La preghiera del mattino

Il passaggio tutt’altro che “calendiano” di Weber in Italia

Manfred Weber con Antonio Tajani
Il presidente e capogruppo del Partito popolare europeo Manfred Weber (a sinistra) a Roman con il suo vice Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, 30 agosto 2022 (foto Ansa)

Su Startmag Paola Sacchi scrive: «La visita di Weber, che oggi vede anche i leader centristi di Udc, Lorenzo Cesa, Antonio De Poli e di “Noi moderati”, Maurizio Lupi, toglie oggettivamente spazio alla campagna del “terzo polo”. Il cui obiettivo è sottrarre a Forza Italia quegli elettori cosiddetti “moderati” che sarebbero spaventati da Giorgia Meloni o da Matteo Salvini e comunque da una coalizione che ora i sondaggi fotografano a trazione Fdi. E, di fronte a scenari mediatici secondo i quali il Ppe punterebbe in Italia a sostituire nell’alleanza di centrodestra Salvini con Carlo Calenda, Tajani, ex presidente del Parlamento europeo, con accanto il numero uno del Ppe, taglia corto: “Intanto, il ‘terzo polo’ sarà quarto polo e Forza Italia non cambierà alleanze”».

Nel nuovo scenario europeo e internazionale forse si apre uno spazio per un’iniziativa italiana fondata su radici nazionali e non solo su personalità dalle qualità cosmopolitiche.

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Su Dagospia si riprende un articolo di Rino Formica su Domani dove si scrive: «Non dico che siamo nella situazione inglese del 1650. Ma con quel discorso Draghi ha dato il via a una nuova figura giuridica-istituzionale che supera l’assetto costituzionale del paese. Il lord protettore è chi usa la legge perché egli stesso è la legge, dispone della forza perché egli è la forza, manipola le istituzioni perché è egli stesso le istituzioni, gode della fiducia dei poteri esteri perché è punto di riferimenti del potere sovranazionale. Questo è il lord protettore moderno, non un dittatore ma uno che dà l’orientamento, il consiglio. Per il lord protettore il paese deve essere sereno, unito, deve superare le difficoltà economiche e sociali perché resta nella cabina di regia dell’impero».

Leggere Rino Formica è sempre istruttivo perché non scrive mai cose banali, peraltro qualche mese fa aveva sostenuto che l’Italia non correva eccessivi rischi democratici perché sotto la protezione del Vaticano che alla fine orientava la politica nazionale. Evidentemente in questi mesi si sarebbe passati dalla protezione del Papa a quella dell’Imperatore (la Goldman Sachs?).

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Su Formiche Mariastella Gelmini dice: «Rappresentiamo la terza opzione riformista che con competenza e serietà, senza slogan, è determinata a risolvere la crisi energetica, diminuire la pressione fiscale, modernizzare il paese. Sempre in un quadro europeista ed atlantista su cui non abbiamo né esitazioni né ambiguità».

L’aria da statista che si dà Mariastella mi fa quasi scivolare verso il pensiero magico, inseguendo quella sentenza latina che parla di “nomen omen”. Con i Casini, i Fini, le Gelmini capaci solo di pensare in piccolo al proprio interesse personale, e con i Berlusconi, il povero Roberto Formigoni, Giorgia Meloni che hanno tentato e tentano di pensare in grande. Insomma -ini e -oni. Naturalmente il pensiero magico procede tra le contraddizioni, per esempio questa: Salvini o Maroni? O una ancora più clamorosa: il magnifico Denis Verdini o l’inconsistente Walter Veltroni?

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Su Fanpage Natascia Grbic scrive: «La candidata dem Marianna Madia è stata insultata dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giovanni Moscherini. “Dietro la leadership femminile di Giorgia Meloni ci stanno questi personaggi. Mi ha gentilmente chiamata bambola pechinese proprio come modo per rivolgersi a me”, ha dichiarato Madia».

Fanpage titola questa notizia così: “Civitavecchia, da Fratelli d’Italia insulti sessisti a Marianna Madia”. Mentre su Open si scrive: «“Un confronto con te si dovrebbe fare solo davanti a un buon forno acceso”. È solo uno degli insulti rivolti a Emanuele Fiano. Il candidato Pd al Senato in Lombardia, che corre nel collegio che include il comune di Sesto San Giovanni, ha invitato a un confronto la avversaria di Fratelli d’Italia Isabella Rauti».

L’insulto alla Madia è da imbecille, mentre le frasi contro Fiano sono orribilmente ripugnanti. È bene che Fratelli d’Italia sia solerte nell’isolare tempestivamente episodi di questo tipo. Non sarebbe male peraltro che anche i media e gli avversari politici sapessero distinguere tra singoli imbecilli nonché odiosi mascalzoni, e schieramenti che hanno maturato posizioni democraticamente accettabili.

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