Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Cultura

Il dovere di Napoli di riscoprire Ferdinando Russo

A novant’anni dalla morte, occorre conoscere la maestria di un poeta che seppe raccontare la vita di quegli anni come pochi altri

Francesco Palmieri
06/09/2017 - 1:00
Cultura
CondividiTwittaChattaInvia

ferd-russo-icona-grandeRicordando che ci fu, ma poco chi fosse, Ferdinando Russo a novant’anni dalla morte è appiattito nell’esiguo cassetto dei poeti dialettali sotto l’ingombrante fascicolo di Salvatore di Giacomo. La sua fu invece una figura tridimensionale di riuscita prova, nel giornalismo e in un’arte narrativa che si sciolse, nel magico momento tra due secoli, con efficacia in versi e in prosa.

Se Borges lo avesse conosciuto, ne avrebbe raccontato come di un Evaristo Carriego più compiuto. Se Benedetto Croce, al tempo ch’erano entrambi vivi, gli avesse rilasciato un certificato critico più generoso, Ferdinando Russo non avrebbe aspettato gli attestati – a loro volta oggi sbiaditi – di Pasolini e Bernari per una laurea poetica che, come quella accademica, lui oltrepassò sul campo.

A differenza del di Giacomo, di Bovio e di tanti letterati napoletani prima o dopo di lui, per Russo vita e opere restano inseparabili. Se non fosse stato d’una bellezza saracena, poco o nulla avrebbe cantato d’amore. Se non avesse schiaffeggiato un guappo conquistando il rispetto delle consorterie malandrine, poco o male avrebbe scritto di camorra. Se avesse evitato certe infrequentabili bettole, non sarebbe diventato un esemplare cronista di “nera”. Mentre di Giacomo sognava in poltrona, Russo trasognava a passeggio; se il primo distillava endecasillabi dal lavorìo del cuore, giungevano al secondo da un orecchio pronto a coglierli già fatti nelle voci di strada.

LEGGI ANCHE:

Una scena di Dio arriverà all’alba, spettacolo teatrale dedicato a Alda Merini

“Dio arriverà all’alba”, lo spettacolo che fa venire voglia di conversare con Alda Merini

2 Aprile 2022
Poesia

Te Deum laudamus per il giorno in cui un mezzo santo e mezzo diavolo mi restituì la bellezza

29 Dicembre 2021

Si definiva e lo qualificarono verista, ma fu per metodo più che per scopo: contestò a di Giacomo la descrizione di un carcere perché lo raccontava come chi non ne ha mai visto uno. Riscosse le prime fortune col poemetto “‘O cantastorie”, ma narrando le vicende dei paladini francesi come le avrebbe esagerate, con lingua e animo napoletano, uno dei “patiti” che le ascoltavano sul Molo e presi da fervore davano talvolta mano ai coltelli. Descrisse la Napoli più sfigurata che salvata dal Risanamento come e meglio di Matilde Serao. Ne scrisse per lei e per il marito Edoardo Scarfoglio, coi quali fondò Il Mattino nel 1892 e li difese nei giorni della controversa inchiesta ministeriale Saredo del 1900. Sapeva di abbracciare una causa opaca ma nell’onesta certezza di farlo per Napoli, che l’unificazione nazionale mal condotta aveva declassata da Capitale a capoluogo quattro decenni prima, alimentando la camorra e trascinando alla miseria tanta parte di piccola borghesia.

Inventò, o trasse ai dizionari, due vocaboli tuttora correnti in italiano come “scugnizzo” e “macchietta”. Proprio per una “macchietta” che rimpiangeva re Francesco fu accusato di borbonismo e finì dal giudice istruttore, il quale lo prosciolse più in virtù d’intelligenza che del codice. Degli scugnizzi raccontò la sciagurata infanzia e gli implacabili destini di “gente ‘e malavita”. Mentre ciò faceva fu tuttavia protagonista vagheggiato di salotti e caffè, per il periodo più felice in compagnia di Gabriele d’Annunzio che lo elesse fra gli assidui amici nel soggiorno vesuviano. Don Ferdinando serbò e girò a Francesco Paolo Tosti i versi di “‘A vucchella”, che il Vate aveva improvvisato in napoletano e divenne, con le note del musicista abruzzese, la prediletta canzone di Enrico Caruso. Anche Russo affidò poesie alle cure di compositori celebrati come Mario Costa, che firmò la musica di “Scétate!”, bella come quella di “Era de maggio” concepita per il “rivale” di Giacomo. Fu un’epoca d’oro che si dissolse con la prima guerra mondiale, cui il filosofo Adriano Tilgher attribuì l’effetto disastroso di un “diluvio” per la canzone napoletana. La guerra soffiò sui sentimenti di Russo, sull’impresa discografica affidatagli dalla tedesca Polyphon, sulla sua rivista d’arte Vela Latina (una “idea piena di sole”) dove aveva ospitato i futuristi.

