«Dobbiamo combattere la miseria, non la povertà». La lezione di Fratel Ettore a dieci anni dalla scomparsa

Di Caterina Cazzaniga
11 Giugno 2014
Presentato il programma di iniziative in memoria del "folle di Dio" che curò gli ultimi fra gli ultimi di Milano. «La sua era una gioia trasparente che saliva dalle suole delle scarpe alla testa»

«Beati i poveri di spirito: dobbiamo combattere la miseria, non la povertà». Solo una donna che ha trascorso tanti anni accanto al “folle di Dio” Fratel Ettore Boschini può avere una così lucida consapevolezza. Suor Teresa Martino ha oggi voluto ricordare con queste parole il cuore del messaggio del camilliano di cui quest’anno ricorrono i dieci anni della scomparsa. «La sua era una gioia trasparente che saliva dalle suole delle scarpe alla testa una gioia vera, spontanea, non viscerale, che sgorgava senza sosta dal cuore e non era generata da singoli episodi. Pertanto aiutateci ad essere poveri, aiutiamoci tutti quanti vicendevolmente a entrare in quella povertà che ci fa bisognosi l’uno dell’altro e non ci rende autosufficienti, perché nell’autosufficienza germogliano l’egoismo e l’indifferenza».

fratel-ettoreQUANDO BUSSAVA ALL’AUTO DI MARTINI. La terra di Lombardia non ha dimenticato una delle sue figure più belle e carismatiche che per tanti anni i milanesi hanno visto aggirarsi per i luoghi più infrequentabili della città. Perché Fratel Ettore era questo. Una forza dirompente della natura, un uomo dalla fede granitica che non temeva certo di mischiarsi, accudire, amare i “più poveri fra i poveri”. E bastava la sua presenza – come dimenticare la sua auto con la statua della Madonna o il suo abito nero con la grande croce rossa? – per ricordare, non solo ai senza tetto, ma a tutti, che siamo tutti poveri, perché tutti bisognosi di una misericordia più grande dei nostri limiti. Anche i cardinali, come ha ricordato simpaticamente Francesca Consolini, postulatrice nella causa per la canonizzazione, quando ha rammentato l’episodio in cui Fratel Ettore batté entrambe le mani sul vetro dell’auto del cardinale Martini urlandogli: «Non dimenticarti dei poveri!».

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NON PER FILANTROPIA MA PER FEDE. Oggi, pertanto, in Regione Lombardia è stato presentato il programma delle iniziative celebrative che inizierà sabato 14 giugno. Oltre a suor teresa e a Consolini erano presenti il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, la responsabile delle Relazioni Esterne di Grandi Stazioni, Rosalba Veltri, e Roberto Allegri, autore della biografia Vieni con me.
Ognuno di loro ha descritto la figura del camilliano, che tanto ha fatto per la città di Milano. «Era evidente che non lo faceva per filantropia, ma per la fede», ha spiegato Cattaneo. «Questo ha permesso che non solo si guardasse ai bisognosi che aiutava, ma anche al motivo che lo spingeva a continuare la sua opera».

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3 commenti

  1. Controcorrente

    Uno dei più grandi uomini del 900 che grazie alla sua pazzia trasformava tutto in GRAZIA.
    Un vero protagonista della storia.

  2. filomena

    Il problema è che la miseria è figlia della povertà come pure la delinquenza. Quando non hai da mangiare diciamo che…stenti a preoccuparti del tuo prossimo. In altre parole nessuno può dare qualcosa che non ha. La realtà lo insegna.

    1. Lorenzo

      Sono un ex volontario dell’Opera Fratel Ettore. Vorrei solo informare che sabato 14 giugno alle ore 21.00 nella “Galleria delle carrozze” della Stazione Centrale di Milano andrà in scena lo spettacolo “Ettore dei poveri”. L’evento è gratuito. Spero Filomena verrai anche tu. Avrai così modo di conoscere un grande uomo e la bella realtà della sua opera che abbraccia con amore noi tutti, poveri o miseri che siamo

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