La Corea del Nord ha annunciato con un comunicato dello Stato maggiore dell’Esercito popolare coreano che l’esercito ha ricevuto il via libera definitivo per uno «spietato attacco nucleare contro gli Stati Uniti» che potrebbe avvenire «oggi o domani». Un missile a medio raggio è stato trasportato sulla costa orientale mentre il Pentagono, «pronto a difendere il territorio americano», ha dispiegato per precauzione un avanzato sistema di difesa anti missile nella sua base militare di Guam nel Pacifico.
MESI DI PROVOCAZIONI. Questo è solo l’ultimo atto che corona mesi di provocazioni e dichiarazioni esplosive da parte del regime comunista, inclusi test missilistici, nucleari, violazione dei patti di non aggressione con Seul e chiusura ai sudcoreani del distretto industriale di Kaesong, che si trova al confine con il Sud, è condiviso con Seul e dà lavoro a 53 mila dipendenti nordcoreani.
COREA DEL SUD DIFFIDA. Nonostante i quotidiani sudcoreani oggi facciano notare come l’esercito della Cina insieme a diversi jet si trovi fin da marzo al confine con la Corea del Nord, nella Provincia di Jilin, in pochi tra gli analisti e in Corea del Sud «credono davvero» che Pyongyang voglia scatenare una guerra, anche a causa delle dichiarazioni di un alto ufficiale nordcoreano alle agenzie turistiche cinesi: «Non vi preoccupate, non scoppierà nessuna guerra nella Penisola coreana».
PERMALOSI COME BAMBINI. La dittatura comunista coreana, però, è imprevedibile e molto permalosa come dimostra un video pubblicato sul sito di propaganda nordcoreana Uriminzokkiri. Nel video Pyongyang minaccia di chiudere definitivamente il complesso di Kaesong, una voce afferma: «La Corea del Sud non ha senso della realtà. Ha dichiarato che la Corea del Nord non poteva fare niente per chiudere il Complesso industriale di Kaesong perché per noi rappresenterebbe una “immensa mucca per mungere soldi”». Contestando questa ipotesi, continua il video: «La ragione per cui non abbiamo ancora chiuso [definitivamente] il complesso industriale di Kaesong durante lo stato di guerra è per gli imprenditori della Corea del Sud. Se lo chiudiamo, sappiamo che molti sudcoreani che lavorano e dipendono dal complesso di Kaesong rimarrebbero disoccupati. Ma se le marionette della Corea del Sud continuano a sfruttare Kaesong per un guerra fratricida, saremo costretti a chiuderlo».
CRISI ECONOMICA. Nonostante le dichiarazioni, l’ipotesi di una chiusura definitiva del complesso è remota. Al suo interno ci sono infatti 123 industrie sudcoreane che danno lavoro a 53 mila nordcoreani, portando profitto a Pyongyang per 470 milioni di dollari solo nel 2012. Vista la situazione di crisi economica della Corea del Nord, è difficile che Kim Jong-un voglia privarsi di entrate fondamentali per tenere in piedi il regime.