Francia. Assolto il medico che ha causato la morte di Vincent Lambert
È stato assolto Vincent Sanchez, il medico dell’ospedale Sébastopol Chu di Reims che il 3 luglio interruppe l’alimentazione e l’idratazione di Vincent Lambert, provocandone la morte per fame e per sete l’11 luglio. Il Tribunale di Reims, che ha emesso la sentenza martedì, ha sposato la tesi della Procura, secondo la quale «non ci sono elementi che caratterizzino il reato di non assistenza a persona in pericolo». Per i giudici Sanchez, riporta il Figaro, «ha perfettamente rispettato i suoi obblighi legali» e la procedura che ha portato alla morte di Lambert non ha costituito «danneggiato l’integrità del paziente».
«NON UNA PAROLA SULLE MISURE PROVVISORIE ONU»
Il paziente tetraplegico si trovava in stato di minima coscienza dal 2008 e la moglie Rachel aveva ripetutamente chiesto che venisse ucciso attraverso l’interruzione dei sostegni vitali. I genitori e parte della famiglia si erano sempre opposti ma hanno infine perso una battaglia legale durata anni, denunciando però il dottor Sanchez per non assistenza a persona in pericolo.
Jérome Triomphe, avvocato dei genitori di Lambert, ha protestato contro la sentenza, annunciando ricorso, affermando che «il tribunale non ha detto una parola sul difensore dei diritti che ha ricordato il carattere obbligatorio delle misure provvisorie dell’Onu. Non ha detto una parola sulla sentenza della Corte d’appello di Parigi del 20 maggio che contraddiceva il dottor Sanchez».
LE ACCUSE ALLA MADRE DI LAMBERT
Il tribunale ha anche accusato i genitori di Lambert di portare avanti la causa non per fare giustizia sulla morte del figlio, bensì per «opporsi alla legge Leonetti-Claeys», che permette a determinate condizioni (che nel caso di Lambert non erano rispettate) l’interruzione di idratazione e alimentazione per i pazienti. Questo processo, aveva dichiarato il procuratore a novembre, «è stato voluto dalla madre di Vincent Lambert. Che è una madre amorevole. Ma è sufficiente questo per avere un interesse ad agire? Non è in nome di suo figlio che agisce, ma nel suo».
Così la Francia, dopo aver accusato la donna di voler mantenere il figlio in vita perché «integralista cattolica», la rimprovera anche per l’estremo tentativo di ottenere giustizia. Da par suo, il dottor Sanchez ha ribadito che provocando la morte di Lambert ha «rispettato la legge. Ho rispettato il mio paziente nei suoi diritti e nella sua dignità. E anche tutta la sua famiglia».
Foto Ansa
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