Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha chiarito oggi di non avere mire personali su un possibile governo Monti. «Non ho chiesto di far parte del governo Monti, quindi dovrò deludere chi si aspetta una successione in Lombardia», ha detto ad alcuni giornalisti che gli sottoponevano la presa di posizione di Davide Boni della Lega («Se Formigoni vuole andare a Roma, al suo posto un legista»). Formigoni ha aggiunto: «Non sono interessato» a cariche nel governo Monti. «Questa successione potrà esserci nel 2013? Nulla è scontato – ha spiegato -, perché si apre una fase politica nuova: devo però dire che con Veneto e Piemonte governati da uomini della Lega, vedo molto difficile che anche la Lombardia venga affidata a uno di loro. È molto probabile dunque che il mio eventuale successore sarà anch’esso del Pdl».
Formigoni ha poi aggiunto: «Se Napolitano gli darà l’incarico, Monti formerà un governo per il solo scopo di di salvare l’Italia da questa difficile situazione», in cui auspica che il Pdl «abbia una posizione da protagonista». «Spero lo formi – ha insistito – le elezioni in questo momento non sarebbero nell’interesse del paese. Siamo in un periodo di cambiamenti ma il rapporto tra Pdl e Lega è da sempre di grande collaborazione sia a livello regionale che nazionale».
Formigoni ha partecipato ieri sera alla trasmissione tv Porta a Porta di Bruno Vespa. In tv il governatore ha ribadito la sua posizione di apertura nei confronti di un Governo di larghe intese: obiettivo comune – attraverso «l’interruzione momentanea delle proprie alleanze» – la difesa economica del nostro Paese».
Come ripropone oggi sul suo sito Formigoni pensa che occorra ragionare partendo dalla drammatica crisi economica e dal drammatico attacco della speculazione internazionale che muove il ragionamento di Formigoni. «È una speculazione che l’Italia non merita. I fondamentali della nostra economia sono a posto e migliori di quasi tutti i soci dell’Unione europea. L’accanimento della speculazione sta, tuttavia, penalizzando fortemente il nostro Paese. Di fronte a questo attacco ritengo che andare a elezioni anticipate, con una campagna elettorale di due o tre mesi, potrebbe significare consegnare l’Italia inerme a un attacco che diventerebbe ancora più forte».
L’Italia non può permettersi di andare alle urne, perché l’esito si giocherebbe sul filo di pochi voti. L’esito, infatti, non sarebbe «una situazione chiara come quella che si delinea in Spagna dove, con le elezioni anticipate in programma il 20 novembre, si sa già che vincerà il partito popolare che ha sposato per intero il programma per l’Europa». Il Paese ha bisogno di «modernizzarsi, facendo le riforme necessarie».
Se il premier sarà il presidente dell’università Bocconi Monti – commenta Formigoni –, «la sua storia, la sua filosofia e le sue dichiarazioni ci dicono che il suo programma non sarà coerente ma coerentissimo con le indicazioni europee. Da questo punto di vista, dentro al Pdl, dico che possiamo andare con fiducia in questa direzione, perché Monti porterà avanti e renderà completi gli sforzi che noi abbiamo fatto senza riuscirci completamente». Nel caso in cui anche gli altri partiti dell’arco costituzionale appoggeranno l’ipotesi di un Esecutivo guidato dall’ex commissario europeo, «avremo realizzato un mezzo miracolo: dopo aver litigato per anni su finte contrapposizioni prevarrà, almeno nel Governo Monti, uno spirito riformista».
Oggi sul Corriere della Sera appare un’intervista a Maurizio Lupi. Il vicepresidente della Camera ha spiegato il suo pensiero (“Sì all’emergenza. Nel programma i 39 punto della Bce)”. Lupi pubblica oggi sul suo sito un telegrafico post che ne riassume il pensiero: «Tutte e due le ipotesi sono legittime con pro e contro: elezioni subito, o governo di emergenza nazionale. Vedendo i mercati e la situazione credo migliore la seconda. NO RIBALTONE, NO INCIUCIO. Il governo abbia come programma i 39 punti messi in agenda dall’Europa. Sabato il PDL DECIDE INSIEME. Non è il momento di mettere da parte il contrasto e lavorare per l’Italia?».