Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

Francia verso l’eutanasia. «Ma se la vita di una sola persona diventa “inutile”, tutta la società è ferita»

Intervista a Tugdual Derville, che guida la protesta contro la legge voluta da Hollande sulla "sedazione terminale". «Non è prevista nemmeno l'obiezione di coscienza per i medici perché lascerebbe intendere la realtà nascosta dalle parole»

Leone Grotti
27/03/2015 - 1:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

francia-sedazione-terminale-proteste-eutanasia

Si scrive “sedazione profonda e continua fino al decesso”, ma si legge “eutanasia mascherata”. È l’ambiguità la cifra della proposta di legge approvata il 17 marzo in Francia dall’Assemblea nazionale. La «dicitura volutamente vaga» del testo ha ingannato molte persone ma il diritto che il partito di François Hollande vuole riconoscere ai francesi ha un solo vero nome: diritto di essere uccisi. Questo si trasformerà anche in dovere di uccidere per i medici, se il Senato francese non cambierà il testo che, per ora, non prevede l’obiezione di coscienza. Il capofila della protesta nella società francese è Tugdual Derville, portavoce del movimento “Soulager mais pas tuer” (Alleviare ma non uccidere) e delegato generale di “Alliance VITA”, che a tempi.it spiega il pericolo che sta correndo la République.

Perché protestate contro questa legge?
Perché apre le porte all’eutanasia senza però chiamare le cose con il loro nome. La sedazione è un atto già praticato quando un paziente si trova in fin di vita. È una soluzione ultima di fronte a dolori continui che nessun altro trattamento riesce ad alleviare. La deontologia in questo caso è molto esigente perché la sedazione sopprime ogni capacità di espressione e di relazione del malato. È una pratica eccezionale, reversibile e non ha come obiettivo quello di causare la morte. Attualmente viene rispettato il principio dell’atto a doppio effetto: si rischia di accelerare la morte, anche se questa non è l’intenzione primaria.

Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome
PUBBLICITÀ

Che cosa c’è di ambiguo nel provvedimento?
Sarà un diritto unire la sedazione all’arresto dell’idratazione (che porta alla morte dopo quattro o cinque giorni) o usare dosi tali da ottenere la morte in poco tempo. Così il legislatore di fatto spiana la strada a derive eutanasiche evidenti.

Ad esempio?
Pensiamo ai pazienti in stato neurovegetativo, per i quali si combineranno sedazione e arresto di alimentazione e idratazione: loro non sono in fin di vita ma così moriranno. Prendiamo anche le persone che soffrono di una malattia terminale e interrompono le cure: il loro preteso diritto a una sedazione garantirà una morte rapida, mentre il corso “normale” della loro malattia avrebbe permesso loro di vivere qualche settimana o mese in più.

La legge ha ottenuto 436 voti a favore e solo 34 contro.
Il presidente François Hollande ha fatto scrivere la legge a due deputati: uno della sua maggioranza, Alain Claeys, e l’altro dell’opposizione, Jean Leonetti, autore della legge del 2005 sul fine vita votata all’unanimità. L’aura di Leonetti e il vocabolario utilizzato per forzare il consenso hanno giocato un ruolo molto importante nel voto. Tanti di quelli che hanno votato a favore hanno pensato di evitare così una legge peggiore. Quelli che si sono espressi contro hanno riconosciuto la minaccia dell’eutanasia dissimulata dietro le formulazioni vaghe. Bisogna poi notare che 83 deputati si sono astenuti, specialmente nella maggioranza, perché avrebbero voluto una legge esplicitamente eutanasica. Il loro emendamento in questo senso è stato respinto per pochi voti… In generale, è soprattutto la confusione intorno alla nozione di sedazione che ha anestetizzato l’opposizione. Ma il dibattito pubblico ha lacerato i media nei giorni che hanno preceduto il voto: molti medici hanno manifestato la loro ostilità a un testo di legge pericoloso ai loro occhi; anche i rappresentanti religiosi si sono opposti alle derive etiche contenute nel testo.

