Diritti in cambio del Recovery Fund? Ve li do io i diritti

Di Marco Cobianchi
11 Novembre 2020
L’Europa dei paesi "frugali" tenta di imporre l'agenda Lgbt a Polonia e Ungheria mentre fa quello che vuole, per esempio, con i bambini. Perfino l'eutanasia
Bandiera arcobaleno al Gay Pride per i diritti Lgbt

Articolo tratto dal numero di novembre 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

Scusate se ci torno sopra, ma mi fa impazzire. Come abbiamo detto il mese scorso, il motivo per il quale Polonia e Ungheria stanno bloccando l’approvazione del Recovery Fund (i soldi che servono per far ripartire l’economia europea post-Covid, e scrivere “post” è un atto di spericolato ottimismo) è che il Recovery Fund prevede che gli Stati beneficiari rispettino «lo Stato di diritto», una circonlocuzione lessicale che sta per “matrimoni gay”.

Vogliamo parlare di diritti? Ok, allora io dico che i gay polacchi o ungheresi hanno più diritti dei bambini malati belgi e olandesi. In Belgio e, recentemente anche in Olanda, è permessa l’eutanasia a bambini con meno di 12 anni malati gravemente.

Vogliamo parlare di diritti? Parliamo dei diritti degli ultra 75enni olandesi per i quali è prevista l’eutanasia, anche se in eccellente salute, quando si ritiene che siano arrivati al punto della “vita compiuta”.

Vogliamo parlare di diritti? Parliamone. Se Olanda e Belgio (i tulipani sono il fiore più triste del mondo, Bruxelles è di una tristezza sconcertante) ritengono di avere il diritto di imporre l’eutanasia all’interno dei propri confini e a valere sui propri cittadini, perché Polonia e Ungheria non dovrebbero avere il diritto di vietare le nozze gay (al di là di quello che singolarmente ognuno di noi può pensare delle nozze gay) all’interno dei propri confini e a valere sui propri cittadini?

E che cosa succederebbe se i paesi “frugali” guidati da Olanda e Belgio (paesi verso i quali ho la stessa simpatia che Alberto Fortis aveva dei romani) imponessero a tutta Europa la loro idea di diritto e vincolassero l’adozione di questi diritti alla concessione, che so…, dei sussidi ai pescatori del Sud Europa? Alla concessione di prestiti agevolati europei alle piccole e medie imprese? Alla possibilità degli studenti di un paese che non adotti il “diritto all’eutanasia” nella propria legislazione di accedere al programma Erasmus?

Se Polonia e Ungheria cedono su questo punto, allora pochi paesi ben organizzati (e i “frugali” sono bene organizzati) potranno imporre qualsiasi cosa a tutti gli altri Stati, sempre con la scusa dei “diritti sociali”. Eutanasia compresa. E se vi state chiedendo come mai questa fregola di imporre, uniformandola, un’unica visione dei diritti, la risposta è semplicissima: i gay votano, i bambini malati no.

Foto Ansa

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