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Le mille promesse di Tinubu, il nuovo “padrino” della Nigeria

Il presidente ha giurato nella capitale Abuja, in attesa del verdetto della Corte suprema sulla regolarità del voto. Tinubu ha garantito che risolverà i tanti problemi del paese, ma non mancano i dubbi

Leone Grotti
02/06/2023 - 5:40
Esteri
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Bola Tinubu esulta dopo la vittoria alle elezioni presidenziali in Nigeria
Bola Tinubu (al centro con il copricapo rosso) esulta per la vittoria alle elezioni in Nigeria

Bola Tinubu ha giurato come nuovo presidente della Nigeria nella piazza principale della capitale Abuja. Davanti a centinaia di persone, il 71enne esponente del partito Apc, soprannominato il “padrino”, lo stesso del presidente uscente Muhammadu Buhari, ha promesso di far uscire dalla crisi il paese più popoloso e ricco dell’Africa, anche se molti dubitano che sarà in grado di farlo.

La Corte suprema deciderà il futuro di Tinubu

L’ex governatore di Lagos è stato eletto con appena il 37 per cento dei voti, il dato più basso dal 1999, quando la dittatura militare lasciò il posto alla democrazia. I principali sfidanti di Tinubu, Peter Obi e Atiku Abubakar, si sono rivolti alla Corte suprema per denunciare «diffusi brogli elettorali», tesi sostenuta dalla maggior parte dei nigeriani. La Corte suprema inizierà oggi a esaminare le argomentazioni principali e deciderà entro sei mesi se annullare le elezioni.

Che il risultato del voto elettronico, pubblicato con enorme ritardo per non meglio precisati «problemi tecnici», sia stato manipolato non ci sono dubbi. Un’indagine indipendente della Bbc, ad esempio, ha dimostrato che nello Stato di Rivers Obi ha ottenuto 22.289 voti contro i 2.731 di Tinubu. La Commissione elettorale ha però comunicato che il presidente eletto ha ricevuto 16.630 voti e Obi appena 10.784.

Resta da capire in ogni caso se le prove raccolte sui brogli, alla luce del complesso sistema elettorale nigeriano, saranno sufficienti a invalidare il voto nazionale.

Nigeria in crisi tra povertà e disoccupazione

A prescindere dalla decisione dei giudici, il compito di Tinubu si prospetta arduo. La Nigeria ha accumulato oltre 100 miliardi di euro di debito pubblico, pari al 38% del Pil, in costante aumento. L’inflazione è salita fino al dato record del 22%. Quasi la metà della popolazione di 220 milioni di abitanti vive sotto la soglia della povertà estrema con meno di due dollari al giorno e più di un nigeriano su tre è disoccupato.

I proventi dalla vendita di petrolio, principale risorsa del paese, sono in continua diminuzione e il sussidio per l’acquisto di benzina drena dalle casse pubbliche ogni anno circa 9 miliardi.

Anche per questo Tinubu, nel suo discorso inaugurale, ha promesso di abolire il sussidio ma per il presidente non sarà semplice mantenere la promessa. Già nel 2012 il governo cercò di cancellarlo ma una settimana di proteste di massa lo costrinsero a tornare sui propri passi. Lo scarso sostegno popolare di Tinubu potrebbe rendergli il compito ancora più difficile.

Tinubu deve fermare la strage di cristiani

Oltre a risollevare l’economia e rivitalizzare il mercato del lavoro (ha promesso un milione di nuovi posti), il presidente dell’Apc dovrà trovare una soluzione all’insicurezza che ha trasformato negli ultimi anni il nord-ovest e il centro-nord del paese in un far west. Gruppi terroristici e bande armate imperversano nel paese, terrorizzando la popolazione, compiendo attentati e sequestrando civili per ottenere un riscatto. La violenza, aggravata dal fattore etnico e da quello religioso, ha paralizzato non solo l’economia della Nigeria ma anche il settore educativo, spingendo migliaia di famiglie a non mandare più a scuola i figli.

Tinubu ha dichiarato che «la priorità della mia amministrazione sarà riportare la sicurezza nel paese, perché senza sicurezza non possono prevalere né prosperità né giustizia». Lo aveva dichiarato anche il suo predecessore Buhari, musulmano come lui, salvo aggravare la situazione.

Al contrario di Buhari, ex dittatore militare del paese, il nuovo presidente non ha esperienza nell’esercito e molti dubitano che riuscirà a mettere un freno alle scorrerie delle bande armate. Per aumentare la propria credibilità Tinubu ha scelto come vicepresidente Kashim Shettima, ex governatore dello Stato di Borno, dove imperversa Boko Haram. I cristiani, che restano i più colpiti dalle violenze, come evidenziato da un recente reportage di Tempi, sperano che questa volta il governo faccia sul serio anche se per ora prevale lo scetticismo.

Sarà il turno di Tinubu o della Nigeria?

Tra i dubbi che aleggiano intorno alle figura di Tinubu ci sono anche quelli che riguardano la sua salute fisica. Dopo le elezioni il presidente 71enne è volato all’estero già due volte per «riposarsi». Prima di lui, Buhari ha passato interi mesi all’estero per curarsi, lasciando il paese nelle mani dei suoi collaboratori.

Tinubu finora si è difeso spiegando che per fare il presidente di un paese non è necessario avere un fisico da atleta olimpionico e portando ad esempio l’inquilino della Casa Bianca, l’ottantenne Joe Biden, che però è inviso a molti americani proprio per la sua precaria tenuta fisica.

«Ora è il mio turno», ha scandito Tinubu in piazza ripetendo l’infelice slogan elettorale. Speriamo che il nuovo presidente sia capace di mettere al primo posto non la propria sete di potere, ma la Nigeria.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Tags: atiku abubakarbola tinubuCristiani Perseguitatimuhammadu buhariNigeriapeter obi
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