Perché non si è parlato esplicitamente di eutanasia?
Non bisogna essere ingenui, Hollande con questo testo ha tentato l’impossibile: onorare una promessa elettorale usando una dicitura vaga per non scontrarsi con gli oppositori dell’eutanasia ed evitare così nuove proteste di piazza. Lo stesso premier Manuel Valls ha ammesso pubblicamente che questa legge non è che una tappa.

I francesi però sono d’accordo.
I sondaggi di opinione mostrano che i francesi sono favorevoli all’eutanasia quando questa viene presentata sotto forma di una scelta truccata: soffrire atrocemente o morire in pace. Questa legge non è solo inutile, come dichiarato dallo stesso Jean Leonetti, è anche pericolosa perché apre a nuove rivendicazioni. I promotori dell’iniezione letale avranno buon gioco a dire che è ipocrita far morire una persona in quattro giorni mentre un’iniezione sarebbe più rapida e quindi, dal loro punto di vista, più umana.

I medici cosa ne pensano?
Sono divisi sulla sedazione e uniti contro la modifica delle direttive anticipate, che diventeranno vincolanti. È rischioso affidarsi a una volontà redatta quando la persona era sana. Non si può poi costringere un medico a praticare atti contrari alla salute del paziente o all’etica della medicina. Il medico non deve diventare un semplice “esecutore” di una prescrizione che il paziente esige.

Non possono fare obiezione di coscienza?
No, perché i relatori non l’hanno prevista e c’è un motivo: se l’avessero fatto, avrebbero lasciato intendere che la legge è eutanasica. Noi appoggiamo la petizione dell’associazione “Convergence Soignants-soignés”, già firmata da più di 4.000 professionisti della sanità, in gran parte medici. Questa petizione chiede esplicitamente una clausola di coscienza per i medici.

Non pensate che ogni persona abbia diritto a decidere come morire?
È un paradosso domandare, nel nome dell’autonomia, di perdere ogni autonomia attraverso una sedazione terminale. Davanti all’angoscia della morte, la società è tentata dall’anestesia sistematica che priva le persone della presenza, delle relazioni spesso così preziose, malgrado il dolore. Dietro a questo dibattito si oppongono due concetti di dignità. Il primo ritiene che una persona sia sempre degna, degna di essere amata e curata, e che questa dignità debba specialmente essere riconosciuta e protetta nelle fasi più difficili della vita. I promotori dell’eutanasia ritengono al contrario che ciascuno sia il giudice della sua propria dignità e possa decretare quando la perde. Questa concezione individualista e relativista non vuole vedere che è tutta la società ad essere ferita quando una persona non si considera più come veramente umana, come veramente degna di vivere. Esacerbando l’autonomia, si danneggia la solidarietà.

La palla ora passa al Senato. Cosa farete?
Agiremo al Senato. I senatori sono rinomati per il tentativo di redigere testi davvero precisi sul piano giuridico e quindi meglio applicabili. Ci sono quindi molti argomenti da far valere. Prima di tutto, lo stesso governo ha riconosciuto che certe parole del testo devono essere modificate, come il termine “inutile” nella frase “prolungamento inutile della vita”. Questo lascia credere che certe vite sarebbero meno degne di essere vissute. Il concetto di utilità di una vita è particolarmente scioccante, perché pretende di classificare le esistenze per sbarazzarsi di alcune di loro.

Siete contrari all’eutanasia, ma cosa proponete al suo posto?
Il nostro movimento, che riunisce anime molto diverse tra loro, si chiama “Alleviare ma non uccidere”. È urgente sviluppare le cure palliative che sono ferme dall’inizio del mandato di Hollande. Bisogna lottare contro il dolore fisico e accompagnare le sofferenze psichiche, sociali e spirituali dei pazienti in fin di vita e dei loro cari. L’uomo che promuove il nostro movimento, Philippe Pozzo di Borgo, l’eroe che ha ispirato il film Quasi amici, già visto da 60 milioni di persone nel mondo, lo dice con forza: se gli avessero proposto il suicidio assistito dopo l’incidente, quando era gravemente depresso, avrebbe accettato. Oggi quest’uomo tetraplegico è felice di vivere. Aiuta enormemente le persone, fragili per l’handicap o la malattia, a ritrovare la speranza.

