In Europa è guerra aperta sul nucleare
«Se l’energia nucleare sarà inclusa all’interno della tassonomia verde faremo causa». Lo ha dichiarato il ministro per l’Energia e l’ambiente del governo austriaco, Leonore Gewessler. Parlando con Euractiv, ha aggiunto che nella battaglia legale davanti alla Corte europea di giustizia l’Austria sarà probabilmente appoggiata da Spagna e Germania.
La tassonomia verde vale oro
La tassonomia verde è lo strumento fondamentale con cui l’Unione Europea definirà quali attività economiche possono essere considerate “sostenibili” e, di conseguenza, ricevere finanziamenti statali e investimenti speciali. Nelle prossime settimane la Commissione europea dovrebbe presentare agli Stati membri la sua proposta ufficiale e durante la Cop26 sembrava ormai fatta per l’inserimento nella lista di nucleare e gas naturale.
A capo di una cordata di dieci paesi (l’Italia non è inclusa anche se il governo guarda con favore al nucleare) che sostiene con forza l’importanza del ruolo dell’atomo nella lotta ai cambiamenti climatici c’è la Francia. Per Parigi, come scritto in un appello recapitato alla Commissione di Ursula von der Leyen a ottobre, «non esiste alcuna prova scientifica che l’atomo faccia più male alla salute umana o all’ambiente di altre tecnologie per la produzione di energia».
Germania e Austria contro Francia
Proprio quando sembrava fatta, a Glasgow si è formata un’alleanza di cinque paesi (Austria, Lussemburgo, Germania, Portogallo e Danimarca) pronti a fare la guerra pur di escludere il nucleare dalla tassonomia green. A questi si è aggiunta ufficiosamente anche la Spagna. Secondo questi Stati, far convergere i soldi sull’atomo significherebbe «danneggiare permanentemente l’integrità, credibilità e utilità» degli sforzi green europei.
Ecco perché Vienna, come annunciato ufficialmente dal ministro Gewessler, è pronta alla battaglia legale: «Non ci sono basi per includere l’energia nucleare nella tassonomia verde». Il fronte dei contrari all’atomo però non è così solido come sembra dal momento che l’Austria è anche contraria all’inserimento nella tassonomia del gas naturale, caldeggiato invece da Berlino. La verità è che ogni paese cerca di portare l’acqua al suo mulino, spingendo Bruxelles a puntare sulla propria strategia energetica.
L’Italia ha bisogno del nucleare
Presto si saprà chi uscirà vincitore da questo braccio di ferro. Di sicuro la partita interessa molto all’Italia, come ricordato recentemente a Tempi da Gianclaudio Torlizzi, esperto di commodities e fondatore della società di consulenza T-commodity:
«Siamo forse l’unico paese in cui abbiamo nella testa solo gli incidenti di Fukushima e Chernobyl. Oggi sono disponibili nuove tecnologie contraddistinte dagli small reactors, impianti più piccoli di quelli tradizionali, con il vantaggio per noi di richiedere molta acqua di cui siamo ricchi. Quando l’Italia è in difficoltà, compra energia dalla Francia: dire di no al nucleare ci ha messo nelle loro mani. Per come si stanno mettendo le dinamiche geopolitiche, chi ha la materia prima avrà uno status sempre più forte, lo stiamo vedendo anche nelle posizioni “da bullo” che sta avendo la Francia nei confronti dell’Inghilterra sulla pesca: se non viene estesa l’area di pesca, noi vi tagliamo i rifornimenti energetici».
Foto Ansa
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