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Silvio Berlusconi sbagliava spesso nella forma, ma mai nella sostanza, per quel che riguarda la politica estera. Concedeva troppo alle stravaganze di Muammar Gheddafi che sbarcava a Roma per condurre sessioni di proselitismo religioso alle hostess italiane attorniato di amazzoni armate fino ai denti e accompagnato da cavalli arabi. Ma se Sarkozy e Londra non ci avessero messo lo zampino, oggi il Mediterraneo non sarebbe un cimitero di migranti annegati, Libia e Tunisia conoscerebbero stabilità e prosperità, l’Europa si avvantaggerebbe dei loro progressi sotto molti aspetti e l’Italia sarebbe tornata ad essere una potenza equilibratrice nella regione, cerniera della cooperazione fra Unione Europea e Nord Africa. Il tutto grazie al Trattato di amicizia che era riuscito a far firmare al rais di Tripoli nel 2008.
Il capolavoro di Pratica di Mare
Irricevibili le sue dichiarazioni sul “governo di gente per bene” che Putin avrebbe voluto insediare a Kiev e sull’inopportunità per i...
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