In Occidente c’è una forte pressione culturale e mediatica che spinge verso l’eutanasia. Come cercate di contrastarla?
Purtroppo la questione dell’eutanasia ammorba il dibattito essenziale sul fine vita. Il punto è offrire altre risposte, che corrispondono a ciò che i francesi vogliono, quando si discute con loro in profondità su questo tema cruciale. Tutti esprimono il bisogno di essere accompagnati, uscire dall’isolamento, poter morire in casa. E soprattutto non essere stigmatizzati ed esclusi quando si diventa vecchi o dipendenti o gravemente malati o in fin di vita. Le risposte al dibattito sul fine vita sono: più solidarietà e cure palliative. È infine urgente sostenere e sviluppare un’antropologia che ponga i più fragili al centro della società perché, come dice ancora Philippe Pozzo di Borgo, «ciascuno di noi può riconciliarsi con la sua parte vulnerabile» e ritrovare la gioia di vivere, malgrado le difficoltà.

@LeoneGrotti

Tags: Eutanasiafine vitaFranciahollandeobiezione coscienzaquasi amicisedazione terminaleTugdual Derville
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Addobbi natalizi agli Champs-Elysees, Parigi (Ansa)

«Cancelliamo Natale e Pasqua. Al loro posto un giorno di festa Lgbt o della laicità»

28 Maggio 2023
Ursula von der Leyen Green Deal

A causa del Green Deal, fra gli Stati europei c’è un pessimo clima

25 Maggio 2023
Brad Pitt nel film Snatch (2008)

«Sono nato uomo. Sono il male, sono il male, sono il male»

24 Maggio 2023
transfobia

«Bambini, siete transfobi!»

21 Maggio 2023
La carta professionale del sacerdote con Qr code in Francia per contrastare gli abusi sessuali

Francia. Non è “schedando” i preti che si combattono gli abusi sessuali

17 Maggio 2023
Giorgia Meloni in Repubblica Ceca viene attaccata da Francia e Spagna

Il protagonismo dell’Italia spaventa Francia e Spagna

12 Maggio 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Eugenia Roccella
Video

“Una famiglia radicale”. Eugenia Roccella si racconta

Redazione
15 Maggio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un ragazzo durante un momento di riposo dal lavoro di ripulitura dopo l'alluvione che ha colpito Forlì, 22 maggio 2023 (Ansa)

Il mio battesimo nell’alluvione, tra piadine e fango

Marianna Bighin
26 Maggio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Con le sue mossette Macron voleva inguaiare Meloni. È finito inguaiato lui
    Lodovico Festa
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli innumerevoli tratti che dimostrano la parentela tra sinistra e fascismo
    Rodolfo Casadei
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    I moralisti contro Springsteen e Roccella contestata
    Emanuele Boffi
  • Tentar (un giudizio) non nuoce
    Tentar (un giudizio) non nuoce
    «Con la guerra vince solo il lupo»
    Raffaele Cattaneo
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    L’identità di genere e il fantasma del transumanesimo
    Rodolfo Casadei

Foto

Foto

A cosa serve la scuola?

25 Maggio 2023
Foto

Il sistema dei media nel pensiero di Antonio Pilati

25 Maggio 2023
Un missile russo colpisce una casa a Odessa
Foto

L’impegno per un cessate il fuoco immediato

25 Maggio 2023
Marcello Pera, filosofo e senatore
Foto

Dialogo a Roma tra Pera e Camisasca (e sant’Agostino)

16 Maggio 2023
Foto

“Una famiglia radicale”. Presentazione del libro di Eugenia Roccella a Milano

11 Maggio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist