Governo al capolinea? Se il 4 ottobre la Giunta del Senato voterà la decadenza di Berlusconi, i parlamentari del Pdl si dimetteranno in massa. I parlamentari con un applauso hanno deciso di consegnare le dimissioni nelle mani dei due presidenti di gruppo.
Per ora non c’è ancora nessuna comunicazione ufficiale, ma secondo diverse fonti – alcune, autorevoli, lo confermano anche a tempi.it – è questa la decisione presa dal partito di Silvio Berlusconi, spinto su questa strada dal granitico dissenso del Pd a voler trattare su qualsiasi argomento. «Mi arresteranno», avrebbe detto secondo alcune fonti il Cavaliere, riferendosi a manovre della procura di Napoli. E anche: «La sinistra tripudia perché pensa di aver aperta la strada verso il potere avendomi condannato. Dal ’94 a oggi non sono cambiati, sono sempre gli stessi. Ma si illudono».
I MOTIVI DELLE DIMISSIONI. Questo pomeriggio si è tenuto un incontro a palazzo Grazioli e la decisione sarebbe stata presa per due motivi. Il primo, di cui si discute ormai da tempo, consiste nell’aver constatato che ormai è certo il voto sulla decadenza dell’ex premier. Il secondo, e definitivo sgarbo del Pd all’alleato di governo, è quello sul tetto al finanziamento ai partiti da parte di privati, che i democratici non vorrebbero che superasse i 100 mila euro (un provvedimento “contra personam”, dicono nel Pdl).
Secondo le indiscrezioni, i deputati e senatori del Pdl non parteciperanno più ai lavori del parlamento finché il capo dello Stato Giorgio Napolitano non scioglierà le Camere.