Napolitano: «Gravi le intercettazioni diffuse anche se non rilevanti» – Rassegna stampa/1

Di Redazione
22 Luglio 2011
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano parla ai magistrati in tirocinio e critica le toghe: «Non sempre si fa ricorso alle intercettazioni solo nei casi di "assoluta indispensabilità" per le specifiche indagini e viene spesso divulgato il contenuto pur quando esso è privo di rilievo processuale. Questo può essere lesivo della privatezza dell'indagato»

Ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato ai magistrati in tirocinio, ricevuti in udienza al Quirinale. Ha criticato in modo chiaro il conflitto tra politica e magistratura, che è diventato «intollerabile e sterile», all’indomani dell’autorizzazione della Camera alla carcerazione preventiva di Alfonso Papa e della sentenza che ha scagionato tutti i responsabili dell’ingiusto allontanamento di due fratellini, a Basiglio, dalla loro famiglia per oltre due mesi.

“Le intercettazioni? In parecchi casi se ne abusa, mentre andrebbero utilizzate «solo nei casi di assoluta indispensabilità», anche perché i loro contenuti sono «spesso divulgati per quanto privi di rilievo processuale», con danno «della privatezza dell’indagato o, ancor più, di soggetti estranei al giudizio». La prassi degli arresti, che qualcuno denuncia come troppo facili? Vi si ricorra dopo aver valutato con «il massimo scrupolo gli elementi necessari per l’apertura di un procedimento e, a maggior ragione, appunto la richiesta o l’applicazione di provvedimenti cautelari». Le passerelle delle toghe su tv e giornali? Bisogna recuperare i comportamenti «a criteri di misura e riservatezza», a «non cedere a fuorvianti esposizioni mediatiche» e a «non indulgere in atteggiamenti protagonistici e personalistici». Il sospetto che i giudici vogliano assumersi il compito di risolvere una questione morale che eternamente ritorna? Meglio che «non si sentano investiti di improprie ed esorbitanti missioni»” (Corriere, p. 5).

Napolitano ha poi continuato in modo critico, mettendo in guardia “contro «la sfiducia crescente» dei cittadini verso la giustizia, penalizzata da un «funzionamento gravemente insufficiente». Una crisi cui «concorre anche un offuscamento dell’immagine della magistratura» sul quale, ha insistito, sollecita «una seria riflessione critica»” (Corriere, p. 5). Luca Palamara, segretario dell’Anm, ringrazia il presidente ma nega i problemi individuati da Napolitano: «Abbiamo sempre difeso l’uso e non l’abuso delle intercettazioni, anche sotto il profilo dell’indebita pubblicazione di atti irrilevanti. Lo stesso vale anche per l’uso della custodia cautelare».

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