
Su Startmag Francesco Damato scrive: «Nella redazione di Repubblica debbono avere – se mi consente il pur apprezzabilissimo direttore Maurizio Molinari – una concezione delle condizioni di crisi in cui versa la giustizia in Italia ben più grave della realtà se, a commento della “sfida” appena attribuitagli, Carlo Bonini ha paragonato il guardasigilli in carica a Nerone, piuttosto che a Giustiniano».
Bonini dovrebbe farsi spiegare dai suoi colleghi degli Esteri come in tutto il mondo il modello “Stato delle procure”, che gli è così caro, sia in crisi. Persino in paesi ben più strutturati, in questo campo, di noi: dall’Iran alla Cina popolare.
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Sulla Nuova bussola quotidiana Rubens Razzante scrive: «Il presidente, Carlo Bonomi, durante la scorsa legislatura, ha giustamente tuonato contro i governi in carica, perché secondo lui non avevano coraggio e non aiutavano a sufficienza le imprese. Ieri, però, ha incontrato Giuseppe Conte, principale oppositore del governo Meloni e accanito difensore del reddito di cittadinanza, che tutto fa fuorché aiutare l’economia a rilanciarsi. Bonomi ha dichiarato che Pos, flat tax e prepensionamenti non sono priorità del paese. In verità l’attuale esecutivo è anche intervenuto sul cuneo fiscale e, in ogni caso, non si potranno vedere certamente in un mese o due gli effetti positivi di questa manovra sull’economia di un paese come l’Italia, stremato dalle misure restrittive adottate durante la pandemia e fortemente penalizzato dalla crisi energetica».
L’idea di Giorgio Napolitano nel 2011 di guidare l’Italia dall’alto e dal fuori, grazie alla totale subordinazione all’asse Berlino-Parigi e al governicchiare dell’inetto Mario Monti, e perseguìta successivamente con esecutivi con scarsa legittimità politica, ha logorato la nostra democrazia (già provata dallo strabordare dell’iniziativa giudiziaria post ’92) rafforzando nuclei di poteri autoreferenziali e una spinta verso un peronismo che punta all’assistenza invece che al lavoro con i 5stelle che nel 2018 arrivarono al 32%. Poteri autoreferenziali e peronismo che oggi spesso sembrano ritrovarsi negli incontri tra Conte e Bonomi, e in quelli tra lo stesso Conte e Maurizio Landini.
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Su Huffington Post Italia si scrive: «L’Italia, il Regno Unito e il Giappone hanno stretto un’alleanza “senza precedenti” nel settore della difesa per lo sviluppo e la costruzione del caccia del futuro, un jet supersonico di sesta generazione destinato a sostituire l’attuale Eurofighter Typhoon (frutto della collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna): il nuovo aereo da combattimento si chiamerà Tempest e dovrebbe essere operativo nel 2035, con l’avvio della fase di sviluppo nel 2024. Lo ha annunciato il premier britannico Rishi Sunak, confermando le recenti indiscrezioni dei media internazionali. “La sicurezza del Regno Unito, sia oggi sia per le generazioni future, sarà sempre di primaria importanza per questo governo. È per questo che dobbiamo rimanere all’avanguardia nei progressi della tecnologia della difesa, superando e sconfiggendo coloro che cercano di farci del male”, ha detto il premier britannico».
Forse questa notizia spiega l’isterico nervosismo messo in mostra da Emmanuel Macron in questi giorni verso il governo Meloni, prendendo pretesto dalle questioni delle navi Ong. Il presidente francese si era dato da fare per rimediare ai pasticci di una politica francese che volendo essere essenzialmente nazionaltecnocratica finisce per essere senza fondamenta. E così si è barcamenato tra grandi aperture a Washington e l’invio del fido belga Charles Michel a Pechino, ritenendo che alla fine la sua furbizia gli avrebbe evitato scelte politiche concrete. Ma la realtà è più consistente delle sue manovre, e alle non scelte strategiche di Parigi corrispondono le scelte non concordate con lui di altri soggetti della scena internazionale. In questo contesto la distribuzione di preservativi gratis ai giovani d’Oltralpe lanciata dall’Eliseo finisce molto per ricordare le brioches che Maria Antonietta si proponeva di dare al popolo che chiedeva pane.
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Su Formiche Gabriele Carrer scrive: “Wendy Sherman, vicesegretaria di Stato degli Stati Uniti, ha incontrato martedì Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano. I due, recita una nota della diplomazia americana, “hanno discusso dell’ulteriore approfondimento della nostra alleanza per affrontare le sfide globali, tra cui la sicurezza energetica e la nostra opposizione agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo nello Stretto di Taiwan”. Inoltre, hanno “sottolineato l’importanza di un sostegno unitario all’Ucraina di fronte ai crudeli attacchi della Russia contro la popolazione e le infrastrutture del paese”».
Chi insiste in modo ossessivo sull’isolamento internazionale di Giorgia Meloni, dovrebbe meglio ragionare sui fatti piuttosto che sulla propaganda.
Foto Ansa
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