McDonald’s assume tremila persone, Cgil si lamenta. Replica: «Non capisce le esigenze dei lavoratori»

Di Leone Grotti
08 Gennaio 2013
Per la Cgil, la multinazionale «mercifica la Costituzione» e non dice che il «70 per cento dei posti è part-time». La replica: «Saremmo felici di fare assunzioni a tempo pieno, ma la rigidità dei contratti italiani ce lo impedisce».

«La Cgil è distante dalla realtà. Parla di “mantenere i diritti”, ma quali? Quelli dei posti persi? Noi assumiamo part-time, ma non abbiamo precari. A non capire le esigenze dei lavoratori è la Cgil». Questa batosta inflitta dall’amministratore delegato di McDonald’s Italia Roberto Masi al sindacato più grande e conservatore d’Italia ha bisogno che si renda noto l’antefatto.

TREMILA POSTI DI LAVORO. È da diversi giorni che McDonald’s ha lanciato una campagna di assunzioni, pubblicizzata da un manifesto (nella foto) che recita così: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, 3.000 nuovi posti li mettiamo noi». La multinazionale, che conta 450 punti vendita nel paese per un totale di 16.700 dipendenti a libro paga, assumerà nei prossimi tre anni altri tremila lavoratori. Buona notizia? No, attacca la Cgil, perché McDonald’s fa un uso «strumentale e mercifica uno dei principi fondamentali dell’ordinamento repubblicano: il primo articolo della nostra Carta costituzionale». Inoltre, la multinazionale non dice che «l’80 per cento dei lavoratori, non certo per scelta, ha un contratto a tempo parziale di poche ore settimanali».

«COLPA DEI CONTRATTI ITALIANI». Repubblica strombazza a tutta pagina le tesi della Cgil e lascia un piccolo specchiettino all’amministratore delegato di McDonald’s, che però risponde per le rime in poco spazio: «Ci siamo esposti, c’impegniamo ad assumere e la Cgil ci attacca: scoraggiante» afferma Masi. «Il 70 per cento dei posti è part-time, ma non è una nostra scelta, siamo praticamente obbligati a farlo. La ristorazione lavora su due picchi: pranzo e cena. Saremmo felici di fare assunzioni a tempo pieno, spezzando l’orario su due momenti di massimo sforzo, ma la rigidità dei contratti italiani ce lo impedisce».

«CGIL DISTANTE DALLA REALTÀ». Quindi? «La Cgil è distante dalla realtà. Parla di “mantenere i diritti”, ma quali? Quelli dei posti persi? Noi assumiamo part-time, ma non abbiamo precari. A non capire le esigenze dei lavoratori è la Cgil».

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. Hughes

    Con un probabile governo Bersani-Vendola, la Cgil ce la troviamo direttamente a Palazzo Chigi!

  2. mauro

    ottusi e ideologici come al solito, i signori della cgil, in un mondo in cui si predica elasticità e mobilità dell’occupazione loro continuano con posto fiso e diritti rigidi, bravi!
    fossi un’azienda farei come fanno tutti, non investirei in italia
    ma perchè questi sono ancora legati i colcoz??

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