Crisi di governo, via alle consultazioni. Si concluderanno domani

Di Chiara Rizzo
14 Febbraio 2014
Il Movimento 5 stelle ha deciso di non incontrare il Presidente, e così sembra voler fare anche la Lega. Intanto l'Ue saluta il futuro premier in pectore. Barroso: «Renzi europeista molto impegnato»

Alle 13 di oggi circa, Letta si è dimesso. Il presidente Giorgio Napolitano ha diramato un lungo comunicato nel quale si spiega che «le dimissioni irrevocabili conseguono necessariamente al deliberato assunto ieri – in forma pubblica e con l’espresso consenso dei Presidenti dei rispettivi gruppi parlamentari – dalla Direzione del Partito Democratico. Il Presidente del Consiglio ritiene che a questo punto un formale passaggio parlamentare non potrebbe offrire elementi tali da indurlo a soprassedere dalle dimissioni, anche perché egli non sarebbe comunque disponibile a presiedere governi sostenuti da ipotetiche maggioranze diverse. Il Presidente della Repubblica non può che prendere atto della posizione espressa dal Presidente del Consiglio: il Parlamento potrà comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorché sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo». La nota del Quirinale conclude che le consultazioni iniziano oggi pomeriggio e si concluderanno domani. Alle 17 è iniziato il primo incontro, con il presidente del Senato Piero Grasso.

CONSULTAZIONI. Poco prima dell’incontro con Napolitano, Letta aveva lanciato il suo ultimo tweet da premier, annunciando che stava recandosi al Quirinale e ringraziando tutti coloro che lo hanno aiutato, poi citando Seneca ha aggiunto: “Ogni giorno come se fosse l’ultimo”. Per quanto riguarda i partiti che adesso incontreranno il Presidente, il Movimento 5 stelle ha già annunciato che non parteciperà nemmeno alle consultazioni. Oggi Beppe Grillo ha vergato un durissimo messaggio dal suo blog contro Matteo Renzi, definito «un carrierista senza scrupoli, in arte Renzie, buon amico di Berlusconi, di Verdini e di gente che avrebbe fatto paura ai gangster del proibizionismo». Una posizione ben diversa da quella timida apertura che sembrava aver fatto ieri Gianroberto Casaleggio, che aveva detto si sarebbero valutati singolarmente gli atti del nuovo governo. La scelta di non partecipare alle consultazioni è stata votata favorevolmente da 62 parlamentari, mentre 17 hanno votato contro e 6 si sono astenuti.

LE OPPOSIZIONI. Anche la Lega, attraverso l’ex segretario Roberto Maroni, ha lasciato capire che non parteciperà alle consultazioni. In attesa invece di andare al Colle la delegazione di Forza Italia, che dovrebbe essere guidata da Silvio Berlusconi insieme ai capigroppo al Senato Paolo Romani e alla Camera, Renato Brunetta. Quest’ultimo intanto ha duramente criticato quanto avvenuto nelle ultime ore: «La crisi non può aprirsi e chiudersi all’interno del Pd».

LE REAZIONI DALL’ESTERO. I giornali più importanti hanno titolato puntando sulla notizia che Letta sia stato forzato dalle dimissioni dal suo stesso partito. El pais parla ad esempio di un “Letta incastrato”, mentre il New York Times sottolinea che “Letta è stato obbligato a rassegnare le dimissioni dopo che un rivale nel suo partito ha ritirato il supporto essenziale per il governo” e parlando appunto del “rivale”, il quotidiano americano ricorda che “Renzi vuole diventare premier”. Nel mondo della politica, il primo leader di un paese straniero a commentare la notizia è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel, attraverso il proprio portavoce: «Seguiamo la crisi con grande attenzione. Il governo tedesco auspica una soluzione rapida». Poi il presidente della Commissione Ue José Barroso, che ha scelto di “benedire” già il futuro premier: «Ho incontrato diverse volte Matteo Renzi e mi sembra un europeista molto impegnato e profondamente interessato a far avanzare il processo di integrazione europea».

LE CRITICHE DEI SINDACATI A LETTA. I primi che il presidente Napolitano incontrerà nel suo giro di consultazioni di oggi pomeriggio saranno i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso. Intanto sono giunte le reazioni dei principali sindacati alle dimissioni del premier Letta. Per Susanna Camusso, leader della Cgil, «Il governo Letta ha prima applaudito le iniziative dei sindacati sul fisco e della politica industriale, e poi non ha fatto nulla di tutto ciò che ha detto che avrebbe fatto». Pertanto l’augurio che «Renzi presenti un programma che metta al centro il lavoro. Ci sono tante cose di cui il mondo del lavoro ha bisogno. Noi lo valuteremo su questo, se ci sarà discontinuità daremo un giudizio di discontinuità». Raffaele Bonanni, segretario della Cisl a Renzi chiede «una vera svolta e una drastica riduzione delle tasse e da una chiara inversione di tendenza su tutti i fattori che bloccano gli investimenti, impantanati da ritardi, veti lobbistici e dalla burocrazia conservatrice».

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