Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

«Cristina Magrini sapeva accendere il fuoco dell’amore»

In stato di minima coscienza per oltre 37 anni, Cristina ha vissuto una vita degna e feconda grazie all'alleanza di un'intera città, Bologna, e alla dedizione del papà Romano. «Non disse mai: "Facciamola morire"»

Leone Grotti
16/04/2019 - 2:00
Interni
CondividiTwittaChattaInvia

Trentasette anni e quattro mesi in stato di minima coscienza: è stato un lungo «calvario» la vita di Cristina Magrini. Caduta in coma a 15 anni e morta a 53 circondata e sostenuta dall’affetto di un popolo, questa donna che non poteva muovere neanche un dito ha avuto la forza misteriosa di spostare le montagne, di infrangere il muro dell’indifferenza. Costringendo le migliori forze ecclesiali, sociali e politico-istituzionali di un’intera città, Bologna, a stringersi attorno a lei, a prendersi cura di lei, a rispondere alle sofferenza della sua famiglia e a dimostrare che questa è vita, vita vera, vita degna, vita feconda.

L’INCIDENTE E L’INIZIO DEL CALVARIO

Quel terribile 18 novembre 1981, Cristina aveva preso un bel voto a scuola. E tornando a casa, nella zona di Borgo Panigale, intravedendo la madre dall’altra parte della strada, non aveva potuto fare a meno di lanciarsi in avanti per correre ad abbracciarla. L’auto che stava passando, nonostante l’improvvisa frenata, non riuscì a evitare l’impatto.

È iniziato così il lungo calvario di Cristina e dei suoi genitori, Franca Gandolfi e Romano Magrini, che tutto hanno tentato a livello medico per aiutarla e che l’hanno accudita senza mai risparmiarsi. Neanche quando la mamma morì per un tumore nel gennaio del 1992, Romano si diede per vinto. Al contrario di tanti altri, non invocò una fine “degna” per la figlia, ma una vita degna, chiedendo in ogni modo e a voce alta l’aiuto delle istituzioni. Che, almeno all’inizio, non arrivò.

LEGGI ANCHE:

La sinistra litiga a Bologna sui soldi alle paritarie. «Pubblico non significa statale»

14 Dicembre 2022

Comunali, troppo a destra si perde

19 Ottobre 2021

«GLI ARRESTI DOMICILIARI» DI PAPÀ ROMANO

E così papà Romano si ritrovò a far tutto da solo, a svegliarsi alle cinque del mattino per frullare sei biscotti e preparare la colazione alla figlia, che ha sempre nutrito, imboccandola, col cucchiaio e mai con il sondino; a stare con lei durante la fisioterapia, a dormirle accanto. Sempre ricordando che «io non sto facendo nessun sacrificio, nessun atto eroico perché sono contento di stare vicino alla mia bimba», ma anche ricordando che la sua vita era ormai simile «ai lavori forzati e agli arresti domiciliari».

La mia esperienza, ha dichiarato l’uomo di 86 anni al Corriere di Bologna dopo il funerale della figlia, che è stato celebrato il 13 aprile, «mi ha portato soprattutto a voler testimoniare come sono costrette a vivere le famiglie che hanno una persona in coma». In particolare, si chiedeva: che cosa succederà a Cristina se io morirò prima di lei?

QUEL “NO” A CRISTINA

Da Bologna si trasferì prima a Pioppe di Salvaro nel 1984 e poi nel 1991 a Sarzana (La Spezia), «per farle respirare il clima buono e l’aria di mare» e per approfittare dell’aiuto di alcuni volontari. Poi tornò nel capoluogo emiliano, nella speranza di trovare aiuto, invano, e fu costretto a rientrare a Sarzana. Il 6 novembre 2009, sul Corriere di Bologna uscì un durissimo articolo, intitolato “Quel no a Cristina”, dove Vittorio Monti scrisse:

«Bologna è ancora la città generosa, solidale, altruista che divenne un modello? Oppure prima la sazietà forse disperata e ora la paura molto esagerata la stringono in una morsa egoistica, segnata da un “si salvi chi può”, nel quale i deboli faranno sempre più fatica a riuscirci? Il vecchio padre, stremato dal lungo calvario, aveva sperato di riporla in un grembo protettivo. Se c’è chi si batte per il diritto di morire, era il suo pensiero, ci sarà anche chi può aiutarmi per tenere una creatura attaccata alla sua vita, visto che tanti ammoniscono sulla sua sacralità intangibile. Papà Magrini ha dovuto ammettere di essersi sbagliato e di avere perso la sua scommessa sul cuore di Bologna».

