Monti sì, Monti no o solo per un po’. Le posizioni di destra e sinistra
Monti sì, elezioni no. Governo tecnico no, voto sì. Sia centrodestra che centrosinistra sono ben lontani dall’esprimere una posizione unica per quanto riguarda chi dovrebbe guidare il paese dopo che Berlusconi si dimetterà, probabilmente lunedì, da presidente del Consiglio. Vediamo in ordine le principali posizioni di entrambi gli schieramenti:
CENTROSINISTRA
Pier Luigi Bersani: «Noi abbiamo detto con chiarezza: no ribaltoni. La situazione richiede altro. Noi diciamo: grande coalizione, diciamo che serve un governo di emergenza, di fronte al quale ogni ogni forza politica si prenda le sue responsabilità».
Romano Prodi: «Un governo tecnico è una sconfitta per la politica»
Walter Veltroni: «Serve un nuovo governo subito, guidato da una persona autorevole, in Italia e in Europa. Monti, il presidente della Bocconi, è perfetto. Le urne ora? Follia».
Antonio Di Pietro: «No a un governo Monti. In democrazia si vara un programma e lo si propone agli elettori: se vinci, vai a governare; se fallisci, la parola torna agli elettori. Tutto il resto sono parole nobili per comportamenti ignobili. Ci vuole un governo politico che proponga come far quadrare i conti».
Nichi Vendola: «Si faccia in un tempo ristretto un intervento di riforma della struttura della ricchezza, scelte drastiche in termini di tassazione patrimoniale e delle rendite, si abbattano le spese militari. Poi, subito al voto».
Claudio sardo (l’Unità): «Che le elezioni siano la strada migliore, e anche la più probabile, è opinione condivisibile».
Rosy Bindi: «Monti non è la vittoria delle tecnocrazie e delle banche sulla politica ma l’unica possibilità di riscatto della politica: serve un governo autorevole, credibile, in netta discontinuità con il precedente».
Susanna Camusso (Cgil): «Necessario un Governo di emergenza, di transizione e di garanzia del presidente della Repubblica che possa affrontare il problema del ripristino della nostra credibilità internazionale. Una nuova credibilità richiede che
sia dato subito un segno di discontinuità attraverso equità fiscale (patrimoniale) e l’attenzione al lavoro, a partire dai giovani».
Sergio Bellavita (Fiom): «Esprimo il mio netto dissenso nei confronti della Segreteria nazionale della Cgil che ha preso posizione a favore della formazione di un Governo di emergenza. La segreteria della Cgil non ha infatti nessun mandato per esprimere sostegno nei confronti di un Governo che avrebbe come unico obiettivo quello di attuare drastiche misure in materia economica e sociale. Ovvero le misure che sono state chieste a gran voce dai padroni, dalla Bce e dall’Unione Europea col pretesto del debito».
CENTRODESTRA
Angelino Alfano: «Siamo per il voto, anche se non intendiamo sovrapporci a ciò che il presidente intenderà fare quando avvierà le consultazioni».
Maurizio Sacconi: «No alla guida di un tecnocrate».
Roberto Formigoni: «Mario Monti? Una linea imposta dai fatti. Con una speculazione internazionale all’attacco, abbiamo il dovere di salvare il Paese. Due mesi di campagna elettorale in questa fase, metterebbero l’Italia in ginocchio, non possiamo permetterlo».
Giorgia Meloni: «Sono preplessa, dico no a governi tecnici o di larghe intese».
Maurizio Lupi: «La strada migliore oggi è un governo di unità nazionale perché i mercati sono in fibrillazione».
Altero Matteoli: «Per tre anni e mezzo abbiamo litigato senza tregua con il Pd e le altre opposizioni, non abbiamo trovato un punto di incontro su nulla, neanche sulla politica estera. E ora andiamo al governo assieme?».
Tra chi vuole gettare discredito sulla figura di Mario Monti, su internet si consiglia di visionare questo stralcio di puntata dell’Infedele:
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