

È legittimo far morire di fame e di sete Vincent Lambert. Lo ha stabilito alle 17 con una sentenza inappellabile la Corte di Cassazione francese. La Corte d’appello di Parigi aveva sospeso il 20 maggio l’interruzione di alimentazione e idratazione cominciata dai medici dell’ospedale Chu Sébastopol di Reims, ma la Cassazione ha giudicato questa intromissione nella giustizia amministrativa «illegittima». Il caso non è stato rinviato di nuovo alla giustizia amministrativa e la sentenza è dunque definitiva.
L’ospedale di Reims non ha ancora annunciato quando riprenderà l’interruzione del sostentamento vitale a Lambert, ma è prevedibile che lo farà nel giro di pochi giorni. Il paziente tetraplegico di 42 anni si trova in stato di minima coscienza dal 2008, respira in modo autonomo e 1.500 pazienti come lui sono curati oggi in Francia in unità specializzate.
L’avvocato dei genitori di Lambert, Jerome Triomphe, in una conferenza stampa subito dopo il verdetto ha dichiarato: «La Cassazione non ha messo in discussione le misure provvisorie (chieste dall’Onu, ndr). Se queste non verranno rispettate, faremo causa. Lambert non è in fin di vita. Solo perché è handicappato bisogna bloccare idratazione e alimentazione? Sarebbe una discriminazione verso le persone handicappate. Se il dottor Sanchez (dell’ospedale di Reims, ndr) vuole riprendere il processo di morte, ne trarremo le conseguenze. Siamo il paese dei diritti dell’uomo, l’onore di tutti i paesi civili, i più forti devono proteggere i più deboli».
Nella sentenza si legge che «rifiutando di ordinare il mantenimento delle cure richiesto dal comitato dell’Onu, lo Stato non ha preso una decisione che va in modo manifesto al di là dei suoi poteri».
La moglie di Lambert chiede da oltre 10 anni che il marito venga fatto morire, mentre i genitori si sono sempre opposti chiedendo di poterlo curare e di trasferirlo in una unità specializzata. Anche secondo centinaia di medici francesi, Lambert non dovrebbe essere ucciso. L’avvocato della moglie, Patrice Spinosi, ha dichiarato: «I trattamenti possono essere bloccati subito. Non ci sono più ricorsi possibili. È la parola fine a questo affare».
Sono gravissime in questo caso le responsabilità del presidente della Repubblica. Emmanuel Macron aveva dichiarato di non volersi «immischiare», perché «su questa questione non vi sono risposte univoche, ma solo incertezze». Poi però ha deciso di fare ricorso alla Cassazione, che ora ha deciso che Lambert deve morire.
Foto Ansa
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