LA RISPOSTA DI BOLOGNA

La scommessa in realtà non era persa. Perché quel “no” doloroso ha scosso Bologna e nel 2012, dall’iniziativa di tante persone, è nata “Insieme per Cristina Onlus” per aiutare Romano, la figlia e le tante persone nella sua stessa condizione. Tra i fondatori della Onlus c’è anche monsignor Antonio Allori, presidente della Fondazione ecclesiastica Gesù divino operaio, che ha accolto Cristina in città presso la Villa Pallavicini. «L’abbiamo riportata a Bologna, volevamo che Romano sentisse la vicinanza di tutta la città», racconta il sacerdote a tempi.it. «Abbiamo fatto tutto il possibile per lei e anche il Comune alla fine ci ha seguiti, concedendole la cittadinanza onoraria e collaborando con noi per assicurarle cure e servizi. Grazie a questo lavoro di squadra, Cristina e la famiglia non sono stati lasciati soli».

«CRISTINA ACCENDEVA IL FUOCO DELL’AMORE»

Monsignor Allori descrive Cristina come «una ragazza assopita che, come altri hanno ricordato, era povera di tutto ma capace di accendere la fiamma dell’amore e dell’attenzione. Era povera ma aveva la rara ricchezza di sapere accendere il fuoco dell’amore. Altre persone hanno accolto e animato quell’amore».

Il sacerdote le è stato vicino per tanti anni: «Le portavo ogni settimana la comunione, sotto la specie del vino consacrato perché non poteva deglutire il pane. Era in stato di minima coscienza, è vero, ma non doveva essere esclusa da nulla. E così era nel nostro villaggio della speranza. A Villa Pallavicini tutti le volevano bene: pensi che i bambini, quando nel periodo estivo la portavamo sotto il portico per trovare un po’ di fresco, passavano sempre a darle una carezza e a salutarla prima di andare a giocare. Cristina non era un’ammalata che generava distanza, non ha mai creato barriere. E i bambini lo capivano subito».

«ROMANO NON DISSE MAI: “FACCIAMOLA MORIRE”»

Cristina ha vissuto degnamente in una condizione difficilissima soprattutto grazie all’amore e alla dedizione di papà Romano. «Era affettuoso, le frullava sempre il cibo perché voleva darle da mangiare con il cucchiaio e non con un tubo», continua monsignor Allori. «Ci metteva un’ora in questo modo a imboccarla, ma diceva sempre: “Così per me è ancora una figlia”. Cristina non ha mai avuto una sola piaga da decubito e tutte le persone in stato di minima coscienza dovrebbero essere trattate come lei. Romano è stato un padre affettuoso, aveva evidentemente momenti di stanchezza e sconforto, temeva di morire prima di lei, ma nonostante tutte le difficoltà non ha mai detto: “Facciamola morire”. Lui non giudicava gli altri, quelli che hanno scelto la morte per i familiari in momenti duri, ma diceva: “Io non posso accettarlo”».

Papà Romano ha passato momenti drammatici, ma «è stato sempre sostenuto: prima dalla moglie, finché è stata in vita, e poi dall’alleanza di persone e istituzioni che hanno cominciato ad aiutarlo. Per quanto possibile l’ha sempre tenuta in casa e su questo era irremovibile. Romano ha vinto la sua battaglia di speranza e di cura grazie al gioco di squadra di tutti: è questa la vera attenzione che bisogna avere verso tutte le persone deboli come Cristina. La sua, quindi, è una grande storia di speranza e di amore».

@LeoneGrotti

Tags: bolognacristina magriniromano magrini
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

La sinistra litiga a Bologna sui soldi alle paritarie. «Pubblico non significa statale»

14 Dicembre 2022

Comunali, troppo a destra si perde

19 Ottobre 2021
Alessandro Rivali davanti alla platea del Campus by Night 2021

Riconquistata la libertà, va conquistata la vita: il ritorno «col botto» del Campus by Night

13 Ottobre 2021
Locandina e programma del Campus by Night 2021 a Bologna

Cosa rende la vita “vita”?

5 Ottobre 2021

«Grazie per avercelo ricordato dal fondo di un letamaio»

6 Settembre 2021
Una piccola ospite di “Guarda come cresco” circondata dall’équipe
del progetto: da sinistra a destra, Donatella Pascai, Pierluigi Strippoli, il professore Guido Cocchi, Chiara Locatelli

La sindrome della felicità

17 Marzo 2021

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Monumenti imbrattati, figli in vendita: prima della politica servirebbe l’intelligenza
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Quei cattolici popolari in difesa della (vera) lotta operaia e contadina
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist