Lettere al direttore

Indignazione per le catene alla Salis, ma vi ricordate Enzo Carra?

Di Emanuele Boffi
31 Gennaio 2024
Giusto scandalizzarsi per come è stata trattata l'italiana in un tribunale ungherese. Ma non molti anni fa accadeva la stessa cosa a Milano e la stampa applaudiva
Ilaria Salis e il dettaglio dei suoi polsi e delle sue caviglie nei fermoimmagine del servizio del tg3 del 29 gennaio 2024 (Ansa)
Ilaria Salis e il dettaglio dei suoi polsi e delle sue caviglie nei fermoimmagine del servizio del tg3 del 29 gennaio 2024 (Ansa)

Caro direttore, grande scandalo per le foto di Ilaria Salis in catene all’udienza in tribunale a Budapest: giusto. Sono fascisti questi ungheresi e con loro la Giorgia amica di Orban. Infatti bisognerebbe ricordare quella foto tutta italiana, tutta sinistra e giustizia, di Enzo Carra, portavoce della Democrazia cristiana mostrato in catene dagli spettacolari super pm di Mani pulite: allora applausi. Fascisti?

Gian Mario Gatti email

Quando fu arrestato, Enzo Carra era capo ufficio stampa della Dc, incensurato. Per decisione di qualcuno del pool, fu portato dal carcere di San Vittore fino all’aula di tribunale con gli schiavettoni ai polsi tra due ali di giornalisti, fotografi e cameraman. Come raccontò Carra in un’intervista al Foglio, la requisitoria fu pronunciata da Piercamillo Davigo e si concludeva così: «Carra è persona estranea a eventuali reati. Come tale è persona informata dei fatti e ha l’obbligo di dire la verità». E Carra disse la verità, ma «non era la loro verità. Io Davigo lo conosco bene». Così funzionava in Italia in quegli anni (solo in quegli anni?). Lo ammise anche un altro pm del pool, Gherardo Colombo, che scrisse la prefazione a un libro dello stesso Carra, L’ultima Repubblica: «Eppure non una persona sarebbe andata in carcere se, come suggerito nel luglio 1992, ben prima (data la rapidità dell’evolversi di quegli eventi) della nomina di Martinazzoli, la politica avesse scelto di seguire la strada dello scambio tra ricostruzione dei fatti ed estromissione dal processo. Chi avesse raccontato, restituito e temporaneamente abdicato alla vita pubblica non avrebbe più avuto a che fare con la giustizia penale». Cioè, se dicevi quello che i pm volevano sentirsi dire, eri libero, altrimenti… Giustamente, Piero Sansonetti scrisse che in quegli anni ci fu una «trattativa segreta Stato-Tangentopoli». Quindi non solo fascistelli, pure mafiosetti.

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Una newsletter sui libri? Certo che sì.

Fabrizio Pellizzoni email

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Mi piacerebbe molto se partisse una newsletter sui libri! Sarebbe utilissima! Saluti e un grazie per il vostro lavoro.

Licia Melina email

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Ottima idea una newsletter sui libri. Spero si realizzi. Grazie.

Adriana Pirovano Nicastri email

Provvederemo. Grazie.

 

 

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