Il caso Gammy non è una “deriva”. Manif: «È la triste realtà delle madri surrogate e di un business che commercializza i bambini»

Di Leone Grotti
08 Agosto 2014
«È nauseante il tentativo di legalizzare l'utero in affitto: questo business si basa sull'asservimento della donna, la commercializzazione del bambino e la distruzione volontaria del legame Padre-Madre-Bambino»

Il caso di Gammy, il piccolo che al contrario della sua gemellina sana è stato abbandonato dai genitori biologici alla madre surrogata in Thailandia perché affetto da sindrome di Down, non è solo un problema di «violazione della legge» che regola l’accesso all’utero in affitto nel paese asiatico.

COMUNICATO DELLA MANIF. A metterlo in chiaro è la Manif pour tous in un comunicato: «L’abbandono di Gammy ha destato un’ondata di emozione e di solidarietà per aiutare la sua vera mamma a crescerlo nelle migliori condizioni. Questo caso squallido rivela a chi non la conosce la triste realtà delle madri surrogate e di questo business: una coppia che desidera un figlio lo ordina a una donna che viene poi pregata di lasciarlo [alla coppia] nove mesi più tardi».

utero-affitto-maternità-surrogata«NON È UNA DERIVA». Come fa notare il comunicato, «la polemica attuale (…) è stata manipolata dai sostenitori dell’utero in affitto. Si cominciano a vedere sempre più commenti legati al caso Gammy che denunciano “le derive” di questo business che si basa sull’asservimento della donna, la commercializzazione del bambino e la distruzione volontaria del legame Padre-Madre-Bambino». Spiega la presidentessa della Manif Ludovine de la Rochère: «Nel momento in cui la Francia e la comunità internazionale dovrebbero lottare con urgenza contro questa tratta umana, i partigiani di questa pratica disumana cercano di sottolineare le “derive” dell’utero in affitto per regolarizzare e legalizzare la pratica: questo è nauseante ma noi non molleremo mai la presa».

NUOVA MANIFESTAZIONE. Dopo questa premessa, de la Rochère invita il governo a ricorrere in appello contro la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha condannato la Francia imponendole di riconoscere i figli di coppie francesi nati all’estero con l’utero in affitto. Se François Hollande non farà ricorso, sarà implicitamente, e in futuro anche esplicitamente, legalizzata la maternità surrogata in Francia. Anche per questo, la Manif pour tous scenderà di nuovo in piazza a Parigi il prossimo 5 ottobre: «Perché il bambino non è un oggetto».

@LeoneGrotti

Articoli correlati

9 commenti

  1. Valentina

    Questa storia è orribile.

  2. Shiva101

    E’ la triste realta di paesi che a causa della religione obbligano le persone ad affidarsi a centri clandestini, che non garantiscono la sicurezza e i controlli piu elementari come la diagnosi preimpianto che avrebbe facilmente evitato questo dramma.

    1. Giannino Stoppani

      Ovviamente per Shiva101 il “dramma” consiste nella mera sopravvivenza di una bambina con la sindrome di Down.
      Chissà a quanti invece sembrerà che l’immonda stoltezza di certuni sia una iattura per l’umanità…

    2. Sebastiano

      Certamente.
      Come del resto avviene nelle fabbriche di scatole di fagioli dei paesi civili: grazie ai “controlli più elementari”, una volta trovato, il prodotto difettoso viene scartato. Via, nell’immondizia.
      C’è solo un problema, ma te lo lascio indovinare.

      1. Engy

        Sì, c’è un problema.
        C’è comunque un punto interrogativo che si propone a tutti, una volta nati ANCHE sanissimi, per cui oggi nasci sano, domani chissà.
        E’ quindi illusorio, oltrechè inaccettabile, selezionare gli esseri umani, all’insegna dell’idea, oramai sempre più radicata, del figlio perfetto.
        Ovviamente sui singoli casi non si può MAI giudicare.
        L’umanità si mostra, noi ci mostriamo, sempre meno solidale. A meno che, ovviamente, non si parli di animali, per cui ad esempio in molti casi si parla cinicamente sbrigativamente e rozzamente e aspramente di embrioni umani (e guai a chi fiata – vedi l’orrendo forum uaar), di sperimentazioni e di selezione di quelli malati, poi ti insultano e ti danno dell’assassino se ti azzardi ad ammazzare una cimice!

I commenti sono chiusi.