Emmanuel Macron? «Prima ha distrutto il partito socialista, con un colpo di Stato non tanto contro il presidente Hollande quanto contro la sinistra interna. Poi dall’Eliseo ha distrutto il partito neogollista. Macron è un grande tattico. Ma quale sia il suo progetto politico, oltre a distruggere, non è chiaro». È quanto dichiarato al Corriere da Alain Touraine, 96 anni, uno dei più autorevoli sociologi contemporanei, secondo il quale il secondo mandato del leader di République en marche non sarà affatto una passeggiata né una marcia trionfale, nonostante abbia sconfitto nettamente al ballottaggio la sfidante Marine Le Pen.
«La Francia è in crisi, la rivolta alle porte»
La Francia è in un momento estremamente delicato, sostiene Touraine, sull’orlo di una nuova rivolta sociale: «Macron farebbe bene a negoziare la sua riforma delle pensioni, anziché imporla. Ma il motivo per cui da vent’anni esplodono le rivolte e si combattono le guerre non sono le pensioni, né l’economia, ma la religione», in particolare l’islam. «La guerra con l’islam dura dai tempi delle crociate. Perché non possono intendersi i fedeli di una religione come il cristianesimo – per cui l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio, e Dio si è fatto uomo – e l’islam, per cui Dio è tutto e l’uomo è nulla».
Anche Macron è consapevole delle difficoltà che lo attendono e forse per questo, come nota il Figaro, «ha pronunciato uno dei discorsi di vittoria più corti e cupi della sua vita politica». Anche il fatto che il presidente sia stato preferito da oltre il 70 per cento degli ultrasettantenni e solo dal 50 per cento degli elettori in fascia d’età 25-34 anni è sintomo «di una crisi demografica che non risparmia più neanche il vincitore del suffragio».
Le sfide di Macron in Francia e in Europa
Per non parlare dell’enorme peso dell’astensione, che ha toccato la vetta record del 28,2 per cento, sintomo «del malessere della società francese, che sembra aver perso ogni speranza». Come dichiara al Figaro Jérôme Fourquet, Macron è stato scelto da meno della metà degli aventi diritto e per questo il suo non potrà che essere un «quinquennio difficile: questo nuovo mandato rischia di essere caratterizzato da una decomposizione politica avanzata» e «da proteste di piazza».
Vedremo se Macron saprà restituire speranza alla società e unità al panorama politico e come il suo partito (Lrem) si comporterà alle legislative di giugno, dove potrebbe anche ottenere la maggioranza assoluta. Di sicuro, la novità principale alla prossima Assemblea nazionale sarà la presenza consistente di politici appartenenti al Rassemblement national di Marine Le Pen, che dovrebbe passare da otto a un centinaio di seggi.
Il presidente francese, con le sue ripetute critiche agli Usa di Joe Biden sulla guerra in Ucraina, si è anche prefissato l’obiettivo di restituire un ruolo da protagonista all’Unione Europea, perché non finisca subalterna degli Stati Uniti. Per il sociologo Touraine «il momento è propizio». Ma la strada è tutta in salita.
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