«Il 2013 è stato un anno di transizione politica ed economica» ma il 2014 sarà un anno decisivo per l’Italia»: si apre con ottimismo la settimana per Enrico Letta che così ha dichiarato questa mattina ad un summit sull’Italia organizzato dal Financial Times. Il premier ha annunciato che «questa settimana presenteremo il piano di privatizzazioni che viene discusso oggi al ministero dell’Economia».
MOTIVI DI FIDUCIA. Per Letta sono varie le ragioni a sostegno di questo ottimismo. Anzitutto torna ai dati positivi di analisi macroeconomica pubblicati la settimana scorsa tanto dal ministero dell’Economia che da Moody’s, ricordando che «siamo nell’ultimo trimestre e in questo trimestre prevediamo di risolvere il problema della crescita». Poi Letta vede positivamente anche «il percorso di consolidamento fiscale è un mantra,un dovere, vogliamo continuare lungo questa strada», che garantirebbe una visione positiva dell’Italia anche in ambito europeo. Un dato cui si somma un altro aspetto. Per Letta «i tedeschi non sono gli unici a salvare l’euro e l’Europa, c’è un contributo molto importante anche dell’Italia e di altri Paesi. Ad esempio, il nostro contributo al Fondo salva Stati e altri meccanismi è dieci volte quello della Finlandia».
ABOLIZIONE FINANZIAMENTI AI PARTITI. Un’altra condizione che potrebbe creare fiducia, questa volta all’interno del paese e soprattutto nei confronti della politica, è seconda Letta uno degli obiettivi dati al su Governo, che sembra più vicino alla realizzazione: «Uno degli obiettivi più importanti del governo è l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, approvata dal governo, poi dalla Camera già un mese fa, e ora in discussione al Senato. Sono certo che il Senato sia ben consapevole della necessità di un’approvazione molto rapida di questa legge, perché cambierà completamente il rapporto tra istituzioni e cittadini ricreando fiducia».
SENATO: ANCHE SCHIFANI IN NCD. Oggi intanto si sono costituiti i gruppi parlamentari di Nuovo centrodestra sia al Senato che alla Camera. Al Senato il nuovo capogruppo sarà Laura Bianconi (per ora iscritta al Gal): sono 30 i senatori che ne faranno parte, e tra questi spicca il nome di Renato Schifani, fino a venerdì capogruppo Pdl che subito dopo essersi dimessosi dal precedente incarico ha quindi ufficializzato il suo ingresso nella pattuglia di “alfaniani”. Gli altri 29 senatori sono Laura Bianconi, Giovanni Bilardi, Luigi Compagna, Paolo Naccarato, Piero Aiello, Andrea Augello, Antonio Azzollini, Antonio Caridi, Federica Chiavaroli, Francesco COlucci, Nico D’Ascola, Giuseppe Esposito, Massimo Cassano, Roberto Formigoni, Antonio Gentile, Carlo Giovanardi, Marcello Gualdani, Franco Conte, Bruno Mancuso, Giuseppe Marinello, Pippo Pagano, Gaetano Quagliariello, Luciano Rossi, Maurizio Sacconi, Salvatore Torrisi, Simona Vicari, Guido Viceconte e Mario Dalla Tor. Per quanto riguarda il gruppo alla Camera è noto per il momento che il capogruppo sarà Enrico Costa.
SCONTRO FORMIGONI-BIANCOFIORE. Formigoni, intervistato oggi da Agorà, ha ribadito che «Non è corretto parlare di una scissione». Poi ha spiegato che «A Forza Italia ponevamo due condizioni. La prima è che, riconosciuta la leadership Berlusconi, si desse vita a un partito democratico. E a questa prima richiesta ci è stato detto di no. La seconda condizione riguardava la linea politica che intende seguire Forza Italia. Noi eravamo disposti a entrare in un centrodestra europeo, aperto all’innovazione e a futuro. Anche a questa richiesta ci è stato detto di no. La nostra non è una scelta neocentrista – ha aggiunto – stiamo con piedi e testa nel centrodestra, ma in una fase drammatica come questa collaboriamo con l’avversario storico». La replica durissima di Michaela Biancofiore (Forza Italia), sempre alle telecamere di Agorà, è stata in questi termini: «Ci sono persone, molti scorrendo la lista di quelli che hanno seguito Alfano, che hanno la volontà di crearsi un salvacondotto giudiziario»
IL NUOVO CENTRODESTRA E RENZI. Letta ha salutato positivamente anche la scissione tra Forza Italia e i “falchi” da una parte, gli Alfaniani di Nuovo centrodestra dall’altra: «Credo che quello che è successo nel centrodestra aiuterà la stabilità in Italia, ne sono sicuro. La nascita di Ncd chiarisce la situazione». Messa al sicuro la stabilità del Governo nei rapporti con gli alleati di centrodestra, Letta prova a fare la stessa cosa anche con il suo partito, dove le “faide” interne, in vista anche delle primarie, non mancherebbero. Non a caso il premier si rivolge direttamente alla “mina vagante” numero 1 della stabilità del suo governo: «Con Renzi e il Pd faremo lo stesso percorso perché dovremo applicare riforme importanti da un punto di vista economico e politico per avere un Paese più stabile».