Sentendosi accantonato non uscì più la sera ma non andava a letto presto: le notti trascorrevano in un labile sonno inframmezzato dal lavoro e le ultime fatiche rimasero incompiute. Remoti i suoi entusiasmi al Mattino, scomparso Scarfoglio e invecchiato d’Annunzio, Russo si sentì solo coi ricordi e li filtrava con intense suggestioni dal libro che aveva fra le mani prima di morire, il Cirano di Bergerac nella traduzione di Mario Giobbe (ancora riproposta dalla Bur), di cui gli piaceva recitare i passi a memoria. Collaborava al quotidiano Il Mezzogiorno con qualche poesia e due rubriche minori non fosse stata sua la firma: “Chiacchiere al caffè” e “Piccola posta”.

Morì a 61 anni domenica 30 gennaio 1927 dopo ventiquattr’ore di agonia. Sbagliò a credersi dimenticato, perché ai funerali il concorso di folla fu tale che per un poeta non s’era mai visto. Editori e librai osservarono un giorno di lutto. Il “rivale” di Giacomo pubblicò una lettera al «fratello mio generoso e buono, sincero amico, eterno fanciullo in cui sorride l’eterna Poesia». E «appiè del lettino su cui riposi – scrisse – io piego le mie ginocchia». Lasciava abbozzata una versione del “Candelaio” di Bruno rigirato in napoletano, che secondo lui ne era l’idioma originale storpiato da un copista secentesco.

Una ex sciantosa sposata d’impeto anni prima, con cui aveva vissuto solo la travagliata luna di miele a Parigi, riapparve accampando diritti. Le carte di Ferdinando furono disperse e i molto amati quadri messi quasi tutti all’asta.

Richiudiamo novant’anni dopo il cassetto qui frettolosamente frugato, nella speranza che Napoli lo riapra con la cura dovuta al figlio che la illustrò.

Tags: Gabriele d’AnnunzioNapolipoesia
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Una scena di Dio arriverà all’alba, spettacolo teatrale dedicato a Alda Merini

“Dio arriverà all’alba”, lo spettacolo che fa venire voglia di conversare con Alda Merini

2 Aprile 2022
Poesia

Te Deum laudamus per il giorno in cui un mezzo santo e mezzo diavolo mi restituì la bellezza

29 Dicembre 2021

Comunali, troppo a destra si perde

19 Ottobre 2021
Una veduta del teatro San Carlo di Napoli

Racconto al Meeting la musica napoletana che Giussani amava

19 Agosto 2021
Una delle tante manifestazioni a Napoli contro la rinnovata chiusura delle scuole in Campania decisa a marzo scorso dal governatore De Luca

«Il green pass non risolve il problema scuola. Dateci ciò che serve a tenerla aperta»

7 Agosto 2021
Pasticciere decora un maxi uovo di Pasqua con Dante Alighieri

Quattro modi per rovinare Dante (e uno per salvarlo)

15 Giugno 2021

Video

Foto Red Dot per Unsplash
Ambiente

Stop auto endotermiche? «Decisione ideologica»

Redazione
9 Giugno 2022

Altri video

Lettere al direttore

Manifestazione contro la guerra in Ucraina

Loro cantano “Imagine”. Noi cantiamo “Martino e l’imperatore”

Emanuele Boffi
27 Giugno 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Ballottaggi all’insegna di deserto e suicidio (del centrodestra)
    Lodovico Festa
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Fermare la guerra infinita
    Carlo B. Scott Visconti
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    L’ideale cristiano non è la brava persona di successo, ma il santo
    Pippo Corigliano
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Vasilij Grossman, la Russia e Macron
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    I sabati di lavoro dei profughi ucraini per i polacchi «in segno di gratitudine»
    Angelo Bonaguro

Foto

Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist