolta bruciati vivi nelle loro case o raggiunti da proiettili alla schiena mentre tentavano di scappare.
Ancora stato di Kaduna: il 7 settembre Na’aman Danlami, un seminarista cattolico di soli 25 anni, è morto bruciato vivo nella parrocchia di Saint Raphael Fadan Kamantan, nella diocesi di Kafanchan. A dare fuoco al rettorato un gruppo di banditi che non erano riusciti a sequestrare il parroco Emmanuel Okolo, autore di un Te Deum per Tempi nel 2021. L’attentato, ha denunciato il vescovo di Kafanchan, «è durato più di un’ora ma non c’è stata alcuna reazione da parte dell’esercito. Il check point più vicino è solo a un chilometri di distanza, ma non hanno fatto nulla». Il 7 settembre stato rapito un altro seminarista nello stato di Kaduna, Ezequiel Nuhu, insieme a suo padre.
Persecuzione religiosa e rapimenti di massa
Come abbiamo scritto più volte Kaduna è uno degli stati più colpiti dalla persecuzione anticristiana che insanguina la Nigeria (qui il reportage che ne indaga le cause). Negli ultimi tre anni sono state ammazzate almeno 10.251 persone, e quelle rapite a scopo di riscatto nel corso di oltre 4mila attacchi sono quasi 5.600. «Quest’anno la violenza si è estesa anche al sud della nazione, a maggioranza cristiana», sottolinea la World Watch List 2023 di Open Doors. «Il governo della Nigeria continua a negare che si tratti di persecuzione religiosa, quindi le violazioni dei diritti dei cristiani vengono commesse impunemente».
L’insediamento del nuovo presidente, Bola Tinubu, non ha portato cambiamenti sul fronte della sicurezza in nessun angolo di paese. Ancora a nord, nello stato di Katsina, lo stesso del sequestro di massa di oltre 500 studenti rapiti e picchiati come bestie dai terroristi di Boko Haram alla fine del 2020, il 4 ottobre scorso sono state rapite almeno cinque studentesse da un gruppo armato che ha assalito un ostello dell’Università Federale di Dutsin-Ma. scrive l’agenzia Fides, ricordando che il rapimento è avvenuto appena 12 giorni dopo che terroristi avevano portato via dozzine di studentesse in un’altra università pubblica nello Stato di Zamfara: 16 le ragazze liberate finora dai militari nel corso di diverse imboscate.
Foto Ansa
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!