Dopo la tragedia del Concordia sono gli esercizi di moralismo ad affondarci

Di Luigi Amicone
23 Gennaio 2012
Di esclusivamente italiano, anche nel caso della nave di Costa Crociere, resta la smania dell’autoflagellazione, la petulanza complottistica, la predica pseudopasoliniana. Cose di cui abbiamo già letto un certo campionario a tragedia ancora calda. Anticipiamo l'editoriale che uscirà sul numero di Tempi 03/2012, in edicola da domani.

Anticipiamo l’editoriale che uscirà sul numero di Tempi 03/2012, in edicola da domani.

La Norvegia è in vetta alle classifiche dei paesi a più alta moralità, benessere, qualità della vita. Eppure anche in Norvegia succedono cose anche più tremende di quelle che accadono nella tanto vituperata Italia. Succede ad esempio che un sociologo massacri 77 ragazzini e venga dichiarato “pazzo”, dunque “penalmente irresponsabile”. E succede (anno 1999) qualcosa di simile a quanto è accaduto all’isola del Giglio in un lancio d’agenzia: “Nave fuori rotta contro scogli”. Al Giglio le vittime potrebbero salire a 35. In Norvegia furono 20, passeggeri di un piccolo traghetto che andò a sbattere a causa di una tempesta.

Qui trattasi del Concordia, un gigante da 4.200 passeggeri, affondato (in condizioni meteo ideali per la navigazione) dall’errore folle (parrebbe) di un pavido capitano. Però, anche nel caso norvegese poi si scoprì che il capitano non aveva ricevuto l’autorizzazione a uscire nella burrasca e che le autorità non avevano censito adeguatamente il tratto di scogliera dove si inabissò lo Sleipner. Tutto questo per dire cosa? Per dire che di esclusivamente italiano, anche nel caso della nave di Costa Crociere, resta la smania dell’autoflagellazione, la petulanza complottistica, la predica pseudopasoliniana. Tutte cose di cui abbiamo già letto un certo campionario a tragedia ancora calda. Dio, che schifo queste «macchine che macinano i piaceri standardizzati di una finta opulenza»! (Repubblica). Che orrore questi «mastodonti nella cristalleria del santuario internazionale dei cetacei»! (Corriere della Sera).

Ecco, sarebbe bello che anche in Italia si smettesse di sfruttare le disgrazie altrui per i propri esercizi di celodurismo moralista. Che all’atto pratico servono solo a sfasciare ciò che ancora c’è di buono in Italia (come il turismo da crociera, una delle poche voci della nostra industria turistica che non è in crisi… o non lo è ancora).

Ecco il video della puntata del 16 gennaio 2012 di “Qui Radio Londra” con le sagge parole del suo conduttore Giuliano Ferrara sulla tragedia del Concordia.

 

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