Hai detto n…? Ti devi dimettere. Così il fondamentalismo politicamente corretto della Bbc si abbatte sui suoi giornalisti
È stato un fuorionda a incastrare Jeremy Clarkson. Un video “rubato” in cui si vede il celebre presentatore inglese, anchorman del programma tv dedicato ai motori Top Gear, canticchiare una filastrocca molto nota ai bambini inglesi. «Eeny, meeny, miny moe», ripete lo sventurato mentre fa scherzosamente “la conta” tra due automobili. Nemmeno si capisce bene quello che dice Clarkson, più che canticchiare farfuglia. Ma il fatto è che quella canzoncina contiene la parola “nigger”, ormai diventata tabù nell’Inghilterra pioniera del politicamente corretto (irripetibile al punto da essere indicata come “N-word”), e tanto è bastato perché il conduttore britannico finisse sulla graticola. Il paradosso è che Clarkson è famoso proprio per lo stile spiritoso e provocatorio con cui parla di auto veloci e non solo. Ma fare il “maledetto” in diretta tv in funzione dell’audience è un conto, farlo a telecamere spente, evidentemente, è tutt’altra cosa. Clarkson si è dovuto scusare pubblicamente, e per qualche giorno ha rischiato seriamente il posto.
«UN MONDO ALLA BOKO HARAM». Chi non ne può davvero più di questo moralismo inquisitorio è Boris Johnson, sindaco di Londra e giornalista spesso iperbolico, noto per le battute “estreme” e anche per qualche sparata (mesi fa propose di togliere i figli dalle famiglie dei fondamentalisti musulmani). Nella sua rubrica sul Daily Telegraph Johnson ha paragonato le vicende di Clarkson e Lowe niente meno che ai metodi seguiti in Nigeria da Boko Haram. Certo, c’è la non trascurabile differenza che i terroristi islamici africani tagliano gole e bruciano villaggi, ma anche il loro – nota Johnson – è un sistema dove pochi decidono che cosa è “haram”, vietato, pericoloso, e chi supera questa linea è finito, anche se lo fa per sbaglio, farfugliando una filastrocca o trasmettendo una canzone vecchia di un secolo. «Quando i gerarchi della Bbc hanno sentito dell’ultima cantonata, presa da uno speaker relativamente senza importanza di Radio Devon, (…) non importava nulla che fosse un conduttore popolare ed esperto: si sono visti riaccadere tutto un’altra volta. I tweet, le twitstorm, l’incubo dell’infinito hastag “Bbc razzista”», scrive Johnson. E chiude: «Sebbene in maniera moderata, anche noi viviamo in un mondo alla Boko Haram, dove tutto dipende dal furore turbolento della folla di internet, e dove burocrati e politici impauriti sono trascinati da un fiume di indignazione preconfezionata».
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9 commenti
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….strano….in Inghilterra….una nazione così aperta….rispettosa degli spazi altrui ….tollerante…..
Sono molto “tolleranti” con alcuni, ma molto intransigenti con altri…….
Il politicamente corretto nasce da una pianta ben determinata.Ma , uh a denunciare determinate cose ci si prende dei complottisti.:(
Il dramma della nostra epoca è proprio questa isteria collettiva verso parole-talismano, che vengono decontestualizzate come tabù senza nessi col caso concreto.
è vero che l’indignazione che una volta era forse spontanea, ma repressa, minoritaria (? almeno così pensavo a 20 anni), oggi appare “preconfezionata”.
La morale della storia e’ che alla BBC preferiscono avere i pedofili piuttosto che pronunciare quelle brutte parole con la N… ipocrisia inglese, della peggior specie.
Oh no, l’altro giorno ho dato della “Bidella” ad una Collaboratrice ATA e dello “Spazzino” ad un Operatore Ecologico: dovrò mica licenziarmi?
Moriremo di stenti, ma politicamente corretti.