Demarco: «La credibilità di De Magistris è in crisi: fa clientelismo»

Di Daniele Ciacci
05 Gennaio 2012
Marco De Marco, direttore del Corriere del Mezzogiorno, spiega a tempi.it come il licenziamento immotivato di Raphael Rossi stia facendo passare un brutto momento al sindaco di Napoli: «Rossi si è opposto alla decisione comunale di assumere 21 dipendenti non necessari ed è stato cacciato».

«La vicenda in sé è abbastanza complicata. Luigi De Magistris, all’inizio del suo mandato, ha nominato il giovane Raphael Rossi manager dell’Asia (Agenzia servizi igiene ambientale di Napoli), presentandolo come il mago della trasparenza, moralmente inamovibile, il cavaliere bianco della rivoluzione. Dopo sei mesi lo ha rimosso. Senza spiegare perché». Marco Demarco, direttore del Corriere del Mezzogiorno, cerca di fare chiarezza con Tempi.it sull’ultima vicenda napoletana che ha fatto molto discutere: il licenziamento di Raphael Rossi, sostituito da Raffaele del Giudice, e le mancate spiegazioni da parte di Luigi De Magistris.

Anche Roberto Saviano ha chiesto più trasparenza a De Magistris, che dovrebbe esserne il paladino.
Sono d’accordissimo. Non è stata fatta chiarezza sul licenziamento di Raphael Rossi. Noi del Corriere del Mezzogiorno abbiamo sollevato il problema, chiedendo a De Magistris di spiegare che cos’è avvenuto già da qualche tempo. Mi fa piacere che neanche il mondo della sinistra abbia avuto reticenze, sono sempre stati molto distratti. Penso a Marco Travaglio, che era qui a Napoli per un suo spettacolo. Non salvava nessuno dalla sua foga censoria, se non De Magistris. Bene, questo atteggiamento è finito. Saviano, il Manifesto, la Repubblica e lo stesso Fatto Quotidiano iniziano ad essere critici verso il sindaco napoletano. Un fronte che non è mai stato così vasto. Finché il problema si legava a questioni ambientali e locali, poco si è detto. Quando si è toccato un personaggio molto vicino agli ambienti della sinistra giovanile, come Raphael Rossi, si è scatenata l’ira di Dio.

Il sindaco però si è giustificato dicendo che Rossi sarebbe più utile all’osservatorio “Rifiuti Zero”.
È una stupidaggine. “Rifiuti Zero” è un soggetto terzo che deve controllare le dinamiche di smaltimento dei rifiuti. La sua direzione non può essere di nomina comunale. Il controllato non può scegliere il controllore e neppure stipendiarlo. De Magistris non sa di che cosa sta parlando.

Allora perché Rossi è stato licenziato?
Si è venuta a sapere solo una delle cause. Lo dice Rossi stesso, ma lo nega il sindaco. Rossi si è opposto alla decisione comunale di assumere 21 dipendenti di un consorzio dei rifiuti che aveva perso una causa di lavoro. Rossi ha alzato la voce e gli è andata male.

Che cosa significa questa decisione della giunta?
Lanciare un messaggio a tutti quei movimenti di nullafacenti organizzati, di assistiti di lunga durata, un mondo di migliaia di disoccupati ultraquarantenni: state tranquilli che vi prendiamo noi. E questo stride con le necessità oggettive, è clientelismo. Il Comune nega, ma non dà alcuna spiegazione. E così si crea il sospetto.

De Magistris, però, ha detto che vuole convertire Rossi ad un altro incarico.
Sì, lo metterà a capo di un’altra municipalità comunale. Dirà che questa azienda è particolarmente importante e lo pagherà più di quanto lo pagava prima. Così troveranno un accordo.

Cosa ne pensa l’opinione pubblica?
È ancora abbastanza bendisposta nei confronti di De Magistris. Le cose di cui parliamo sono molto tecniche e non sono granché recepite. Hanno però un valore assoluto nel mondo della sinistra ambientalista, radicale, massimalista che invece conosce Rossi forse più di De Magistris. Per loro, la vicenda è dirompente.

Rossi a parte, come sta lavorando De Magistris?
De Magistris ha contribuito a ripulire la città dall’emergenza rifiuti. Dico “contribuire” perché ha avuto un ruolo di stimolo nei confronti delle altre istituzioni dormienti, distratte e inoperose. Grazie a lui sono state attuate risoluzioni tecniche, per quanto temporanee. Napoli ora è più pulita di prima ma le cose si sono complicate. C’è stato un surplus di promesse, di annunci, di migliorie non mantenute. Sono state prese decisioni discutibili, al limite della liceità. Quella che De Magistris sta vivendo è la sua crisi più acuta in termini di credibilità.

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